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Pelle & Cuoio è una bottega artigiana, nel cuore del borgo medioevale di Capena, in provincia di Roma. Nella bottega abbiamo incontrato un artigiano scrupoloso che lavora il cuoio per realizzare a mano oggetti in pelle. I modelli dei prodotti che vediamo nella bottega sono veramente diversi, presentando un assortimento che accontenta le esigenze di tutte le persone. Oggetti disegnati e pensati artigianalmente si trasformano in pezzi unici e originali da acquistare. Una passeggiata consente di ammirare e di osservare queste meraviglie create seguendo la lavorazione di un tempo. Potremmo definirlo un autentico tuffo nel passato per rivivere quelle atmosfere magiche di un’epoca storica che ha lasciato un patrimonio artistico e culturale da conservare: l’artigianato.
Con Carmine Moretti, artigiano e titolare del negozio, entriamo nel cuore della bottega artigiana per conoscere storie e aneddoti di un mestiere affascinante e originale.
Quando nasce Pelle & Cuoio?
«La mia bottega nasce 24 anni a Capena. Provengo da una famiglia di commercianti: mia mamma ha avuto un negozio per 40 anni sempre a Capena e vendeva scarpe. Praticamente sono cresciuto all’interno di un’attività commerciale respirando quell’atmosfera. Quando ho iniziato a lavorare in questo settore la naturale conseguenza della professione è stata quella di acquistare e di vendere come accade in tutte le attività commerciali. A piccoli passi ho cominciato a riflettere su questa modalità di lavoro e lentamente ho voluto cambiare il mio obiettivo commerciale, cominciando a creare in prima persona il prodotto, l’oggetto da vendere. Soltanto in questo modo ho potuto eliminare un passaggio per dare la possibilità al cliente di scegliere direttamente nella bottega il pellame, il filo con cui viene cucito quello che sarà il suo oggetto. Questa è una grande soddisfazione che vivo quotidianamente ed è addirittura molto più appagante rispetto ad acquistare e rivendere semplicemente. C’è un altro particolare che non voglio sottovalutare perché è estremamente interessante: avere la possibilità di spaziare su diversi settori per realizzare qualsiasi oggetto, rigorosamente a mano, con dimensioni decisamente diverse a seconda dell’esigenza del cliente».
Qual è il metodo di lavorazione?
«Per la lavorazione dello stesso pellame si utilizza l’acqua proprio per ammorbidire la stoffa e anche per agevolare quando devo segnare nel momento in cui realizzo i punti per bucare, specialmente quando mi trovo davanti a uno spessore di una stoffa di una certa valenza (parliamo di mezzo centimetro circa). Una volta realizzato il foro nella stoffa si passa direttamente alla cucitura e da quel momento si comincia a realizzare l’opera artigianale».
Il prodotto più richiesto?
«Sono diverse le tipologie di prodotto (i più disparati) richieste dalle persone: andiamo dal portacellulare fino al rivestimento di un semplice sgabello. Da qui possiamo comprendere che le variabili di un oggetto sono veramente molte e si gioca proprio su queste differenze, al fine di far scegliere al cliente il colore del pellame, quello del filo con cui verrà cucito il prodotto, senza dimenticare lo spessore. Praticamente sceglie il cliente come è giusto che sia il suo oggetto che andrò a realizzare a mano».
Che ruolo svolge l’artigianato nell’economia?
«Potremmo definire il suo ruolo all’interno dell’economia italiana un po’ in controtendenza perché l’artigianato produce oggetti che possono durare veramente una vita, poiché sono realizzati con grande cura e con una scelta delle materie prime avvenuta in maniera accurata. Gli oggetti commerciali sono invece prodotti appositamente per essere consumati velocemente. È una tendenza del consumismo che promuove un acquisto veloce e ricorrente nel tempo. Prendiamo come esempio le cintura in cuoio. Sono tutte a un costo intorno a 3,90 euro e di cintura non hanno praticamente nulla come caratteristica peculiare di prodotto».