Vi rispondiamo subito: anche se spesso viene consumato e cucinato come se fosse una verdura, il pomodoro è classificato come frutto, perché al suo interno contiene semi e cresce dal fiore della pianta del pomodoro.
Per definizione, infatti, i frutti devono avere almeno un seme e crescere dai fiori della propria pianta.
Le origini del pomodoro
Il pomodoro selvatico è originario del Sudamerica. Furono però i Maya i primi a coltivarli e a ottenere il pomodoro delle dimensioni che conosciamo oggi. Successivamente venne coltivato anche dalla popolazione azteca, e qui venne scoperto dal nobile spagnolo Hernàn Cortès mentre occupava la zona per conto della madrepatria, agli inizi del millecinquecento.
Fu così che i primi semi di due tipologie di pomodoro vennero portati in Spagna.
Gli spagnoli chiamarono il pomodoro “tomate”, dal termine “tomatl” usato dagli aztechi. Gli indigeni usavano questo termine per indicare genericamente un oggetto rotondo e gonfio. Cambiavano il prefisso per indicare il pomodoro “xi-tomatl” e il tomatillo “mil-tomatl”, un altro frutto simile. Gli spagnoli però non colsero questa differenza e li chiamarono entrambi “tomate”.
Gli Aztechi utilizzavano di più il tomatillo rispetto al pomodoro. Il tomatillo è composto da un involucro verde, al cui interno matura il frutto di colore verde-giallo. Veniva utilizzato per la salsa con il peperoncino rosso, che noi oggi chiamiamo chili, e per fare la salsa verde messicana.
Servirono numerosi studi per comprendere che gli esploratori spagnoli avevano confuso i termini e per comprendere la reale differenza tra le due tipologie di pomodoro.
L’Italia scopre il pomodoro per seconda
Subito dopo la Spagna, il pomodoro venne introdotto anche in Italia, grazie ai legami tra i Borbone e il regno spagnolo. La prima regione a coltivare il pomodoro fu la Sicilia, infatti è proprio da quest’isola che provengono le ricette più antiche a base di pomodoro essiccato.
In seguito, la coltivazione di pomodoro si diffuse in tutta la penisola, grazie al clima mediterraneo che ne favoriva la crescita. Fu però una diffusione lenta, perché il frutto veniva visto con sospetto. Servì del tempo prima che si capisse come cucinarlo al meglio delle sue potenzialità. Fu solo nel Settecento che diventò a tutti gli effetti un prodotto presente sulla tavola degli italiani.
In America il pomodoro non è più un frutto…
Strano ma vero: negli USA il pomodoro è stato classificato ufficialmente come verdura dalla corte suprema nel 1893. Come mai? Per una questione di dazi doganali!
La questione era nata le 1883, durante il caso Nix contro Hedden.
Il Congresso aveva stabilito delle tariffe doganali in base alle quali le verdure importate negli USA erano soggette a una tassa del 10% sul loro valore. Per la frutta, invece, non erano previste tasse.
La famiglia Nix, grande importatrice di pomodori dalle Indie Occidentali, venne osteggiata dall’ufficiale a capo delle dogane, che contestava la natura dei pomodori e pretendeva il pagamento delle tasse. I Nix allora si presentarono davanti alla Corte Suprema, sostenendo che i pomodori non fossero una verdura ma un frutto, e che quindi il dazio doganale non fosse dovuto.
Il processo durò ben sei anni. Il pomodoro era chiaramente un frutto dal punto di vista botanico, ma era sempre stato trattato come una verdura durante i commerci. La Corte Suprema stabilì che, anche se il pomodoro era a tutti gli effetti un frutto, veniva servito a tavola non come tale, ma come parte del piatto principale del pasto. Quindi, veniva consumato come una verdura e di conseguenza le tasse erano dovute.
Da allora, negli USA ancora oggi il pomodoro è considerato, dal punto di vista legale, una verdura!