Tra le espressioni artistiche più antiche ed affascinanti, il mosaico si distingue per la precisione, la bellezza e l’artigianalità che lo caratterizza. Si tratta di una tecnica artistica che vede l’accostamento di più tessere di diverso materiale (pietre, vetro, ceramica o metallo) fino alla creazione di decorazioni e veri e propri disegni che andranno ad abbellire pareti o pavimenti.
In Italia si diffonde a partire dal II secolo a.C., decorando terme, domus e spazi pubblici. Tuttavia, le origini non sono chiare: alcuni studiosi le collocano in Mesopotamia intorno al 3000 a.C. con i primi coni di terracotta, e successivamente in Grecia con le tecniche a ciottoli dal V-IV secolo a.C.
Presente in chiese e battisteri, tra la fine dell'ottocento e i primi del Novecento compare sulle facciate liberty, attraverso motivi floreali o geometrici. Una forma artistica tanto antica quanto viva che, nel tempo, ha visto le più svariate interpretazioni fino a raggiungere il design contemporaneo, l'arredo e l'architettura urbana.
Brenta, in provincia di Varese, è un luogo dove questa tradizione ha messo radici e vede un costante, meraviglioso sviluppo: le sue strade sono caratterizzate da mosaici che arricchiscono le pareti degli edifici, un lavoro meraviglioso eseguito nel tempo dal laboratorio di Andrea Sala e Filippo Costa e dai mosaicisti che li hanno supportati negli anni.
Ho raggiunto Filippo, giovanissimo talento che, ispirato e seguito da Andrea, sta facendo di una passione un mestiere, creando mosaici moderni che esprimono il suo stupendo estro artistico.
Buongiorno Filippo, qual è l'origine della sua arte?
Sono un giovane artista di Brenta, un paesino in Valcuvia a Varese, e ho iniziato a muovere i primi passi nell’arte del mosaico circa 3 anni fa, grazie all‘incontro con Andrea che mi ha fatto scoprire una grande passione per questa tipologia di arte.
È nato tutto da un workshop che ho fatto con lui, durante il quale ho realizzato un piccolo pesce, un lavoro semplice che ha fatto nascere in me il desiderio di sfidarmi, creando qualcosa di più complesso.
Ho deciso così di riprodurre un’immagine della basilica di San Pietro, la mia opera prima che ha alimentato in me il desiderio di proseguire, imparando e lavorando per migliorarmi ogni giorno e costruendo mosaici sempre differenti.
Amo usare il verbo costruire perché il senso è proprio questo: unire, mettere insieme tante tessere attraverso un discreto lavoro manuale e racchiudendo il senso più puro della fusione tra arte e artigianalità.
Ho iniziato così con le primissime commissioni che vedevano ritrarre falchi e altri animali selvatici, vasi e altri soggetti, dando il via ad un’arte in continua evoluzione.
Come avviene il processo creativo?

Il nostro laboratorio è collocato nella Corte De Camilli, ex proprietà di un privato donata al Comune per creare un polo culturale all’interno del quale nascerà la nuova biblioteca comunale e la nuova Bottega del Mosaico, sempre sotto la direzione di Andrea Sala, supportato dal Comune.
All’interno del laboratorio sperimentiamo, creiamo, diamo piena libertà al nostro estro, senza limiti, solo con la voglia di creare qualcosa di interessante e autentico.
Il mosaico prende vita dall’ispirazione, da ciò che muove la mia creatività e la spinge a trasformarsi in un’opera. Spesso è la sera il momento in cui trovo maggior ispirazione, quando in totale relax sfoglio riviste o navigo sul web lasciandomi attirare da qualcosa che mi colpisca, qualcosa di suggestivo.
Da queste immagini ritaglio un dettaglio, un’idea che precede la creazione di un bozzetto, cui segue la scelta del materiale, determinante nella riuscita del mosaico.
Generalmente i materiali impiegati sono la pasta vitrea, i marmi – di utilizzo comune all’interno delle chiese – e, infine, le piastrelle
Come avviene la creazione del mosaico, dal taglio all'assemblaggio delle tessere?
Il bozzetto viene messo sotto una particolare retina che costituirà la base del mosaico.
Dopo aver scelto l’idea e il materiale, ha inizio il processo di lavoro: il taglio è il primo step, che varia a seconda della materia che sto usando. Le piastrelle vengono tagliate con un’apposita pinza che consente di effettuare tagli veloci seguendo una certa manualità.
La creazione di lastre più lunghe e precise richiede l’impiego di una tagliola mentre, infine, la pasta vitrea e i marmi vogliono la martellina, lo strumento originale e storico usato da noi mosaicisti da oltre tremila anni.
Dopo aver ottenuto la forma ideale, viene aggiunta della colla vinilica che terrà la tessera ben salda alla retina, consentendo di aggiungerne altre, e dando vita al disegno.
Qual è il ruolo dell'imprevisto nel suo lavoro?
Il mosaico è una forma d’arte in continua evoluzione perché anche laddove dovesse rompersi non viene mai scartato, ma piuttosto offre una nuova opportunità: quella di cambiare direzione dando vita a qualcosa di diverso.
Un chiaro esempio è una mia opera che vede la fusione di due disegni di ispirazione liberamente tratta dalle copertine di due dischi iconici della band degli anni '70, The Pink Floyd. Avevo progettato una rivisitazione della copertina di The Dark Side of the Moon che, cadendo, ha subito un danno. Ho prontamente rimediato con altre tessere ispirandomi ad un altro lavoro della band, The Wall, trasformando così l’imprevisto in una nuova creazione.
A quale opera si sente più legato?

Una delle creazioni a cui tengo di più è un dettaglio del volto del David fatto tramite uno studio vettoriale dell’opera del maestro Michelangelo. La particolarità risiede proprio nelle sfumature date da diverse tonalità di piastrelle colorate recuperate.
Quella dell’uso di materiale di recupero è una delle caratteristiche della nostra bottega di cui siamo certamente più orgogliosi e che riflette una certa sensibilità verso il tema della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. Marmi, piastrelle, piatti e oggettistica in ceramica vengono riutilizzati, acquisendo una nuova vita sotto forma di espressione artistica.
Cosa c'è nel futuro della sua arte?
"Vorrei che il futuro del mio percorso artistico fosse rappresentato da svariate commissioni e tanta immaginazione, poiché questo è solo l’inizio di un cammino che ho deciso di intraprendere e che desidero proseguire, per il resto di questa mia vita.
Al momento riusciamo a vendere i nostri mosaici attraverso canali di vendita diversi, trasmettendo quest’arte ad altre persone, ad altre famiglie.
È questo il mio desiderio per il futuro: che questa arte antica prosegua la sua esistenza ai nostri giorni, in questo mondo così diverso rispetto a quando è nata, seguendone l’evoluzione ma sempre fedele alla sua autenticità.