A San Tomè, una piccola frazione alle porte di Forlì, la famiglia Scozzoli è ormai un’istituzione, per grandi e piccini. Da tre generazioni, studiano con rispetto e attenzione il mondo dell’apicoltura e “giocano”, come ama dire papà Giovanni, con le nostre sentinelle dell’ambiente, le api. Ad oggi l’azienda (e la famiglia) Scozzoli gestisce più di un migliaio di arnie, in continuo movimento, e anche i figli e i nipoti di Giovanni sono diventati il cuore pulsante dell’attività. Raffaella Scozzoli ci ha raccontato com'è nata questa passione e come il piacere della condivisione e dell’insegnamento siano alla base dei suoi sogni per il futuro dell’azienda.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
La vostra è una vera e propria tradizione di famiglia. Come nasce l’amore della famiglia Scozzoli per le api?
Sono Raffaella Scozzoli e faccio parte di una famiglia che da tre generazioni porta avanti la tradizione dell'apicoltura. Mio nonno aveva, come tutti i contadini, la sua arnia che gli serviva per impollinare il suo orto ed il suo frutteto e poi da lì mio padre ha iniziato a “giocare”, come ama dire lui, con le api e piano piano ha aumentato il suo numero di alveari e la sua passione è diventata il suo lavoro. Noi tre figli all’inizio non abbiamo subito amato questo mondo, dato che eravamo un pò costretti a viverlo ed in estate mentre i nostri amici andavano in vacanza al mare, noi guardavamo o gli sciami o le fioriture. Crescendo poi siamo entrati a far parte dell’azienda per poter tramandare la passione di nostro padre ed è diventata anche la nostra.
Cosa vuol dire essere un’azienda “di natura nomade” e come mai avete fatto questa scelta?
Noi portiamo le api dove c’è bisogno di loro, dove ci sono i fiori per
raccogliere il nettare e fare il miele. Iniziamo in primavera, spostando le api nei vari frutteti, collaboriamo con l’Associazione degli Apicoltori di Forlì, abbiamo dei contratti per impollinare, ad esempio tutte le sementiere della zona, e poi ci carichiamo le api in spalla di notte e li portiamo dove ci sono i fiori, per poi raccogliere il nettare e fare il nostro miele.
Quali varietà di miele producete e quali sono i prodotti che vendete maggiormente?
Noi produciamo diverse qualità di miele e tutti gli anni un pò cambiano in base alla stagione e a cosa ci regala il clima. Iniziamo con il melo o il tarassaco, che in genere riusciamo a raccogliere nel periodo di Aprile/Maggio quando andiamo a impollinare in Val di Non la mela Melinda, passiamo poi al più famoso miele di acacia, raccolto dagli alberi del rubino, e al tiglio, un miele perfetto per chi soffre di problemi alle vie respiratorie. Andiamo a Senigallia per il girasole, mentre per l’erba medica restiamo in zona, che ne abbiamo tanta ed è un pò il nostro cavallo di battaglia. La melata di bosco è invece l’unico miele che non viene raccolto dai fiori ma dalla resina degli alberi, e per finire c’è la lavanda, che è il miele che riusciamo a raccogliere qui nel nostro campo. L’acacia è senza dubbio il miele più venduto perché è molto delicato, rimane liquido ed è il più conosciuto ma per mio consiglio personale direi, a prescindere del tipo, di consumare solo miele artigianale, come facciamo noi.
Che ruolo ha il campo di lavanda nella vostra produzione?
Nel 2018 ci siamo trovati a dover prendere delle decisioni aziendali e siccome avevamo un appezzamento di terra di circa un ettaro e non sapevamo cosa farci, essendo noi un’azienda biologica, abbiamo iniziato a pensare a cosa poteva essere interessante per le nostre api. Così pensando alla memoria della nonna che giocava a raccogliere i semini di lavanda per profumare i cassetti, abbiamo deciso di piantare delle piante
di lavanda. In realtà è un lavandino, molto mellifero, che aiuta molto le api. All’inizio abbiamo sicuramente fatto tanti errori, come ad esempio aver piantato troppo vicine le piante, ma ad oggi ci troviamo con questo mare blu che per settimane ci rende allegri, anche grazie ai migliaia di visitatori che vengono a trovarci per qualche ora o per passare insieme la serata.
Progetti per il futuro?
Il mio grande sogno è quello di poter trasmettere a tutti la mia passione. Vorrei divulgare il più possibile, soprattutto ai bambini, l’importanza dell'apicoltura e far capire loro quanto beneficio possa dare un esserino così delicato. Vedo il mio futuro qui con tanti bambini e tante scuole per potergli insegnare: la vita dell’ape, come si costruisce il favo, come si raccoglie il miele o come è fondamentale il miele e mi basta anche solo convincere tre bambini sull’importanza di queste tematiche e sulla biodiversità nella nutrizione che già potremmo avere un futuro migliore. Mi impegnerò con tutta me stessa per questo.
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