Circa a metà del ponte di Rialto, nel cuore di Venezia, fa capolino un piccolo negozio dalle vetrine luccicanti. Si tratta di Eredi Jovon, un’attività a conduzione familiare che da generazioni produce e vende gioielli con coralli e cammei. Ogni monile è realizzato a mano nel rispetto della natura e può essere personalizzato, per esempio intagliando un cammeo a partire da una fotografia. Oggi alla guida di Eredi Jovon sono Marco, che ci ha accompagnati dietro le quinte di questa antica arte, Gabriella e Alessio.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Quando nasce il vostro laboratorio di coralli e cammei?
L’attività nasce nel 1934 con mio nonno, che era un umile artigiano e lavorava in casa. Nel 1961 mio padre, all’età di trentun anni, venne sul ponte di Rialto e in seguito diventò proprietario di questo negozio di coralli e cammei. Quando ero piccolo mi raccontava spesso di quel periodo, erano anni fantastici: attori, attrici, notti che non finivano mai… Venezia era una città sempre in piedi. Come la Dolce Vita c’era a Roma, si può dire che ci fosse anche a Venezia, ma qui le notti finivano al lido, dove oggi si tiene il Festival del Cinema. Allora il lido di Venezia era un posto dove non si andava mai a dormire.
Quali materie prime utilizzate per i vostri gioielli?
Per i cammei utilizziamo due diverse conchiglie, sardonica e corniola, che sono le due tipologie più conosciute. In realtà, però, la parola “cammeo” a un tipo di lavorazione. Paradossalmente, anche un pezzo di legno potrebbe essere lavorato a cammeo. Parlo dei vari materiali con cui può essere realizzato un cammeo in un ebook disponibile gratuitamente sia in italiano sia in inglese sul nostro sito.
Per quanto riguarda i coralli, invece, utilizziamo al 90% il corallo rosso italiano, il corallium rubrum. È uno dei coralli meno noti al mondo, ma anche uno dei materiali più preziosi che abbiamo in Italia, tanto che gli antichi lo definivano “il nostro oro rosso”. Poiché creiamo gioielli a partire da dei disegni, ci è risultato semplice affiancare al corallo anche altri materiali, quali la turchese e il lapislazzuli. Quest’ultimo era in uso già presso gli antichi egizi, che lo chiamavano “la pietra degli dei”.
Dove reperite il corallo per i vostri gioielli?
Acquistiamo direttamente dai pescatori il corallo rosso, che in Italia è regolamentato dal 1979. La legge dice che non può essere pescato dalla superficie, pertanto questo tipo di corallo viene pescato solo da subacquei certificati e muniti di apposite autorizzazioni. Le quantità sono, dunque, già predeterminate e non si corre il rischio di danneggiare la natura.
Il corallium rubrum ha un ciclo vitale per cui nasce, cresce e muore. Mi piace parlare del corallo associandolo all’andar per funghi. Se non vengono colti, i funghi sono destinati a morire e far felice il bosco, certo, ma nessun altro. Il corallo, se pescato nel momento giusto, fa felici tante persone.
Cosa caratterizza il corallo rosso italiano?
Il corallo rosso italiano è uno dei prodotti più imitati al mondo. Non vi parlerò di come riconoscere il vero corallo italiano, trovate tutte le informazioni sul nostro blog, dove a questo proposito avrei scritto fiumi d’inchiostro, se l’inchiostro potesse essere usato online. Voglio, piuttosto, chiedere agli italiani di adottare un differente mindset, ovvero di imparare a riconoscere la bellezza dell’imperfezione. Se io dovessi spiegare come faccio a riconoscere un oggetto falso da uno vero direi che ho imparato ad amare l’imperfezione. Questa, che è parte della natura, mi dice che quell’oggetto è naturale. Le cose troppo perfette di solito non lo sono. Ecco, questa è forse la regola principale a cui dobbiamo attenerci ed è una delle poche cose che oggi vengono contrastate. Per esempio, su tutti i social vengono proposti filtri e immagini perfette. Noi dobbiamo, invece, abbandonare la logica del filtro che mette a posto ogni difetto e abbracciare la bellezza e l’unicità dell’imperfezione. Proprio l’imperfezione ci fa dire che un oggetto è unico e, soprattutto, naturale.
Come si realizza un cammeo?
Un cammeo si realizza in diverse fasi, che potete trovare sempre nell’ebook che condividiamo con i nostri clienti. A me piace fare un paragone con Michelangelo, il quale diceva che la scultura si trova già all’interno del marmo e il compito dell’artista è liberarla. La lavorazione del cammeo è simile: l’artista vede già cosa potrebbe venire fuori dal materiale che ha davanti. Per esempio, spesso le conchiglie hanno dei nodi. Per il neofita quel nodo è un difetto. Per un artista bravo può diventare un punto prospettico per creare un fiore che si protende fuori dal cammeo, oppure un viso che guarda lo spettatore invece che essere di profilo. Anche in questo caso l’imperfezione può dare vita a un oggetto unico e irripetibile.
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