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Entra nel mondo di Valerio e guarda la nostra video intervista a Wallas sulla nostra WebTV!
Appena entrati nella bottega di Officina d’Arte Wallas, situata nel centro storico di Pesaro, ci troviamo immersi in un mondo fatto di colori sgargianti, di città fantastiche cariche di significato.
Pronto ad accoglierci c’è Wallas, alias Valerio Lombardelli, che inizia a raccontarci della sua attività.

“Tutto ha inizio nel 1986, quasi 37 anni fa, da una società fra me e mio fratello.
Insieme abbiamo aperto una corniceria e galleria d'arte, a cui dopo circa una decina di anni, si è aggiunta la mia attività artistica.
Officina d’Arte Wallas è quindi un contenitore di tre realtà differenti che coesistono e si completano a vicenda: la corniceria, di cui si occupa il mio socio, la galleria d’arte in cui espongo e vendo opere mie (che vendo anche in altre gallerie) e di altri artisti, e l’Officina, ossia la bottega stessa dove produco la mia arte.”
Si tratta certamente di un progetto stimolante, che permette di avere input sempre nuovi. Focalizzandoci un momento sul tuo lavoro di artista, potresti raccontarci della tua arte? Utilizzi tecniche particolari?
“Le mie opere spesso nascono da una linea, su cui costruisco la storia che voglio raccontare. Sono di pura fantasia e spesso non ho un progetto iniziale, nascono come un segno, semplicemente.
Chiaramente può capitare che mi venga richiesto qualcosa di particolare come illustrazione, allora in quel caso parto da un'idea. Ad ogni modo, costruisco il tutto sempre in una maniera molto, molto istintiva.
Per dar vita ai miei lavori utilizzo tecniche diverse, ad esempio, nei dipinti uso quasi esclusivamente l'acrilico. Dico “quasi esclusivamente” perché talvolta inserisco qualche parte di olio, per dare brillantezza. Comunque sia, l'acrilico rimane l’elemento principale.
Le mie opere, inoltre, non nascono con un disegno di base a matita o altro, bensì dalla parte colorata che poi ‘lego’ con il nero, come se fosse una vetrata.
E, proprio come se fosse una vetrata, non c'è la tridimensionalità, ma c'è il grande e il piccolo, ossia lontano e vicino. Così costruisco le mie figure.
Vale lo stesso discorso anche per le mie grafiche. Inizio da una linea, spesso è proprio una linea di base, sulla quale, come dicevo prima, costruisco tutta la storia.
Il bello è che ognuno può avere una personale visione delle mie creazioni, e ‘leggerci’ una storia diversa.”
