Oggi tortellini in brodo… A tavola!
Articolo di Silvia Lago
 

La tradizione bolognese vuole che a Natale si inizi il cenone con un bel piatto di tortellini in brodo. E chi siamo noi per dire di no?


Il mito del tortellino

Quanti sanno che esiste un racconto che narra la nascita del divin tortellino? Secondo una storia inventata dal Ceri, Venere, Bacco e Marte sarebbero comparsi a Castelfranco Emilia per aiutare i modenesi. Una sera si sarebbero fermati in una locanda, e il mattino dopo i due dei si sarebbero alzati presto, mentre Venere sarebbe rimasta a letto. Qui sarebbe stata vista, senza abiti, dall’oste. Grazie a questa folgorazione, una volta tornato in cucina sarebbe stato in grado di creare il primo tortellino in assoluto. 

 “L’oste, che era guercio e bolognese, // vedendo di Venere il bellico // l’arte di fare il tortellino apprese.

Successivamente sono nate tante altre storie e leggende, tra cui una che vorrebbe come protagonista Elena di Troia anziché Venere. 

Di certo, i tortellini deriverebbero da una ricetta tardo medievale dei “tortellos” o “ravioli”. Le prime citazioni a riguardo si trovano in documenti del 1200. A Bologna in particolare vengono citati per la prima volta nel 1289, in un documento in cui viene raccontato che uno studente universitario fu arrestato perché uscito nottetempo ad acquistare dei “tortellos” per gli amici. 

Nel Trecento nasce il cosiddetto “tortelletto”, antenato diretto dell’attuale tortellino. Infine, dal Cinquecento in poi, finalmente, viene nominata la “minestra tortelletti”, che poi diventano quelli che oggi chiamiamo tortellini in brodo.


La vera storia del tortellino

Le origini dei tortellini sono state continuamente contese tra Bologna e Modena. Chi ha ragione? A questo proposito, una risposta sicura ce la può fornire solo la storia. 

La diatriba tra le due città è storica, e si è risolta solo alla fine dell’Ottocento, quando l’ing. Giuseppe Ceri, direttore del giornale “La Striglia” affermò che l’origine del tortellino andasse ricondotta a Castelfranco Emilia. Questa fu una soluzione geniale, perché mise d’accordo le popolazioni di entrambe le province coinvolte: infatti, Castelfranco Emilia si trova esattamente a metà strada tra Bologna e Modena. Oggi è in provincia di Modena, ma in passato era sotto Bologna, all’interno del territorio delle Legazioni Pontificie. 

Per assicurare la maggior tutela possibile, oggi la ricetta del tortellino tradizionale bolognese è depositata presso la Camera di Commercio di Bologna. 

Com’è stato possibile giungere ad identificare la vera ricetta tradizionale, nonostante le tante varianti presenti tra le province di Modena e Bologna? La Dotta Confraternita del Tortellino, insieme all’Accademia Italiana della Cucina, con la collaborazione de Il Resto del Carlino, hanno intrapreso un’importante campagna di raccolta di tutte le ricette diffuse nel territorio e nel 1974 ne hanno individuata una, la migliore. Secondo questa ricetta, il ripieno dei tortellini è composto da uguale quantità di lombo di maiale, prosciutto e mortadella, oltre al Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi, uova di gallina e noce moscata.



“Quale cibo sopraffino

è il felsineo tortellino.

Dentro al brodo di cappone

te lo mangi in un boccone,

se poi metti panna o ragù,

te lo gusti ancor di più.

Con le uova e la farina

già la sfoglia vien divina,

ben tirata al mattarello:

il segreto è proprio quello!”

(Autore sconosciuto)


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Articolo di Silvia Lago