Turismo più consapevole: alla scoperta di se stessi e delle origini del proprio Paese.
Articolo di Silvia Lago


Visitate l’Italia! O amabile terra! … Chi può meglio descriverti di chi è nato per vedere fin ch’ei vive la tua beltà?


Ad inizio ‘800, il celebre poeta Ugo Foscolo esortava così gli italiani a far conoscere la vera bellezza del nostro paese, per contrastarne l’immagine stereotipata diffusasi all’estero.


Oggi, nel ventunesimo secolo, dovremmo ripensare seriamente alle sue parole.

Il turismo è divenuto di massa, prevedibile e superficiale. Spesso il turista, sia italiano che straniero, si limita a visitare i luoghi più noti, meno attento all’aspetto storico e culturale. In Italia, inoltre, nelle zone ad alta intensità turistica c’è stato un progressivo adattamento allo stile di vita straniero, con un conseguente declino dello spirito d’iniziativa locale.


Perché si torni ad un turismo consapevole, è necessario riscoprire l’intrinseco valore del viaggio. Nell’800, il turismo è nato per rispondere a un’esigenza specifica: la ricerca di empatia col passato. È dunque fondamentale comprendere la nostra storia e le nostre tradizioni, per poter vivere un’esperienza di viaggio che arricchisca l’animo e permetta al tempo stesso di conoscere e amare davvero il nostro territorio.


Un trend recente che ha iniziato a diffondersi nel nostro Paese, è la richiesta del turista straniero di una convivenza sociale temporanea, per avere modo di instaurare un legame con gli abitanti del luogo scelto e comprendere il loro modo di vivere. Si iniziano a prediligere paesi di dimensioni ridotte, per poter entrare in contatto con delle usanze più genuine, legate ad altri tempi. Questi luoghi riescono a trasmettere empatia al turista: ha la possibilità di vivere antiche tradizioni, secondo ritmi diversi, e di assaporare la semplicità dei piatti tipici. C’è addirittura chi decide di seguire un corso di cucina locale, per mettersi in gioco in prima persona. Si sperimenta così un modo di vivere differente da quello di tutti i giorni. Il viaggio diventa un’esperienza mentale oltre che visiva, un’avventura alla scoperta di se stessi.


La pandemia di Covid19, iniziata nel 2020, ci ha insegnato a rinunciare alle comodità a cui eravamo abituati. Ci ha anche imposto di riflettere sulle nostre priorità e sui valori della vita. Tutti abbiamo compreso l’importanza della libertà, che davamo per scontata e senza vincoli. Non sappiamo se quest’anno si ricomincerà a viaggiare verso i paesi esteri, ma di sicuro, quando diminuiranno i contagi e si potrà di nuovo circolare in sicurezza, si avrà la preziosa occasione di osservare con occhi diversi il nostro Paese.


Perché dunque non approfittarne per visitare le nostre regioni con uno sguardo nuovo, con l’intento di scoprire e conoscere davvero il nostro retaggio culturale?

In tempi in cui il distanziamento sociale è necessario per preservare la salute della comunità, si può cogliere l’occasione per essere turisti consapevoli, viaggiando alla scoperta delle nostre radici e del lato umano della nostra società.

D’altronde quanti italiani possono dire di conoscere davvero la regione in cui vivono? Questo nuovo anno può essere considerato il periodo giusto per essere “turisti a casa nostra”, per scoprire non solo famose città d’arte o paesaggi naturalistici da fotografare, ma anche piccole realtà che hanno molto da insegnare: paesi montani e rurali, borghi storici e tanti altri luoghi troppo spesso dimenticati. 

Storia e curiosità sullo zafferano
Articolo di Silvia Lago