Le origini della pastasciutta
Articolo di Silvia Lago


Sapete che in passato la pastasciutta veniva chiamata “maccherone”? Il termine che utilizziamo oggi è nato agli inizi del Novecento, per indicare la preparazione della pasta, che dopo essere stata cotta e scolata diventa effettivamente asciutta.


Le origini della pasta

È difficile dire con certezza in che zona dell’Europa sia nata la pasta, di certo però le prime tracce di cui abbiamo notizia fanno riferimento agli Etruschi e ai Greci, grazie alle testimonianze del celebre oratore Cicerone e del poeta latino Orazio. 

Entrambi raccontano di una particolare tipologia di pasta creata con farina e acqua calda, resa sottile e simile all’odierna sfoglia. All’epoca veniva chiamata “lagana” e viene considerata l’antenata delle attuali lasagne. Non c’erano esigenze estetiche come oggi, quindi era certamente meno curata nell’aspetto.

In Italia, si pensa che la prima pasta simile agli spaghetti che mangiamo oggi, sia nata in Sicilia, dove la popolazione contadina la definiva “itrya”.

Secondo alcuni studiosi, è possibile che la pasta sia stata inventata nell’Impero Cinese e che sia stata portata nel continente europeo da Marco Polo, verso la fine del milleduecento, al termine del suo viaggio presso il Gran Khan. In realtà, però, la pasta era già conosciuta in tutta Italia, infatti, grazie ai mercanti genovesi era riuscita a diffondersi dalla Sicilia in tutta la Penisola.


La pasta diventa un piatto tradizionale italiano

È a Napoli che la pasta diventa ufficialmente un piatto presente su tutte le tavole dei cittadini italiani. 

Nel Seicento, una terribile carestia colpisce l’intero Regno di Napoli e la popolazione non poteva permettersi di spendere per comprare carne e pane. Grazie all’invenzione del torchio, della trafila e della gramola si diffonde il consumo di pasta, che risulta decisamente più economica. 

È così che i napoletani iniziano ad essere definiti “mangia maccheroni” come i Siciliani. Col tempo, questo epiteto è stato utilizzato da francesi, inglesi, tedeschi e tanti altri per definire l’intera popolazione italiana, che ai loro occhi sembrava non mangiare altro che pasta!

Col tempo, nascono tutte le diverse tipologie di pasta che conosciamo oggi, e anche tanti condimenti. La salsa di pomodoro, il pesto alla genovese, il ragù alla bolognese… 

Sicuramente agli italiani la creatività non è mai mancata, né in ambito artistico, né culinario!


Le diverse forme di pasta

In Italia esistono davvero tante versioni di pasta, di tutte le forme e colori. 

Esiste la pasta lunga, a sezione tonda come gli spaghetti, a sezione forata come i bucatini, oppure a sezione rettangolare come le linguine e le trenette, e a spessore largo come le famose lasagne.

Esistono anche tipi di pasta a matassa, a spessore largo come le pappardelle e a spessore ridotto come le fettuccine e i tagliolini. 

Ci sono poi le paste corte, che si distinguono in lunghe, come i fusilli, i rigatoni, le penne, e le paste medie, come le orecchiette e le conchiglie.

Le paste minute, invece, sono le tipiche pastine di piccole dimensioni che spesso si usano cuocere nel brodo, come le stelline e i ditalini. 

Infine, esistono le paste ripiene, e qui gli Italiano hanno davvero dato il meglio di loro. Tra tortellini, ravioli, tortelloni, agnolotti, cannelloni e tanti altri, in ogni regione c’è davvero l’imbarazzo della scelta. 

In base alla tipologia di superficie, la pasta può essere rigata o liscia. Inoltre, può essere fatta completamente a mano, come viene fatto ancora nei ristoranti di alto livello, oppure trafilata al bronzo, quindi prodotta a macchina.

La pasta può anche avere tanti colori diversi. Il colore si ottiene con l’utilizzo di verdure particolari, quali spinaci per il verde, pomodoro per il rosso, la zucca per l’arancione, la seppia per il nero, lo zafferano per il giallo e così via.

 

Un frutto dalle insospettabili origini orientali
Articolo di Silvia Lago