Maestri dell’Intreccio: Il restauro creativo delle sedie di famiglia

Articolo di Vassily Sortino

C’è ancora chi, su questa Terra, è capace di sognare. Persone che non solo rifiutano di arrendersi alle logiche del mercato, ma tentano di cambiarle, ritrovando la felicità nei metodi antichi. È il caso di Michele Bruneo: dopo aver chiuso la sua azienda di mobili, ha scelto di diventare un autodidatta del restauro, fondando a Palermo, in via Sampolo, "L’arte dell’intreccio".

Il suo è un laboratorio artigianale dove le sedie rinascono attraverso la riparazione e la verniciatura, ma soprattutto grazie all’impagliatura a mano

Utilizzando materiali come il finocchino, la corda, la paglia e il vimini, Michele lavora affidandosi esclusivamente alla forza delle proprie mani e alla pazienza che il tempo richiede. Ed è proprio la pazienza il cuore di questo mestiere, un valore raro che però il mercato ancora premia.

Se è vero che quasi tutti abbiamo in casa una sedia da sistemare, Michele è l’uomo capace di renderla nuova, chiedendo il giusto compenso per una giornata di lavoro: circa 60 euro per un complesso intreccio in finocchietto degli anni Trenta, qualcosa in meno per le sedute post anni Cinquanta, tecnicamente più semplici.

Nonostante lavori in solitudine, la sua non è isolamento, ma la soddisfazione di chi, destinato al fallimento, ha saputo rimettersi in piedi. Michele ha imparato nel modo più autentico: provando e riprovando, senza arrendersi davanti agli errori, ma trasformandoli in un continuo miglioramento della propria tecnica artigianale.

Cosa ha spinto Michele Bruneo ad aprire la sua bottega e in quale anno è iniziata questa attività?

"La mia storia nasce come commerciante: inizialmente vendevo arredamenti in vimini, ma non avevo mai praticato il lavoro manuale. Ho intrapreso questo mestiere solo dopo aver chiuso la mia precedente attività: dovevo trovare un modo per vivere e così ho iniziato a fare il restauratore di sedie.

Non ho appreso l'arte dai miei genitori né frequentando una bottega; sono un totale autodidatta. Parto dal presupposto che, se una persona vuole davvero qualcosa, riesce a ottenerla: ho osservato attentamente le tecniche e mi sono chiesto perché non avrei potuto farcela anche io. Così ho cominciato a mettermi alla prova.

Naturalmente, all'inizio ho dovuto affrontare i problemi legati all'inesperienza, ma una volta compresi i miei errori, ho proseguito con sicurezza. Oggi sono ormai trent'anni che svolgo questa professione con passione. La mia più grande soddisfazione è stata riuscire, grazie alla mia caparbietà, in lavori che molti colleghi non sapevano affrontare".

Quali modelli di sedie tratta principalmente nella sua bottega?

"Il mio lavoro consiste nell'intreccio delle sedie, spaziando dalle tecniche antiche a quelle moderne. Mi occupo della lavorazione in finocchino per le sedute d'epoca, come quelle degli anni Trenta, che vengono ancora realizzate interamente a mano, intrecciando con pazienza ogni singolo filo.

Si tratta di un processo molto diverso rispetto alle sedie moderne: queste ultime sono più semplici e rapide da sistemare, poiché sono già predisposte con fori specifici. La differenza, dunque, non è da poco: si passa da un lavoro meticoloso e lentissimo a uno decisamente più veloce.

Tratto inoltre le sedie in corda, la cui lavorazione varia in base alla dimensione della seduta e alla tipologia di materiale scelto. Il mio intervento non si limita all'intreccio: mi occupo del restauro completo, che comprende l'incollaggio, la stuccatura e la riverniciatura

Infine, applico specifici trattamenti antitarlo per proteggere il legno nel tempo, riportando ogni sedia a una condizione pari al nuovo e rendendola nuovamente pronta all'uso".

Tra i tanti pezzi passati tra le sue mani, qual è quello di cui va più orgoglioso?

"Ricordo in particolare una poltrona dalla seduta morbida, caratterizzata da una spalliera in vimini con un rosone centrale. La particolarità tecnica rendeva il lavoro estremamente complesso: i fili non passavano attraverso i fori classici, ma dovevano essere inseriti in "mezzi buchi". Proprio per questa difficoltà, altri colleghi si erano rifiutati di accettare l'incarico.

Io, invece, ho deciso di accettare la sfida. Partendo dal rosone centrale, ho collegato e intrecciato ogni singolo filo, fissandoli uno a uno alla struttura della sedia. Il risultato finale è stato un lavoro perfetto. È stato un momento di grande emozione: mi sono commosso io e si è commosso il cliente.

Da quel successo è nato un forte passaparola, che mi ha portato molti altri incarichi. Nel mestiere dell'artigiano, infatti, la migliore pubblicità è la soddisfazione di chi vede rinascere un oggetto a cui è legato".

Qual è il costo medio per il restauro completo di una sedia?

"Il restauro di una sedia antica con intreccio a mano ha un costo di 60 euro. Se si considera che per realizzarla occorre un'intera giornata di lavoro, il prezzo può apparire contenuto rispetto alla maestria richiesta.

Per quanto riguarda le sedie moderne, che prevedono l'inserimento del finocchino già pronto, il costo è di 30 euro. La stessa tariffa si applica alle sedie con seduta in cordoncino. Per i modelli più lavorati ed elaborati, il prezzo torna a 60 euro, ma la cifra finale può variare in base alle dimensioni o alla complessità del disegno che si desidera inserire nella seduta".

Come si organizza la giornata in bottega?

"La mia giornata di lavoro è scandita dalla continuità e dalla concentrazione. Inizia alle otto e mezza con la preparazione del materiale necessario per le lavorazioni previste.

Durante la mattina, l'attività manuale si alterna all'accoglienza: entra il cliente che chiede informazioni o che porta una sedia da riparare. In quel momento, fornisco tutte le spiegazioni tecniche sul tipo di intervento necessario. Si prosegue così fino all'una. Dopo la pausa pranzo, si ricomincia alle 15:00 e si continua a lavorare con costanza fino alle 19:00, quando la bottega chiude".

Qual è il primo consiglio che darebbe a un aspirante apprendista che desidera aprire una propria bottega?

"Purtroppo non ci sono più giovani intenzionati a imparare questo mestiere: è un'arte destinata a scomparire, a meno che non intervenga lo Stato con degli incentivi concreti. Le nuove generazioni sono ormai abituate a lavorare al computer e dietro una scrivania, mentre questo è un lavoro manuale che richiede sacrificio.

Per fare questo mestiere non dico che ci si debba "spaccare la schiena", ma bisogna essere pronti a restare per molte ore piegati sulla sedia, con pazienza e fatica. È una professione che richiede dedizione fisica e una resistenza che oggi sembra difficile da trovare nei ragazzi".

Quali prospettive vede per il futuro della sua attività?

"Obiettivi particolari non ne ho più. Data la mia età, non aspiro a costruire una grande attività. Il mio unico scopo è che il cliente rimanga pienamente soddisfatto del mio operato e che continui a parlare bene di me: questa, per me, è già la più grande soddisfazione.

Michele Bruneo torna a piegare la schiena verso la sedia che sta restaurando, intrecciando con cura il finocchino. Prima di riprendere il ritmo del lavoro, accende la sua radio a transistor: anche lei ha superato il mezzo secolo di vita ma, proprio come lui, non ha alcuna intenzione di arrendersi. C’è ancora tanto lavoro da fare, un intreccio alla volta".

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Maestri dell’Intreccio: Il restauro creativo delle sedie di famiglia
Vassily Sortino 26 dicembre 2025


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