Fabbrica Birra Busalla: la storia del primo microbirrificio ligure, tra passato, presente e futuro

Articolo di Emanuele Cavo

La prima fabbrica di birra in Liguria situata, tra l’altro, in una località chiamata Birra non poteva restare chiusa ancora a lungo. E’ quello che ha pensato Lorenzo poco più di venticinque anni fa dopo una serata trascorsa con gli amici, quando è venuto a conoscenza di una storia che gli avrebbe presto cambiato la vita. 

A distanza di venticinque anni da quella sera, con la Fabbrica Birra Busalla che proprio in queste settimane compie i venticinque anni dalla rinascita, il primo microbirrificio ligure si presenta con un mix di tradizione, innovazione e modernità. 

Alla base di tutto la passione, lo studio e il desiderio di provare combinazioni e gusti inediti: tra questi, ovviamente, la Castagnasca e la birra ai petali di rosa, veri e propri punti di forza del birrificio. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Come nasce la Fabbrica Birra Busalla e da dove viene la tua passione per la birra? 

“La Fabbrica Birra Busalla nasce per puro caso. Dobbiamo tornare indietro di venticinque anni in una serata tra amici nella quale si inizia a parlare di nuove attività, amici e passioni. Siamo entrati nel discorso relativo alla birra e all’epoca uno di loro mi disse: ‘Guarda, dove abito io c’è una fabbrica di birra dismessa da un sacco di anni in un posto che si chiama località Birra’. Da lì è nata la scintilla, la curiosità di andare avanti e cercare di capire cosa c’era veramente in quell’epoca e che tipo di fabbrica era. Da lì iniziarono a metà degli anni Novanta a sorgere i primi microbirrifici italiani, poi da cosa nasce cosa e siamo arrivati ad aprire il primo microbirrificio in Liguria nel luglio del 1999”.



Qual è la caratteristica principale del vostro birrificio? 

"La caratteristica principale del nostro birrificio è quello di produrre un prodotto a chilometro zero. Noi produciamo la nostra birra nel locale adiacenti al nostro ristorante. Abbiniamo i nostri piatti con le birre che produciamo nel nostro birrificio. A chilometro zero cosa vuol dire? Una birra prodotta senza l'aiuto di prodotti che possono dare stabilità nel tempo alla birra, perciò lasciarla più naturale possibile. Questo aiuta a far percepire quelle che sono le differenze da un prodotto veramente artigianale rispetto ad un prodotto industriale". 

Come funziona il processo di produzione delle vostre birre? 

“Il processo di produzione delle nostre birre tendenzialmente non si distacca molto da quello che è il processo di produzione classico o industriale, ma si differenzia su due punti importantissimi: l'assenza di microfiltrazione e l'assenza di pastorizzazione. Questo per avere un prodotto che può essere definito come birra artigianale. Iniziamo la mattina con la macina del malto, andiamo in birrificio e iniziamo a produrre l'impasto fino al termine della giornata dove aggiungiamo il quarto e ultimo ingrediente che è il lievito per la fermentazione. Da lì una settimana o dieci giorni circa di fermentazione primaria, quattro settimane di maturazione e dopo circa quaranta giorni la nostra birra è pronta". 

Quanti tipi diversi di birra producete? 

"In venticinque anni abbiamo prodotto tanti stili di birra differenziati e ci siamo divertiti molto a creare dei prodotti nuovi, sempre rifacendoci a quelli che sono gli stili della birra. Abbiamo una quindicina di birre che produciamo, non tutte insieme durante l'anno. Abbiamo un blocco di birre sempre disponibili all'interno del nostro locale e poi una parte che sono a rotazione, legate alla stagionalità o anche all'inventiva del birraio. Due birre sono quelle che ci rappresentano di più, legate al territorio: la

birra con la farina di castagne, la nostra Castagnasca, e la birra con i petali di rosa, prodotta esclusivamente durante la stagione estiva". 



Quali sono i progetti e gli obiettivi per il futuro? 

"Ci sono anche obiettivi e progetti che stiamo portando avanti. Il nostro vincolo sono un pochino gli spazi, perché siamo insediati all'interno di una corte storica. A livello produttivo non abbiamo possibilità di ingrandirci più di tanto. Un piccolo passo lo stiamo facendo, quello di aumentare un pochino la cantina e perciò il prodotto finito. In più la nostra idea è quella di aprire una piccola Taproom al di fuori della Valle Scrivia".




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