Artistica Metalli, dalla provincia di Torino un ritorno al passato

Articolo di Floriana Vitiello

C’è stato un tempo in cui le pentole di rame erano protagoniste indiscusse delle cucine italiane: resistenti, eleganti e tramandate di generazione in generazione. Quando si foravano, non venivano mai gettate: venivano affidate alle mani sapienti di artigiani specializzati, custodi di un sapere antico. 

Per poterle utilizzare nella cottura degli alimenti, queste pentole devono essere stagnate, un’operazione complessa che va ripetuta periodicamente e che oggi pochi sanno ancora eseguire. Tra questi maestri spicca Massimiliano Guglielmetti, de L’Artistica Metalli di Strambino, in provincia di Torino.

Insieme al fratello e alla sorella, Massimiliano porta avanti una tradizione familiare iniziata oltre quattro generazioni fa. Un’eccellenza del Made in Italy, come quelle raccontate da Italian Bees, in grado di unire tecnica, passione e memoria, trasformando ogni pentola in un’opera d’arte e mantenendo viva una delle più preziose espressioni dell’artigianato italiano.

 

Come nasce la sua attività e da dove proviene questa passione?

“La mia attività va avanti da 4 generazioni: dal mio bisnonno, poi il nonno e il mio papà, fino a me. Abbiamo  sempre fatto questo lavoro. Il mio bisnonno andava in giro, per tutta Italia, per le case a mettere le pezze  alle pentole. Partiva e stava anche via un mese. Il suo lavoro consisteva nel riparare le pentole, oltre che nel produrle e realizzare la stagnatura interna.

 Perché una volta, prima dell’alluminio, c’erano solo le pentole in  rame. Intorno agli anni ‘70 - ’80 l’oggetto in rame è diventato artistico: piatti, quadri, portaombrelli in rame, cesellatura. Dagli anni ‘90 la situazione è cambiata nuovamente quando si è tornati ad apprezzare l’oggetto in  rame da usare in cucina”.

Quali sono i clienti che si rivolgono alla sua attività?  

“La clientela tipo è costituita da privati e aziende. I privati mi chiedono il paiolo da polenta da usare in casa, la pentola per cuocere il riso oppure la restaurazione delle vecchie pentole, con le stagnature interne. È  un’operazione necessaria che va effettuata ogni 2/3 anni. Oppure restauriamo vecchi oggetti in rame dei  clienti. 

Poi ci sono le aziende con le quali lavoriamo per la produzione di caldaie per la conservazione del latte, per  fare il formaggio. Noi siamo vicini alla Val d’Aosta dove fanno la fontina e, soprattutto in estate, quando si va in alpeggio, c’è bisogno di questi grossi contenitori in rame per lavorare il latte”.

Qual è l’articolo più apprezzato dal mercato?

“Uno degli articoli che ci ha dato maggiori soddisfazioni è una grossa caldaia realizzata 5 anni fa su richiesta  di un cliente svizzero. Il cliente aveva bisogno di una nuova caldaia per il formaggio che andasse a sostituire quella che già avevano, vecchia di 300 anni.

 È stato un lavoro impegnativo perché è la caldaia più grande che abbiamo realizzato, con una capacità di 1200 litri: grande come tutta la nostra officina. A completare il lavoro c’era un manico in ferro, tutto forgiato ad arco con inciso il nome della famiglia che l’ha richiesta. Lavorando sul disegno del cliente, ci è capitato di fare altri lavori particolari come distillatori e  alambicchi e cappe in rame”.

Quali sono le fasi principali del suo lavoro?  

“I nostri lavori partono tutti da una lastra di rame, che tagliamo in base allo sviluppo dell’oggetto da realizzare. Dopodiché viene martellata, sagomata e saldata per ricavare l’oggetto che vogliamo. Per sagomare e lavorare il rame ci aiutiamo con dei macchinari particolari e introvabili, perché realizzati partendo da un nostro disegno. 

Grazie all’aiuto di queste macchine, realizziamo l’oggetto desiderato. La martellatura, che si vede in quasi tutti gli  oggetti in rame, non è solo estetica, ma serve a indurire il metallo ed evitare che cambi forma nel tempo. In gergo tecnico si dice: incartare il rame”. 

Cosa si augura per il futuro?

“La nostra attività è a conduzione familiare, perciò abbiamo sempre la speranza che il figlio o il nipote continui il nostro lavoro e che si possa arrivare alla quinta generazione. Anche perché il lavoro c’è,  dopotutto siamo rimasti in pochi a fare questo tipo di lavorazioni. 

Quasi tutti i clienti che si rivolgono a noi  ci chiedono riparazioni su oggetti vecchi. Abbiamo notato che le persone sono molte legate a questi oggetti di famiglia. Poi ci sono le aziende, che sicuramente continueranno ad aver  bisogno di caldaie e distillatori in rame, quindi siamo ottimisti”.  


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Floriana Vitiello 9 settembre 2025


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