In via dei Piatti c’è uno degli Atelier Daniela De Marchi, l’elegante ingresso sobrio aumenta lo stupore della visione di ciò che si trova all’interno: un tripudio di foglie sul soffitto ed un gioioso chiaroscuro di ombre e di luci.
Il cervello per un momento smette di pensare, preso da felicità improvvisa. Il resto dell’arredamento è davvero da scoprire, ma non resisto e vi anticipo che all’uscita si nota uno scenario che entrando non era evidente: dietro ad un alto tavolo, tra gli attrezzi del mestiere, c’è la postazione dell’addetto al controllo qualità dei gioielli, mentre accanto a ad essa c’è quella dell’orafa. Che emozione vederli lavorare con cura. Invece dei gioielli ci racconta molto volentieri la Designer De Marchi tra qualche riga.
Daniela De Marchi sembrerebbe un’attrice di film d’autore, la sua grandissima classe nel rivolgersi all’interlocutore non stride affatto col suo carattere allegro.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Buongiorno. Nel 1993 ha meritato una borsa di studio in Design del Gioiello all'Istituto Europeo del Design. Quali sono gli insegnamenti più importanti che ha appreso durante gli studi?
Per me fare lo IED (ndr Istituto Europeo di Design) è stato come entrare nell'universo del gioiello. Io non avrei voluto fare gioielli ma, grazie alla borsa di studio, mi si è aperto un mondo, ho imparato tutto, dalla parte creativa a quella tecnica. Mi sono innamorata della tecnica perché nasco come Product Manager, pertanto le questioni, le risoluzioni delle problematiche, i pesi, i volumi, gli equilibri delle forme, i dettagli per me - che sono della vergine - sono sempre stati la mia ossessione.
Velocissima la crescita lavorativa: nel 2000 apre l'Atelier, dopo soli tre anni viene scoperta dal mercato giapponese e nel 2009 il prodotto diventa brand. Quali sono le caratteristiche delle Sue lavorazioni che hanno permesso tutto questo? Quali gli stili ed i metodi peculiari?
Sì, negli anni sono diventata un marchio riconosciuto, però parlare tanto di brand non mi piace. A me piace definire Sartorie di Gioielli i luoghi che ho creato per presentare le mie collezioni.
Il Dropage non è semplicemente una forma che contraddistingue le mie collezioni ma è anche quella texture che mi consente di utilizzare degli smalti, i quali poi vengono abbinati alle pietre naturali e fanno sì che i miei gioielli siano cromaticamente personalizzabili sul colore delle persone che li indossano.
Io penso sempre che le cose più belle nascano per caso. Caso ha voluto che io non fossi portata per fare l’orafa poiché avevo provato e riprovato a cercare di fare le superfici lisce ma non mi sono mai venute, allora ho iniziato a coprire i difetti con delle palline e quelle palline, che adesso si chiamano Dropage, sono diventate la firma inconfondibile del mio brand.
Quali materiali vengono utilizzati?
Ho iniziato a creare gioielli in argento, bronzo ed ottone perché non avevo i soldi per permettermi l'oro, dopodiché ho capito che è diventata proprio una scelta filosofica perché i miei gioielli sono accessibili, sono disegnati da una donna per le donne ed a me piacciono le donne che se li comprano. Non mi piace tanto quando le donne per farsi fare un regalo devono dipendere da altri che magari guadagnano più di loro. I miei sono gioielli per donne indipendenti e autosufficienti.
Sono passati 25 anni da quando ho aperto il mio primo Atelier, ho fatto tante tipologie di gioielli diversi. Io ho uno spirito alquanto eclettico e penso che tutte le donne siano un po' eclettiche. Un giorno abbiamo voglia di vestire la parte nera, una volta ci sentiamo romantiche, una volta ci sentiamo rock o classiche, insomma siamo sempre in divenire. Ecco che così negli anni ho fatto tante collezioni, che sono andate a formare un universo di gioielli, i quali vanno a ricoprire tutti gli stili delle persone. Se qualcuno è minimal qui trova qualcosa di minimal, se qualcuno è glam trova il glam, se qualcuno è rock trova il rock. In più, personalizziamo le colorazioni e le pietre sulla persona.
Che tipologie di gioielli Lei utilizza privatamente?
Non indosso insieme molti gioielli, io sono per i pezzi iconici, sono quella tipologia di persona che indossa 1-2 gioielli molto voluminosi. Ho una sorella invece che si riempie di piccoli gioielli, pertanto ho dovuto disegnare tanti piccoli gioielli per lei e per mia figlia, ma io ne preferisco uno e voluminoso.
Novità firmata De Marchi la collezione "La Voce". Cosa significa per Lei? Quali sono le connotazioni di questa collezione?
La collana che indosso si chiama Sinfonia ed è un pezzo dell'ultima collezione, La Voce; l'ho chiamata La Voce perché ho dato voce alla mia anima: ogni tanto disegno dei gioielli che sono per me, assolutamente per me. Ritengo che questa collezione mi rappresenti. Basta indossare un solo pezzo per esternare la propria forza di carattere.
Penso di avere in questo momento così tanti riconoscimenti perché ho sempre fatto il mio lavoro con una passione incredibile, io sono innamorata alla follia di quello che faccio.
Scopri tutti gli artigiani del nord Italia con noi di Italian Bees.