Secondo un’antica leggenda, il primo albero di pesco sarebbe stato piantato da un pescatore, dopo aver trovato il nocciolo all’interno di un pesce.
Non si può dire che questo racconto abbia un fondo di verità, perché in realtà il pesco che conosciamo oggi proviene dal regno del drago, la Cina, dove è stato coltivato fin dal 2000 a.C. ed era considerato simbolo di immortalità.
Le origini
Per molto tempo si è creduto comunemente che le pesche provenissero dalla Persia, specialmente a causa del loro nome scientifico: Prunus Persica. In realtà, questo frutto ha origine in Cina e solo successivamente è stato esportato in Persia. La sua coltivazione poi si è sviluppata in tutto il bacino del Mediterraneo grazie all’interesse di Alessandro Magno.
Il popolo cinese ha sempre considerato la pesca come frutto simbolo di vita eterna, capace di proteggere il corpo e la mente dalle malattie. Ha una considerazione simile anche la popolazione giapponese, che associa la pesca agli esorcismi: per questo motivo viene usato ancora oggi il legno di pesco per i mobili di casa, per proteggere la famiglia dai fantasmi.
Anche nell’antico Egitto la pesca era considerata un frutto sacro, in particolare legato alla divinità del silenzio e dell’infanzia Arpocrate. Per questo motivo oggi si usa dire che le guance dei bambini ricordano il colore della pesca!
Nel nostro continente, per lungo tempo le pesche sono state utilizzate dai guaritori per aiutare i malati a trasferire “il male interiore” alla pianta.
Le proprietà
Ricche di antiossidanti, come selenio e fenoli, le pesche effettivamente aiutano da un punto di vista salutistico. In particolare, hanno proprietà che contrastano l’obesità, il diabete, le infiammazioni e riducono l’ossidazione del colesterolo. Quindi, tutto sommato, il popolo cinese non sbagliava nel definirlo il frutto dell’immortalità!
La pesca, inoltre, calma e rilassa il sistema nervoso. Di conseguenza, migliora anche la qualità del sonno. Contiene anche vitamina C, B1, B3, B5 e in particolare la vitamina A, che aiuta nella prevenzione dei tumori al polmone e in generale preserva la salute di pelle e occhi.
Infine, le pesche contengono anche una buona quantità di ferro, potassio e fluoro, quest’ultimo utile per denti e ossa in generale.
L’unica controindicazione che bisogna tenere presente in relazione a questo frutto, è la possibilità che si scateni una reazione allergica a causa della presenza di salicilati.
Infine, il potente veleno all’interno del nocciolo della pesca è il motivo per cui si raccomanda sempre di non aprirlo, né di mangiarlo: infatti si tratta dell’amigdalina, che può diffondere nel nostro organismo l’acido cianidrico, le cui tracce forse restano anche nel frutto, motivo per cui sarebbe vermifugo.