“C’era un tessuto”, la bottega della Sabina che valorizza l’artigianato

Articolo di Francesco Fravolini

‘C’era un tessuto’ è una bottega artigianale situata vicino l’abbazia di Farfa, nel cuore della Sabina, a due passi da Roma. Ed è proprio in questo luogo che si confezionano rigorosamente a mano i tessuti per l’abitazione: sia in puro lino, sia misto lino e cotone. Non manca la cura della lavorazione su misura delle tende per la casa, con ricami personalizzati a scelta del cliente, senza tralasciare le tovaglie con il limite massimo di larghezza di tre metri e cinquanta centimetri. Sono oggetti preziosi e potremmo definirli anche originali perché pensati e lavorati con la cura e la dedizione di Elisabetta Scipioni, sempre emozionata quando presenta i meravigliosi tessuti all’interno della sua bottega. Non dimentichiamo il racconto delle tradizioni storiche che accompagna il lavoro della bottega artigiana.  

Elisabetta, quando nasce la bottega?

«’C’era un tessuto’ nasce dall’esperienza acquisita negli anni, grazie a mio padre prima di tutti perché è stata la persona più vicina a me e ora purtroppo non c’è più, senza dimenticare la presenza di mia nonna. Ed è proprio per questo motivo che la bottega nasce nel 1938. La mia storia personale che ripercorre la tradizione è quella di tessere tele per arredare la casa. La peculiarità principale del lavoro consiste nella scelta di fibre esclusivamente naturali. Voglio sottolineare che ultimamente mi sto dedicando principalmente a lino e cotone».       

Bottega artigianale C'era un tessuto<

Ci può raccontare qualche tradizione storica?

«La tradizione di questo tipo di lavorazione è di mia nonna Teodolinda Palmerini che, nel 1938, venne contattata dal conte Volpi di Misurata. Voglio ricordare che il conte era all’epoca il proprietario del borgo di Farfa (venne restaurato e in gran parte ricostruito per volontà del conte Volpi di Misurata). Mia nonna lavorava la biancheria per la casa e il conte conobbe mia nonna in occasione di una fiera e le disse: «Se viene a Farfa le riservo una casa e un laboratorio tutto per lei così può aprire un’attività artigianale». Mia nonna accettò subito quella proposta e partì dall’Abruzzo per arrivare a Farfa, dove iniziò l’attività di tessitrice. Da quel momento insegnò a me e a mio padre le varie tecniche di lavorazione: dalla lana al lino fino ad arrivare al cotone, illustrando le varie tipologie di stoffe».             

Quando realizza le tende immagina il design dell’abitazione?

«La nostra forza è quella di realizzare tende, tovaglie, arredamento su misura. Quando arriva un cliente e descrive la sua abitazione cerchiamo di gestire le sue esigenze, conferendo una particolare identità senza essere ripetitivi nella scelta di un design. Da qui nasce uno studio dell’abitazione per offrire consigli e suggerimenti su specifici tessuti da scegliere al posto di altri, proprio per risaltare l’ambiente della casa (moderno oppure classico). Con questi accorgimenti vogliamo creare un’armonia, senza tralasciare l’utilizzo pratico degli oggetti perché credo che la bellezza di un manufatto debba coniugare anche la praticità».

Quali tessuti lavora principalmente?

«Lavoro tessuti naturali perché la nostra produzione è composta esclusivamente di prodotti in lino e cotone, i quali si adattano molto bene a tovagliati, tendaggi, copriletti. Non solo. Compro anche tessuti in altre fabbriche che siano rigorosamente Made in Italy (tengo molto alla provenienza italiana), al fine di confezionare i vari prodotti, pensando sempre a un ‘vestito’ adeguato a seconda delle abitazioni».   

Che metodo di lavoro preferisce?

«Oltre a usare i vecchi telai di mia nonna che ha lasciato in eredità faccio anche la tessitura jacquard: lo stile in lino e cotone ha la particolarità di avere l’effetto bicolore. Con questa lavorazione posso realizzare specifici disegni su misura (abbazia di Farfa, soffitto dell’abbazia, disegni geometrici, solo per fare un esempio). Tutto questo consente di avere la possibilità di lavorare in svariati modi: sia con i punti a mano sia con le macchine. 

Telaio di C'era un tessuto

L’entusiasmo nel continuare questo tipo di lavorazione deriva anche da qualche soddisfazione ricevuta negli anni. Mi ricordo che quando venne la Regina del Belgio perché aveva ricevuto in dono questi regali, fece una scelta dei vari prodotti. 

Successivamente abbiamo realizzato alcuni lavori per il Quirinale, senza tralasciare diversi lavori per stilisti italiani che hanno richiesto disegni specifici. Queste manifestazioni di apprezzamento sono importanti perché conferiscono quella forza per continuare a realizzare prodotti rigorosamente a mano. L’amore e la passione che impiego nel mio lavoro artigianale sono ripagati da queste soddisfazioni».


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Articolo di Francesco Fravolini