BlackBeard Guitars, Le chitarre elettriche di Paolo Lardera: i pezzi unici del liutaio-filosofo

Articolo di  Arianna Monticelli

Prima dell’artigianalità sapiente, prima del risultato finale, prima del servizio, c’è la persona. Perché il rapporto con la clientela è l’elemento segreto per donare, o restituire, agli strumenti musicali il suono migliore da oltre 30 anni. Questa è la filosofia di Paolo Lardera e della sua “BlackBeard Guitars”, la realtà nata da una passione giovanile per bassi e chitarre.

Lui è un po’ artigiano, un po’ filosofo - ed ecco spiegato anche quel Barbanera che ha ispirato il nome dell’attività - e un po’ musicista. La sua è una liuteria moderna, dedicata a bassi e chitarre elettriche ed è fiore all’occhiello in Lombardia e anche oltre. A Merate, in provincia di Lecco, arrivano musicisti e appassionati alla ricerca di qualcuno capace di ascoltarli e capirli; giungono sin qui anche dalla Svizzera e dalla Francia. La peculiarità di “Barbanera” sta proprio nel mettere a disposizione un luogo dove si arriva, ci si ferma, si respira e si ragiona. Un posto dove magari si scambiano idee, grazie al confronto con un artigiano sapiente. Mogano, ontano, frassino, palissandro e tanto altro: la sua bottega è piena di pezzi di legno che hanno avuto altra vita e Paolo recupera. Sa che tutti, un giorno, diventeranno chitarre. 

Per Paolo ogni strumento ha la sua dignità, perché il rispetto per la musica è totale. “Il mondo è pieno di strumenti scadenti, mediocri, buoni e ottimi: il punto è capire come ottenere lo strumento ottimale per ogni musicista e per fare questo bisogna conoscere le persone” è la frase che meglio rappresenta la sua filosofia, di vita e di bottega. Con i clienti entra in sintonia: unisce la competenza all’ironia e l’alchimia che ne nasce produce suoni meravigliosi.

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Paolo, tu sei quello che si definisce un autodidatta. Come nasce BlackBeard Guitars?

“Nasce da una passione giovanile per la musica e gli strumenti che è diventata una professione anche un po’ per un colpo di fortuna. Mi è capitato di entrare in questo mondo dalla porta di servizio e poi ho perfezionato abilità e professione. Oggi, dopo molti anni, è il mio lavoro a tutti gli effetti e funziona. Il liutaio è una professione che non va mai in pensione”.



La tua è un’attività di nicchia, parli di liuteria moderna. Ci racconti nel dettaglio cosa accade nella tua bottega.

Il mio lavoro si divide in due grandi parti: la costruzione degli strumenti e la riparazione e manutenzione di strumenti di terzi. Sono attività entrambe molto belle, perché da una parte costruisco partendo da zero e plasmando il legno e dall’altra incontro persone di tutti i tipi, dal bambino che sta iniziando a suonare, all’appassionato, al pensionato che ritira fuori dall’armadio dopo tanti anni la sua chitarra e mi chiede aiuto per sistemarla.

Bisogna davvero essere anche un po’ filosofi, oltre che bravi artigiani, per partire da un pezzo di legno e arrivare a una chitarra finita.

Ho una laurea in Scienze naturali, che allo stato attuale mi aiuta a conoscere i nomi scientifici dei legni che uso e sono la mia materia principale. Mi piace il pezzo di legno che trovo, dal quale comincio a immaginare lo strumento. In tutto questo non c’è uno standard da seguire. È un processo che parte da quello che ho in mano e si traduce alla fine in qualcosa di preciso. A volte trovo un materiale che mi ispira la costruzione. 

Cosa provi nel plasmare e vedere nascere uno strumento?

Ci sono tanti step: si parte dal legno grezzo sino ad arrivare al prodotto finito, con tanti passaggi che è difficilissimo sintetizzare. Ma vedere il risultato finale e poi sentire lo strumento suonare nelle mani di qualcun’altro, è una sensazione difficile da descrivere. È quasi come avere un figlio, ma non esageriamo. A volte è anche molto difficile separasi da uno strumento che hai creato, ti è piaciuto e lo devi vendere. Di solito quando invento un format che mi piace, il primo lo tengo e infatti a casa ne ho forse troppi.



Il dialogo con i clienti per te è alla base di tutto.

Dico spesso che è meglio un cliente in meno ma soddisfatto che uno in più ma insoddisfatto. Gli strumenti che costruisco sono molto particolari. A volte si compra per collezionismo, per moda o sentito dire. Io voglio che una chitarra venga acquistata per come suona. Se capisco che lo strumento non va bene per il cliente che ho davanti, preferisco non lo compri.










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BlackBeard Guitars, Le chitarre elettriche di Paolo Lardera: i pezzi unici del liutaio-filosofo
Arianna Monticelli 13 febbraio 2025
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