Bontempo Ceramiche, una famiglia di maestri ceramisti dal 1862

Articolo di Maria Orlandi

Da più di 150 anni la famiglia Bontempo produce manufatti in ceramica, decorati con i tradizionali decori tipici d’Abruzzo. Oggi la quarta generazione della famiglia continua l’attività, specializzati nell’antica ceramica rapinese, unita a nuove forme di decoro.

Come nasce l’azienda Bontempo Ceramiche 1862?

L’azienda nasce a Rapino nel 1862, dal mio bisnonno Lorenzo, in seguito aiutato dal figlio Giuseppe, ovvero mio nonno. Giuseppe, poi, ebbe tre figli: Andrea, Alfredo e Lorenzo. Di questi mio padre Andrea e mio zio Lorenzo proseguirono l’attività del padre restando a Rapino. Poi intorno al 1949, per ragioni logistiche, decisero di dividersi, poiché Lorenzo dovette trasferirsi a Chieti per questioni familiari e dove aprì una bottega per conto proprio; mio padre invece si trasferì a Fara Filiorum Petri, paese di mia madre, dove ha proseguito l’attività fino al 1962, quando l’azienda si è trasferita a Francavilla. Oggi la Bontempo Ceramiche si compone di una zona produttiva, dove ci troviamo adesso, e di una zona espositiva e di vendita che si trova in Viale Nettuno.


Quando è iniziato il suo percorso nel settore della ceramica?

Mi sono diplomato all’Istituto d’arte di Faenza nel 1955 e, inizialmente, ero orientato verso l’industria. Infatti, dopo il diploma, sono andato a lavorare in una fabbrica di porcellana nella provincia di Varese, poi per il richiamo della famiglia di origine nel 1961 ho deciso di ritornare per proseguire l’attività di mio padre. Però c’è stata offerta l‘opportunità di trasferire l’azienda da Fara Filiorum Petri a Francavilla e io ho scelto Francavilla per questioni di mercato, perché stando in un posto turistico il nostro prodotto avrebbe avuto più sbocchi e più visibilità. Infatti, prima di allora venivamo qui ad esporre per 10-15 giorni nel periodo estivo, dunque tanto valeva trasferire l’azienda a Francavilla. E quindi abbiamo costruito questa piccola struttura dove continuiamo a lavorare tutt’oggi.

Pittura ceramiche di Bontempo Ceramiche

Ad oggi come si compone l’azienda?

L’azienda è composta da me, tre dipendenti e mia nuora che ha iniziato ad interessarsi all’attività e poi c’è la collaboratrice addetta alle vendite che sta in Viale Nettuno. Cerchiamo di proseguire finché chi sta Lassù mi dà la forza.


Quali sono le fasi del vostro lavoro?

Vediamo, ad esempio, la forgiatura di un piattino. L’argilla viene tagliata a lastra e poi applicata su uno stampo di gesso per dare la forma interna, mentre una sagoma in ferro gli dà il profilo esterno. In lavorazione, poi, si rimuove l’eccesso di argilla. Lo spessore del piatto viene regolato grazie ad una bascula che ha un finecorsa necessario per evitare che scenda oltre il necessario. Poi, per effetto dell’assorbimento del gesso, dopo qualche ora la forma di argilla si stacca dallo stampo, viene rifinita interamente a mano eliminando la parte in eccesso e lasciata essiccare lentamente.  

Dopodiché si passa alla prima cottura, la cosiddetta cottura biscotto a 1020 gradi. Questa prima cottura serve solamente per rendere l’oggetto solido, altrimenti l’argilla essiccata è friabile. Dopo la prima cottura si passa alla smaltatura e, infine, l’oggetto viene cotto una seconda volta ad una temperatura che varia in base al tipo di smalto applicato. 

La vernice che applichiamo sugli oggetti non è altro che vetro macinato, il quale durante la cottura fonde e poi nel raffreddamento questa superfice vetrosa solidifica e prende brillantezza tipica del prodotto finito.

Negozio di Ceramiche Bontempo

Qual è il decoro che più vi distingue?

Il decoro che più ci distingue è il “fioraccio” tipico abruzzese. Viene chiamato “fioraccio” non in senso dispregiativo, ma perché è un decoro che viene fatto di getto. Per farlo adoperiamo dei pennelli speciali e colori tipici per ceramica fatti a base di ossidi metallici resistenti alla cottura. 

Naturalmente poi c’è tutta un’altra tipologia di decori nati a Rapino come la rosespine, gli uccellini, i galletti. Un po’ si richiama a Castelli perché a Rapino la ceramica è arrivata nei primi anni dell’800 con Cappelletti, originario di Castelli appunto, il quale si trasferì lì per matrimonio. 


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Maria Orlandi