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Incontriamo Davide Febo in una bella giornata di sole e prima di parlare di sé o del vino che produce, ci mostra orgoglioso le terre che un tempo erano del nonno e che oggi, con l’aiuto del padre, continua a coltivare con dedizione, studio e molta umiltà.
È una bella storia, quella che stiamo per raccontare, che dal passato si proietta verso il futuro restando con i piedi ben piantati a terra, come le radici dei vigneti da cui viene prodotto un vino curato nel rispetto del territorio e della sua natura.
Davide, come nasce la cantina Famiglia Febo?
La cantina Famiglia Febo nasce alla metà degli anni ‘60, quando il nonno Rolando decide di impiantare i primi vigneti: quindi, lungo la vallata, pianta i primi 2000 metri di Montepulciano, si procura delle botti di legno e inizia a vinificare esattamente in questi locali dove adesso ci troviamo. È il lavoro che poi farà per tutta la vita fino al 2016, anno della sua morte.
I vostri genitori, però, prendono altre strade. Tu e tua sorella Laura invece come mai avete deciso di dedicarvi alla rinascita di questo progetto?
In effetti, possiamo dire che ci sia stato un salto generazionale. I nostri genitori hanno deciso di dedicarsi ad altro, mantenendo comunque i vigneti della Famiglia Febo. Mentre nel 2016, insieme a mia sorella Laura abbiamo deciso di rientrare in azienda. Io ero a Bologna per studiare giurisprudenza e Laura era a Milano, dove si era appena laureata in mediazione linguistica.
Proprio a Bologna e a Milano ci siamo avvicinati al mondo del vino e, ad un certo punto, ci siamo resi conto che con tutto quello che avevamo a casa, avremmo potuto dire la nostra ed entrare nel mercato. Dunque siamo rientrati in azienda stabilmente e abbiamo iniziato a ristrutturare la cantina e a ristudiare i vigneti. Caratteristica dell’azienda, infatti, è che abbiamo circa 7 ettari e mezzo di vigna sparsi in quattro appezzamenti diversi, perché Famiglia Febo è appunto l’unione di due aziende agricole: l’azienda agricola del nonno materno a Chieti e l’azienda agricola del nonno paterno a Spoltore, dove ci sono vigneti con cantina. Andare ad unire queste aziende, quindi riunire i vigneti, significa per noi avere la possibilità di sfruttare dei territori diversi, vigneti che hanno età diverse, il più vecchio è del 64 e il più giovane al 2015, quindi la possibilità di lavorare con uve che hanno caratteristiche diverse.
Questa diversificazione di territori cosa comporta nei vini della Famiglia Febo?
Qui a Spoltore coltiviamo Montepulciano, Trebbiano e Pecorino. Il terreno è argilloso e calcareo, quindi ha una bassa fertilità ed è anche un po’ difficile da lavorare, consente basse rese, ma offre un gran colore, soprattutto per i rossi e per il Cerasuolo. Avere l’esposizione in pieno nord significa che, soprattutto negli ultimi anni, 2020 2021, in cui stiamo vivendo annate particolarmente calde, siccitose, riusciamo comunque a raggiungere una maturazione ottimale delle uve. A Chieti, invece, il terreno è totalmente diverso, è sabbioso, trattiene meno l’acqua e le esposizioni sono a ovest sudest, per cui in annate così calde i vigneti vanno un po’ più in sofferenza, vivendo uno stress idrico. Cosa che per esempio non è accaduta nel 2018, un’annata che rimane nella memoria per l’umidità e la pioggia e, in un’annata come quella, i vigneti di Chieti sono stati fondamentali per portare a casa un prodotto di qualità.
Chiaramente le uve dei diversi appezzamenti raggiungono maturazioni diverse in tempi diversi quindi andiamo a vinificare in un determinato giorno in base all’esposizione e al vigneto. Vinifichiamo tutto separatamente, avviamo fermentazioni in ogni singola vasca per ogni singolo appezzamento perché lavorando con fermentazioni spontanee ci siamo resi conto che ogni appezzamento ha la sua fermentazione, ha la sua durata e ha la sua peculiarità, anche in vasca. Solo a fine fermentazione, in base a quelli che sono i parametri analitici del mosto, decidiamo di assemblare oppure no. Ad esempio il Montepulciano 2020 viene solo da questi vigneti di Spoltore mentre il Montepulciano 2018 viene solo dai vigneti di Chieti.
Ad oggi chi siete ad operare in azienda?
Oggi qui all'azienda Famiglia Febo lavoriamo principalmente io e Laura: io sono l’addetto alla produzione e alla coltivazione, quindi mi occupo della campagna e della cantina, Laura invece si occupa del marketing, della comunicazione e del commerciale, quindi delle vendite; è colei che porta in giro il nostro nome. Anche i nostri genitori hanno dei ruoli particolarmente importanti. Papà mi dà una grossa mano nella gestione della campagna, la mamma invece è l’addetta all’accoglienza in cantina.
Mi ha incuriosita la scelta del nome, non cantina o tenuta, bensì: Famiglia Febo. Come mai avete scelto di includere il sostantivo “famiglia”?
Famiglia Febo perché è un progetto di famiglia a tutti gli effetti, quindi la famiglia è una colonna portante per questa azienda. Lo è attualmente la nostra famiglia, ovvero i nostri genitori, ma sentiamo anche molto l’influsso, l’importanza della famiglia che fu, quindi i nonni che hanno lavorato tutta la vita in questa attività e ci hanno lasciato la cantina, i locali, le vasche. Continuiamo a lavorare sicuramente in un’ottica di innovazione, ma guardando sempre a quella che è stata la tradizione, la nostra famiglia, le attività che hanno svolto. Anche i vigneti e i terreni che oggi lavoriamo li ho ricevuti da loro, quindi Famiglia Febo per questo motivo, perché continuiamo a celebrare quest’idea.
Il concetto di naturalità è molto importante per voi. In che modo si esplica?
Oggi produciamo dei vini artigianali che strizzano l’occhio alla naturalità. Per me naturalità vuol dire sicuramente rispettare l’annata, rispettare le tempistiche del vino. Quindi non utilizzare chimica o prodotti di sintesi in cantina e, ovviamente, neanche in campagna. Rispettare le tempistiche del vino vuol dire raccogliere nel momento giusto, vinificare e poi aspettare che abbia il giusto affinamento prima di andare in bottiglia per fare sì che il vino possa esprimersi al meglio. È un modo di pensare, è una filosofia produttiva, quindi produrre vini naturali non vuol dire solo non utilizzare chimica, vuol dire anche rispettare l’appezzamento, inquadrarlo in base agli anni che ha, alla possibilità di produzione, rispettare quello che la terra ti può dare in un determinato contesto. Questa è un’idea che cerchiamo di portare avanti tutti i giorni.
Quali vini producete a Famiglia Febo?
Oggi produciamo Montepulciano, Cerasuolo, Trebbiano e Pecorino. Abbiamo deciso di continuare a lavorare con i vitigni autoctoni della zona e lavoriamo con fermentazioni spontanee, quindi la vendemmia avviene manualmente in cassette da 20 chili; riportiamo l’uva che viene pigiodiraspata, pressa soffice e poi viene avviata direttamente alla fermentazione all’interno delle vasche di cemento. Finita la fermentazione, travasiamo i vini e lasciamo che proseguano il loro affinamento. In genere tutti i vini fanno almeno un anno di affinamento in vasca per poi andare in bottiglia.
Per quanto riguarda i vini bianchi abbiamo un Trebbiano in purezza e un Pecorino. Il Trebbiano, si chiama Parella, dal nome di una piccola masseria che abbiamo a Chieti. Quasi tutto il nostro Trebbiano viene da lì. È una pergola piantata a fine anni ’80 e ha molta vigoria, come è giusto che sia per il Trebbiano. In azienda riusciamo a fare un affinamento in bottiglia un po’ più importante, tant’è che questo è un Trebbiano 2018. Ci siamo resi conto che, per questo tipo di vino, è fondamentale l’affinamento in bottiglia, infatti nel momento in cui viene vinificato è un vino dritto, acido, a livello gusto-olfattivo è come se fosse addormentato, timido. Impiega anni prima di iniziare ad esprimersi al meglio.
Il Pecorino, invece, ha un’anima totalmente diversa rispetto al Trebbiano. Proviene da un appezzamento a filari che è dietro la cantina, esposto in pieno nord e questo ci ha aiutato molto negli anni tanto caldi, siccitosi. È molto colorato, non fa macerazione, non fa contatto con le bucce, ma è colorato proprio perché è figlio di un’annata estremamente calda, infatti, quando abbiamo vendemmiato, intorno al 25 di agosto, abbiamo raccolto dei grappoli che avevano subito tante ore di insolazione. Anche lui fa circa un anno di affinamento in cemento, prima di andare in bottiglia. Ha una buona sostanza e un buon grado alcolico. È un vero Pecorino.
Abbiamo poi il Cerasuolo d’Abruzzo, vino iconico abruzzese, che negli anni ’60 veniva bevuto a pranzo. Il nostro Cerasuolo è abbastanza carico, di buona struttura. L’annata 2021 è stata molto particolare e il Cerasuolo prodotto sembra quasi un finto rosso, ma in realtà c’è tutta la forza del Montepulciano. Anche in questo caso avere dei vigneti esposti in pieno nord in annate come la 2021 ci ha aiutato molto. Ho cercato di trovare un equilibrio tra la carica e la forza del Montepulciano e un’ottima acidità che comunque deve contraddistinguere un vino acidificato in bianco.
Dalle stesse uve di Montepulciano andiamo poi a vinificare anche il Montepulciano d’Abruzzo. La differenza rispetto al Cerasuolo è che il mosto fa una macerazione, quindi rimane a contatto un tot di giorni con le bucce. La macerazione è un elemento fondamentale. Non lavoriamo con contatti troppo lunghi, per cui nel giro di una settimana andiamo a sparare le bucce dal mosto. Questo consente di ottenere un Montepulciano con tutte le caratteristiche del vino abruzzese, di buona struttura, di buon colore ma che abbia una buona beva, perché mi piace cercare l’eleganza in un vino che molte volte viene definito rustico.
Dove possiamo trovare i vini Famiglia Febo?
Potete trovare i nostri vini nel canale Horeca, quindi principalmente enoteche e ristorazione. Stiamo avendo un ottimo riscontro in regione, localmente, e piano piano il nostro obiettivo è quello di farci conoscere in tutta Italia.
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