Il nostro sistema di riferimento è stato ribaltato. Come la crisi da pandemia ha cambiato le nostre abitudini di acquisto?
2020: negozi svuotati
Alla fine di questo 2020, possiamo dire che abbiamo vissuto un anno epocale. Inaspettato e difficile da un certo punto di vista. Ma anche reattivo ed innovativo. In ogni caso, ripetiamo, epocale. Il diffondersi della pandemia da Coronavirus ha richiesto misure politiche e sociali forti ed inaudite: intere nazioni hanno aderito alla richiesta dell’OMS di promuovere il distanziamento sociale per rallentare la propagazione del virus. Distanziamento sociale che ha richiesto una drastica diminuzione delle situazioni a rischio aggregazione, incluse quelle ludiche, sociali e di acquisto.
Ciò ha comportato, specie nei mesi da marzo a maggio 2020, uno “svuotamento” dei negozi: tutte le attività ritenute non indispensabili hanno chiuso le serrande al pubblico, mentre quelle indispensabili hanno dovuto imporre un numero massimo di persone ammesse all’interno dei locali.
La reazione: compriamo online! La reazione non si è fatta attendere: infatti, rispetto alla pandemia di spagnola nel secolo scorso, abbiamo l’incommensurabile fortuna di vivere agli albori dell’era digitale. E il digitale è stato, appunto, la risposta alla crisi innescata dalla diminuzione forzosa dei consumi. I consumatori, privati della mobilità, hanno cominciato a moltiplicare le proprie ricerche di prodotti online e, conseguentemente, ad acquistare tramite eCommerce.
LA CRESCITA INARRESTABILE DELL'ECOMMERCE
Le PMI hanno così visto crescere i propri risultati e-commerce come mai prima: secondo il report di Netcomm (il consorzio del commercio digitale italiano) dal 2020 gli acquisti online vedranno un incremento medio di circa il 20%, rispetto al periodo precedente al Coronavirus. Interessati i settori dei principali beni di consumo, ovvero abbigliamento e accessori, food&grocery, arredo, elettronica ed elettrodomestici, prodotti farmaceutici, wellness, beauty, sport ed editoria.
Da sottolineare che, all’interno di questa percentuale, sono diminuiti gli acquirenti sporadici mentre sono aumentati quelli abituali.
Un altro bello scatto, se si pensa che già nel 2019 l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano evidenziava una crescita del 15% rispetto al 2018.
Sempre secondo Netcomm, a settembre 2020 sono aumentati gli acquirenti online attivi del 79%, con un ulteriore aumento rispetto aumento ad aprile 2020 (quando il primo lockdown aveva impattato pesantemente sulle finanze personali, portando ad una contrazione dei consumi).
ECOMMERCE SOSTENIBILE: ETICA ED INNOVAZIONE TECNOLOGICA
In questo complesso panorama di radicale modifica delle nostre abitudini di acquisto, perdiamo di vista la componente relazionale di cui godevamo all’interno dei negozi. Tuttavia, se viene meno il contatto umano con negozianti, commesse, consulenti, in compenso aumenta nell’acquirente la riflessione etica sull’acquisto. Ovvero la valutazione della sostenibilità ambientale.
Nel Report del Politecnico di Milano viene sottolineato quanto l’innovazione tecnologica possa essere efficace nel garantire acquisti sempre più sostenibili: un esempio è quello dell’applicazione dell’AI (Artificial Intelligence) nelle analisi predittive e nelle offerte personalizzate, per ridurre l’impatto ambientale dei resi. Un altro, è quello dell’adozione di packaging green, che soddisfano le esigenze di trasporto, di estetica e di tenere basse le emissioni di CO2.
L'IMPATTO AMBIENTALE DELL'ECOMMERCE B2C
Volendo approfondire la tematica della sostenibilità ecologica di acquisti tramite piattaforme eCommerce, viene in nostro aiuto un altro report del 2019 dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. Considerando la distanza percorsa in auto, i costi di gestione dei negozi fisici, l’ottimizzazione delle consegne, il packaging, i processi di acquisto online risultano avere un impatto ambientale inferiore di circa il 20% rispetto a quelli dei canali di vendita tradizionali.
Invece, se l’acquisto tradizionale viene effettuato a piedi o in bicicletta, e/o in più negozi, possibilmente di piccole dimensioni, riesce ad ottenere una prestazione ecosostenibile migliore.
ECOMMERCE B2C E MADE IN ITALY DI PREGIO
Cambieranno dunque le nostre abitudini? In realtà sono già cambiate. Anche se sappiamo che il nostro interesse per la socialità non svanirà mai e non verrà sostituito da un acquisto online, quello che è certo è che alcune delle modifiche – positive – diventeranno la norma: come, ad esempio, i pagamenti digitali e la creazione di community online. E, soprattutto, la possibilità di far conoscere piccoli brand di eccellenza su mercati che magari prima erano considerati difficili da raggiungere.
Si pensi a quelle realtà di pregio che hanno sempre vissuto sul passaparola o sulla prossimità territoriale: oggi, grazie all’eCommerce, hanno la possibilità di approdare sulle bacheche prima, e nelle case poi, di acquirenti che non avevano considerato come target perché troppo lontani o perché, semplicemente, non ne conoscevano l’esistenza.
Quello che l’eCommerce ci sta svelando è che anche le piccole realtà di qualità, anche quelle più di nicchia, possono raggiungere tutto il mondo. Con un click.
Articolo di Chicca Berlati
Data di pubblicazione: 18 Gennaio 2021