Franchi Argentieri: l’arte orafa artigianale di Roma

Articolo di Francesco Fravolini

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Franchi Argentieri è una bottega artigiana situata in via Tor di Nona 60 a Roma, nel cuore del centro storico della città. È in questo luogo che trionfa una produzione artigianale dell’arte orafa per eccellenza: il gioiello in argento, in oro, in metallo, con oppure senza pietre, il manufatto dall'alto valore immateriale, fino ad arrivare all'oggetto di uso comune o addirittura di arredamento. Queste sono tutte espressioni di equilibrio, armonia, sviluppo e ricerca, generate dall'impronta di quella linea continua che lega passato, presente e futuro. Questo percorso iniziò con un precedente storico: l'esperienza Settecentesca della bottega di Luigi Valadier, rilevata dalla famiglia degli Spagna nel secolo successivo. 


Sarà Giovanni Pocaterra, allievo di questi ultimi, a trasferire la pregiata eredità di modi e conoscenze ai Vitali, presso i quali un giovanissimo Adolfo Franchi, all'età di appena dieci anni, nel 1944, farà suoi i segreti della nobile tradizione artigiana della Scuola Orafa ed Argentiera romana, figlia di quelle produzioni che dalla Roma Imperiale, al Barocco, al Novecento, hanno contraddistinto la produzione del bello in Italia. 


Fu sempre Adolfo a coinvolgere i figli nell’officina artigianale presto, in giovane età, e ha contemporaneamente preteso un'alta formazione accademica nel settore, poiché Adolfo era convinto che quella simultaneità di esperienze avrebbe consentito ai suoi figli, Claudio e Roberto, di intraprendere un percorso virtuoso in grado di trasformarli da Artigiani in Artisti di Bottega. Nella bottega c’è Claudio Franchi ad accoglierci per raccontare l’arte orafa e le sue peculiari caratteristiche.


Claudio, quando nasce la bottega Franchi Argentieri?


«È il 1944 la data in cui possiamo dire che inizia questa storia quando un giovanissimo Adolfo Franchi, all’età di appena di 10 anni, entra nella bottega di Argentieri della famiglia Vitali e inizia la tradizione artigianale di Franchi Argentieri. Attualmente siamo io e mio fratello Roberto a condurre il lavoro della nostra bottega artigianale. Anche noi seguiamo le orme di nostro padre arrivando in bottega giovanissimi (avevamo 14 anni). Queste sono un po’ le regole che vogliono che il destreggiare un mestiere d’arte come l’argentiere e l’orafo debba essere appreso in età molto precoce».

Lampada in argento di Franchi Argentieri

«Il metodo di lavorazione per un’attività come Franchi Argentieri, che viene definita artigianato artistico, può essere quello di prediligere la manualità corta. Ed è la capacità di trasferire attraverso processi manuali e lungamente allenati tutti quegli elementi di cultura, di simbolo, di recupero degli aspetti storico e artistici e letterari, decisamente più colti che informano la nostra arte. Possiamo ricordare che tutti i processi di lavorazione manuale sono quelli che fanno parte del nostro mestiere e che permettono di trasformare la materia in una direzione che ci piace definire unica per quello che esprime, quindi la velocità dei risvolti che escono».


Qual è l’ispirazione creativa?


«È un processo mentale che non ha una direzione ben definita. Io e mio fratello ci guardiamo molto intorno, siamo tanto attenti a quello che succede nel mondo dell’arte contemporanea in modo particolare. Non solo, anche durante i processi di lavorazione di restauro, uno dei momenti importanti del nostro lavoro, cerchiamo di cogliere gli aspetti di contemporaneità che in qualche modo informano i maestri con i quali abbiamo un “colloquio artistico” durante il processo di lavoro. A questo punto cerchiamo di individuare le tecniche, i linguaggi e gli stili, al fine di comprenderne l’originalità rispettando sempre quei tempi storici. Noi di Franchi Argentieri utilizziamo questo metodo come sistema per poter rileggere i linguaggi antichi e riproporli in modo contemporaneo».

Lavorazioni in argento di Franchi Argentieri

Il prodotto più richiesto di Franchi Argentieri?


«La peculiarità del lavoro che svolgiamo da Franchi Argentieri è la complessità, poliedrica e trasversale. Noi ci interessiamo di restauro di argenterie e di oreficerie, indaghiamo addirittura sugli interventi relativi alle categorie dei manufatti in bronzo antico, sperimentiamo in processi innovativi di argenteria e di gioielleria, pertanto è difficile dire con certezza qual è l’oggetto più richiesto, proprio perché ci muoviamo in un range e in uno spazio molto ampio. Posso però affermare che cerchiamo di indirizzare la nostra clientela all’acquisizione di oggetti che siano fortemente carichi di simbolo, di aspetti narrativi e che abbiano una forte propensione alla personalizzazione».


Progetti futuri?


«Quello che mi sta più a cuore è l’iniziativa che sto portando avanti come curatore di un gruppo di autori, colleghi che ho definito la “Neo Scuola del Gioiello Contemporaneo”. Questo progetto l’ho aggregato, ormai da tre anni, a un percorso di mostre di notevole importanza. L’obiettivo di questa mia iniziativa è valorizzare il mondo della cultura della città di Roma circa le arti orafi romane, recuperando sistemi e modi che informavano il nostro mestiere durante l’arrivo delle avanguardie. Si tratta, pertanto, di quel tipo di ricerca che è indirizzata verso l’innovazione dei linguaggi contemporanei».


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