“Il vino è come una donna: richiede tempo, rispetto, ascolto. E quando la capisci, ti cambia per sempre.”
C’è un profumo antico e insieme nuovo che si sprigiona ogni volta che una donna versa il vino in un calice. È il profumo della terra, della storia, della forza silenziosa e determinata. Un tempo destinate a essere solo le custodi del focolare domestico, oggi le donne non solo bevono, ma producono, dirigono, raccontano e trasformano il vino, con una visione sensibile e rivoluzionaria.
Tra filari baciati dal sole c’è una nuova generazione femminile che sta riscrivendo le regole dell’enologia, sfatando stereotipi e portando il gusto verso nuove direzioni.
Donne che non si accontentano di un posto a tavola, ma lo creano. Con passione, competenza e – soprattutto – autenticità.
Oggi vogliamo raccontarvi la storia di Francesca Carannante, campana di origine, milanese d’adozione.
Come svela il suo cognome, le sue origini sono da individuare nella splendida cornice dei Campi Flegrei, più precisamente nella mitologica Bacoli. Laureata in Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Francesca non ha ereditato una cantina né tantomeno delle vigne, non proviene da una generazione di viticoltori e non ha un’azienda a conduzione familiare.
Tutto inizia da lei, la sua storia inizia da lei, dalla sua passione per il vino, ma anche per l’arte e dalla sua volontà di unire questi due attraenti temi. “Non esiste giusto o sbagliato nell’arte, si possono giudicare le tecniche, ma non la propria percezione. E lo stesso vale per il mondo del vino. Un calice di vino al pari di un quadro può regalare emozioni forti, ma è soggetto al contesto e allo stato d’animo di chi vi si approccia”.
Francesca ha dato il suo nome a una linea di spumanti di cui ha disegnato anche l’etichetta. Crede nell’eleganza della semplicità e nel Pinot Noir. Ecco la sua storia.
Ciao Francesca, raccontaci la tua storia. Perché, considerando le tue origini flegree, hai scelto i vini dell’Oltrepò Pavese?
Ciao a tutti, sono Francesca Carannante. Sono originaria di Bacoli nei Campi Flegrei, ma da oltre dieci anni vivo a Milano. Pur essendo milanese d’adozione, non ho mai smesso di amare la mia terra e non ho perso il mio caratteristico accento. Sono laureata in Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Dopo una parentesi di un anno in Australia, sono tornata a Milano per lavorare presso un’importante galleria d’arte. Affascinata dal mondo del vino e in particolar modo dal Pinot nero, un bel giorno ho deciso di iscrivermi a un corso di primo livello sommelier per cultura personale.
E da lì è iniziato il mio viaggio alla scoperta di cantine, produttori, vini e territori italiani. Oggi possiedo i livelli W-Set Wine&Spirits e la Certificazione Internazionale. Esplorando i vari territori vinicoli mi sono innamorata dell’Oltrepò Pavese e del Pinot nero. A mio avviso è un’area dal grande potenziale, ma ancora molto sottovalutata. Il mio progetto, la mia linea di spumanti, è nato in collaborazione con la cantina Fontanachiara di Stradella e con l’enologo Marco Maggi.
Quante bottiglie all’anno a tua firma escono sul mercato? Dove distribuisci e che canali utilizzi? Hai già conquistato il mercato estero?
Per ora i numeri sono limitati (parliamo di circa 10.000 bottiglie l'anno). Attualmente distribuisco i miei spumanti solo in Italia. Non mi sono affidata a dei distributori, essendo un “progetto di nicchia”me ne occupo io, personalmente.
Non sono ancora aperta al canale estero, ma non lo escludo un domani. Potete trovare le mie etichette con le relative schede tecniche sul mio sito ufficiale dove d’altronde potete anche acquistare i miei 3 spumanti nonché la versione Magnum da 1,5L in cassetta dipinta (un’autentica “chicca” solo per veri collezionisti).
Parlaci dei tuoi spumanti, delle loro caratteristiche e degli abbinamenti consigliati.
La linea Metodo Classico firmata da me, interamente basata sul Pinot Nero, è nata nel 2021. Il primo spumante lanciato è stato il Nature/Dosage Zèro Blanc de Noir, seguito dal Rosè Brut. L’ultimo nato è il Blanc de Noir Extra Brut. Equilibrio, linearità e finezza sono caratteristiche riconoscibili in tutti e tre i miei spumanti.
Tutti i miei spumanti sono “figli del Pinot nero” in purezza, e di un affinamento di almeno 33 mesi in bottiglia. Sono perfettamente abbinabili a piatti a base di pesce, ostriche e frutti di mare, ma anche a fritture di gamberi e calamari.
Arte e vino: le tue grandi passioni in un unico ambizioso progetto.
Il mio sogno è quello di coniugare le mie due grandi passioni: Vino e Arte. D’altronde artisti di ogni epoca hanno sempre trovato stimolo nel mettere in relazione due attraenti temi. L’arte è apertura, un sentimento non identificabile, una percezione soggettiva priva di giudizio esterno legata alla persona, spesso a un momento o a uno stato d’animo.
Esiste solo la propria percezione. E lo stesso vale per il vino, è un’esperienza che arricchisce l’anima. Come collego l’arte e il vino in maniera concreta? Attraverso l’organizzazione di eventi come vernissage, mostre d’arte, esposizioni temporanee in gallerie rinomate, ma anche facendo dipingere da artisti contemporanei scatole e bottiglie personalizzate per ristoranti di target medio-alto.
Uno sguardo al futuro: hai progetti in cantiere?
Tra i miei progetti futuri c’è senza dubbio quello di portare avanti questo grande sogno di unire arte e vino, le mie due passioni. Spero di collaborare presto con qualche galleria o artista importante per realizzare qualcosa di davvero unico e memorabile per lasciare il segno nel mondo dell’arte così come in quello del vino.
Dopo aver raccontato questa bella storia di donne & vino, non ci resta che salutarvi e invitarvi a degustare gli spumanti di Francesca Carannante.
Con un calice di Blanc de Noirs Dosage zéro facciamo un brindisi. Brindiamo a Francesca e a tutte le donne del vino. Alle donne che coltivano, pensano, fermentano e sognano. Alle donne che scelgono di essere radici, non solo fiori. Alle donne che il vino non solo lo degustano, ma lo creano.