Negli ultimi anni, in tutto il mondo si è assistito a una vera e propria rivoluzione eco-friendly, grazie a una sempre più diffusa mentalità ecologista e all’avvento di nuove tecnologie.
Da sempre riconosciuto come eccellenza mondiale, il made in Italy non ha mancato di far parlare di sé riguardo al tema dell’ecosostenibilità nell’industria della moda. In Italia, numerose aziende hanno dimostrato che la rivoluzione verde è possibile, a condizione che vi sia una volontà congiunta sia da parte delle aziende che del consumatore finale. Prima di tutto è necessario che l’industria del fashion continui ad aggiornarsi e punti alle nuove tecnologie a basso impatto ambientale: dalla scelta delle materie prime, fino alle diverse fasi di produzione. In secondo luogo, è fondamentale abbracciare una nuova mentalità, per imparare a dare un valore agli abiti che si indossano. L’obiettivo è l’acquisizione di una maggiore consapevolezza legata all’ambiente e alle problematiche dell’inquinamento.
Nel nostro paese sono nate numerose startup e aziende basate proprio su una filosofia di questo tipo e, dunque, totalmente ecosostenibili. “La moda sostenibile è quella emozionale” afferma il brand Rifò, nato a Prato dall’idea del giovane imprenditore Niccolò Cipriani. Stop agli sprechi e sì al riciclo di abiti usati. Tutti abbiamo l’armadio pieno di vestiti e il più delle volte usiamo sempre gli stessi, mentre molti rimangono inutilizzati. Questo accade perché ad alcuni abiti si è più legati, sono stati scelti col cuore ed esprimono chi siamo veramente. Tutti gli altri abiti sono stati acquistati senza che ve ne fosse un reale bisogno: sono proprio questi che vengono riutilizzati in modo oculato da Rifò, così da ottenere tessuti rigenerati, e addirittura plastica convertita in poliestere.
Ricercatezza dei materiali e attento monitoraggio della filiera produttiva: così si presenta Par.co Denim, azienda bergamasca fondata da Matteo Parco. La produzione è incentrata su capi in denim e jeans ecosostenibili. Com’è noto, la lavorazione del denim prevede un elevato consumo d’acqua ed è estremamente inquinante. Per ovviare a questo problema, il brand utilizza fibre naturali e tessuti biologici, accompagnati da un procedimento di produzione di alta qualità, che esclude l’utilizzo di prodotti chimici inquinanti. Inoltre, ogni capo viene confezionato da piccoli artigiani ed aziende locali della provincia di Bergamo.
La moda etica e sostenibile può essere anche un mezzo di inclusività: lo ha dimostrato senza ombra di dubbio la cooperativa sociale Progetto Quid. Il brand veronese produce capi in edizione limitata, riutilizzando le eccedenze di prestigiose aziende di moda. L’obiettivo è il riciclo e il reinserimento lavorativo di donne in difficoltà, attraverso il loro impiego nelle attività produttive. Creatività e moda, diventano così uno strumento per combattere il problema dell’emarginazione sociale.
Queste aziende sono solo alcune delle tante che hanno scelto di percorrere il sentiero dell’ecosostenibilità. Ogni giorno dimostrano che l’innovazione green del made in Italy è possibile ed efficiente. L’ottimo riscontro anche sui mercati esteri conferma l’incremento della consapevolezza dei consumatori. Viene apprezzata non solo la qualità del prodotto, ma anche l’utilizzo di un processo di produzione ecologico.
Articolo di Silvia Lago
Data di pubblicazione: 2 Febbraio 2021