Dalle cantine sociali agli Stati Uniti. Le Tenute Cuffaro di Rosario

Articolo di Tiziana Bonsignore

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Nel cuore di Agrigento, nella contrada Fauma ricca di vigneti e coltivazioni, l’azienda di Rosario Cuffaro produce vini biologici. Rosario ci ha raccontato la sua storia.

Iniziamo dalle presentazioni delle Tenute Cuffaro

Sono Rosario Cuffaro, titolare dell’azienda vinicola “Tenute Cuffaro” di Agrigento. Si tratta di un’azienda a conduzione familiare, fondata da mio padre agli inizi degli anni Settanta, quando sono stati impiantati i primi vigneti. Prima si lavorava nelle vecchie cantine sociali; poi ci siamo ingranditi e abbiamo deciso di esporci in prima persona, andando direttamente nei mercati e portando il nostro prodotto in varie parti del mondo. La nostra azienda si trova in un territorio in cui praticare l’agricoltura biologica è molto facile perché è caldo ventilato, e anche se ci sono poche piogge, è facile combattere le avversità delle piante (che in questo territorio, comunque, sono poche). È sufficiente lo zolfo naturale senza altri prodotti chimici, per coltivare nel rispetto delle regole biologiche.

Ci parleresti del passaggio dalle cantine sociali all’attuale produzione?

Una volta le cantine sociali erano costituite da cooperative di soci appartenenti a un dato territorio. Erano grandi realtà aperte a tutti. Allora non si badava alla qualità, ma alla quantità. Infatti molte di queste aziende fornivano i vini ad aziende del nord come prodotto “da taglio”. Man mano che questa modalità si è abbandonata, le piccole e medie aziende, mettendosi in proprio, hanno iniziato a puntare sulla qualità e non sulla quantità, valorizzando i prodotti tipici del territorio. Non si può fare nulla se non si parte dal territorio: quindi bene i prodotti autoctoni ma che siano di una certa qualità. Esiste anche un sistema di allevamento che ci induce a ricercare solo la qualità.


In che modo è cambiata la distribuzione?

È cambiata totalmente. Mentre prima venivano solo alcuni commercianti a comprare le uve, o andavamo noi nelle cantine sociali del circondario, ora ci raggiungono persone in cerca di prodotti già imbottigliati. Tra questi ci sono anche turisti: non dimentichiamo che il turismo è un settore in continua crescita, e il nostro progetto è proprio quello di far conoscere i nostri territori e i nostri vini anche grazie all’esperienza di chi viene qui a degustare i nostri prodotti.

Ormai la distribuzione è molto semplice, soprattutto tramite web, ma anche tramite le fiere, dove noi siamo costantemente presenti con i nostri prodotti. Se si vuole uscire dal territorio bisogna investire e cercare, approfondire. Se abbiamo ottimi prodotti, che però non vengono sponsorizzati o fatti conoscere, diventa quasi inutile farli e si rimane fermi nel territorio. Bisogna investire sempre, aprirsi ai nuovi mercati e cercare sempre nuovi clienti. Attualmente, oltre all'Italia, vendiamo in Germania, Belgio, Francia, e abbiamo iniziato da poco con gli Stati Uniti.

C’è un prodotto di cui vai particolarmente orgoglioso?

A parte il rosè, di cui sono innamoratissimo, il vino che mi colpisce di più è il vino bianco che maceriamo e affiniamo in legno. È un vino particolare, è più per intenditori, ma è un prodotto di altissima qualità. È un bianco trattato con rosso, che fa macerazione e 15 mesi di affinamento nei “tonnò”. I tonnò sono botti da 500 litri, non come i barriques da 220: questo fa sì che l’impatto vino/legno sia inferiore, e dunque si evita lo snaturamento delle caratteristiche organolettiche del vitigno. Parliamo di un vigneto di oltre 50 anni.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Il nostro progetto per il futuro è anzitutto la ricerca della qualità, perché guai a fermarsi, guai a dire: siamo arrivati al massimo. Sarebbe come dire che siamo arrivati alla fine, mentre bisogna cercare sempre il meglio. Come futuro prossimo, oltre ai vini autoctoni fermi che già coltiviamo (Catarratto, Inzolia e Nero d’Avola), e che ci danno sei tipologie di vino, siamo pronti ad uscire con due spumanti e due vini frizzanti, un bianco e un rosè. Il rosè in particolare è un Nero d’Avola lavorato in modo da dare dà ottimi risultati.


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