La casa dell’artigianato leccese: il tempio della cartapesta

Articolo di Emanuela Longo

Tra i vicoli del centro storico di Lecce, a pochi passi da Piazza Sant'Oronzo, dal Duomo e dalla Basilica di Santa Croce, è possibile imbattersi in un piccolo tempio della cartapesta: La Casa dell'Artigianato Leccese.

È un piccolo locale storico che ha conquistato i titolari, Maria Arcona Ratta e Antonio De Rinaldis, e che accoglie la loro straordinaria arte. Dalle loro mani nascono statue e pupi in cartapesta: dall'arte sacra, con le imponenti statue di Santi e Madonne, passando per l'arte presepiale e pastorale.

Chi vorrà visitare questo piccolo angolo di storia, cultura e tradizione salentina, sarà accolto, proprio sull'uscio della bottega, dalla statua dell'anziano curvo che vigila all'angolo di Via Umberto I, simbolo della città e dell'arte della cartapesta, di cui Lecce è patria.

La titolare Maria Arcona ci ha accolti nella sua bottega e con passione e orgoglio ci ha raccontato un pezzo di storia della città, della sua arte e de La Casa dell'Artigianato Leccese.

Qual è la storia de La Casa dell'Artigianato Leccese?

"La nascita della Casa dell'Artigianato Leccese è stata quasi per una sfida. Il locale in cui ci siamo insediati era un punto di riferimento storico, dedicato a liste nozze, bomboniere e articoli da regalo.

Io e mio marito avevamo già un piccolo laboratorio e, grazie al suo gran fiuto per gli affari, mio marito si innamorò di questo locale e decise di prenderlo. Nonostante le mie iniziali paure e i miei dubbi, lui rimase saldo sulle sue decisioni e prese questo locale.

Da lì, abbiamo rimosso tutto ciò che non ci apparteneva e abbiamo dato inizio al nostro operato, concentrandoci sia sull'arte sacra, grande, professionale, per le Chiese, sia sull'arte presepiale e pastorale.

La nostra attività è una vera e propria fusione tra la storia, la cultura e la tradizione. In effetti, non esiste un'attività che possa portare avanti un patrimonio storico, a livello culturale e di tradizione, senza essere intrinsecamente legata alla cultura stessa. Noi siamo la tradizione, noi siamo la storia, noi siamo la cultura che continua a vivere attraverso le nostre creazioni".

Quali tecniche e materiali caratterizzano la vostra cartapesta leccese?

"Sono quelle antiche e non sono mai cambiate: filo di ferro, la paglia all'interno, la carta paglia quella antica, la colla che facciamo noi acqua, farina e solfato di rame la tecnica della focheggiatura che ci permette di consolidare questi fogli di carta per renderli lisci nelle apposite fornacelle

La tecnica della gessatura che sono grasso animale (la colla di coniglio) insieme al caolino sulla cartapesta fuocheggiata serve a irrobustire ancora di più la lavorazione della cartapesta, per poi lavare con acqua tiepida e lasciare asciugare prima di completare con la fase della coloritura, per quanto riguarda la cartapesta della statuaria sacra

Per quanto riguarda invece l'arte pastorale e presepiale, possiamo lavorare per come artisticamente ci stiamo ispirando quel giorno: può essere la cartapesta fuocheggiata, dipinta o gessata".

Qual è il legame de La Casa dell'Artigianato Leccese con la tradizione locale?

Le grandi storie hanno personalità. Valuta l'opportunità di raccontare una grande storia che esprime carattere. Scrivere per i potenziali clienti una storia con personalità aiuta a stabilire una relazione. Questo si evidenzia nei piccoli dettagli come la scelta delle parole o delle frasi. Scrivi usando il tuo punto di vista, non l'esperienza di qualcun altro.

Le grandi storie sono per tutti, anche se sono scritte per una sola persona. Se cerchi di scrivere per un pubblico ampio e generico, la tua storia suonerà finta e senza emozione. Nessuno sarà interessato. Scrivila per una persona. Se è autentica per una persona, sarà autentica per tutti.

Qual è il vostro prodotto chiave e qual è il suo punto di forza per il cliente?

"In realtà, non esiste un prodotto di punta univoco. Ci sono clienti che amano le collezioni e quindi sono più rivolti al presepietto, all'angelo, piuttosto che agli animaletti.

Comunque, noi andiamo sempre avanti seguendo la nostra tradizione. Per me, la mia arte deve essere innanzitutto la mia; se il cliente incontra la mia arte, benvenga!

Secondo me, un artigiano non si deve svendere per poter vendere. L'arte è per me una cosa importante, seria, che è nel DNA di ogni artista. Pertanto,  non deve svendersi, ma creare quello che ama fare. Il cliente, ciò che vorrà apprezzare, è giusto che apprezzi".

Qual è la vostra visione strategica e quali novità prevedete di lanciare in futuro?

"In merito ai progetti per il futuro, questo è un momento storico molto particolare per quanto riguarda il cliente. Non so se ciò sia dovuto a una questione economica o a un cambiamento legato anche all'arredamento, con case sempre più minimal.

I giovani di oggi spesso non comprendono che l'arte non conosce un arredamento. L'arte è bella perché è arte. Quindi, anche in una casa minimal, si può inserire tranquillamente un quadro del Seicento".

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Emanuela Longo 15 dicembre 2025


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