Buccinasco è incantevole, immersa nel verde. Il tragitto verso la Falegnameria Artigianale Wood Milano vola, anche se è lontana. La si trova nascosta in fondo a un complesso di aziende, non dà un’idea di segretezza, dà piuttosto un’idea di protezione di uno spirito creativo da mantenere vivo.
Un grande cancello, calde strette di mano e davanti agli occhi un luogo enorme, ricco di grossi macchinari, anche se si viene a sapere che chi ci lavora predilige usarli per lo stretto necessario perché costruisce parecchio a mano, per poter realizzare dettagli interessanti e migliori. La passione è lampante.
Michele Alberto Caterino si presenta come Alberto, sarebbe “il capo” della falegnameria, ma solo sulla carta, poiché di certo guida l’attività ma l’ha stravolta, ha eliminato i contratti da dipendente e introdotto quelli di libera professione. Ha voluto creare delle collaborazioni artigianali ed artistiche, il più possibile orizzontali. Lo dimostra il desiderio di includere gli altri falegnami nell’intervista. C’è chi è riservato e non se la sente e poi c’è Marco Giacomini, che sprizza felicità all’idea di poter valorizzare la bellezza e l’efficienza di Wood e di BrotherWood. E’ un vero piacere conoscerli.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Alberto, ci racconteresti di quando e come hai imparato il mestiere di falegname e dell'avvio di questa società?
Alberto: Questa società nasce dall'esperienza di mio padre, che l’aveva avviata nel 1962. Era una falegnameria tradizionale che realizzava arredamenti tradizionali. Io per passione ho iniziato all'età di 14 anni - parecchi anni fa - e oggi ne ho 42, quindi qualche esperienza c’è. Da qualche anno l'attività è stata rilevata da me ed è stata rivoluzionata per permettere anche ad altri professionisti di collaborare e creare qualcosa di speciale insieme: gli arredamenti si fanno ancora ma si fanno anche progetti artistici.
Sul sito appare per voi molto importante il tema della sostenibilità. In quali termini la applicate?
Alberto: Per noi la sostenibilità è importante, infatti l'azienda da 10 anni ha sulla copertura del tetto un impianto fotovoltaico attivo, che ci permette di abbassare l'impatto della CO2 e di essere abbastanza sostenibili. In più, per noi è fondamentale l’attenzione alla creazione di nuovi materiali o al reperimento di un materiale particolare, infatti abbiamo creato un materiale a base di canapa, 100% naturale, anche se attualmente lo utilizziamo raramente. Questa fibra, ad esempio era stata inserita anche all'interno di vetri. Ad ogni modo, cerchiamo sempre di realizzare dei nostri materiali e di stare molto attenti agli impatti ambientali in vario modo.
Marco: Siamo molto attenti anche alla filiera corta, abbiamo contatti con dei taglialegna e delle segherie di Abbiategrasso e limitrofi, che ci permettono di avere altro legname - di legno massello - proveniente da molto vicino. Tale legno stagiona qui e qui viene direttamente lavorato.
Alberto: Sono proprio scarti di potature. Gli ultimi temporali hanno abbattuto delle piante, di cui vengono recuperati i tronchi e tagliati sul posto a fette. Sta accadendo sempre di più. In questo modo riusciamo ad avere dei tavolami originali, non commerciali, coi quali realizziamo degli arredi altrettanto innovativi.
Marco: Tentiamo di utilizzare tutto il materiale, anche gli scatti. Lo dimostra ogni oggetto artistico, meno legato al mobilio e più legato all’arredamento artigianale.
In quali opere consiste la vostra produzione artigiana?
Marco: Un esempio è il tavolino derivato da un tronco cavo trovato nel bosco ed integrato con metallo e vetro, che sono elementi che utilizziamo molto negli arredi moderni; un altro esempio è una lampada ideata e ricavata da uno scarto di lavorazione di una libreria curva, costruita in legno massello. Oggetti unici, al limite tra arte e artigianato.
Alberto: Oltre agli arredamenti artistici, continuiamo a realizzare arredamento classico, dalla progettazione fino alla realizzazione. Realizziamo progetti sempre ragionati, come il nostro prototipo della cucina sospesa...
Marco: ...in collaborazione con architetti ed esperti di vario genere.
Interessante la libreria curva. Ne raccontereste la lavorazione?
Marco: E’ stata creata per un cliente con esigenze specifiche, sia con legni naturali recuperati dalla filiera corta e stagionati qua, sia con materiali moderni e laccati.
Alberto: Nella progettazione si definisce appunto anche il materiale, in questa libreria le tavole sono di noce massello italiano. Si passa poi alla fase di produzione anche grazie a macchinari tecnologici. In questo caso è stata usata una piccola macchina a controllo numerico, che ci ha permesso di eseguire molte lavorazioni, come ad esempio le curve o montaggi particolari. Le abbiamo realizzate in digitale e portate in fisico, per poi creare le ante curve o sezionature peculiari. Questa macchina risolve questo tipo di problematiche, anche se svolgiamo ancora a mano la gran parte delle lavorazioni, ci viene meglio per poter curare ogni dettaglio.
Quali sono i vostri sogni per un'ulteriore evoluzione della falegnameria?
Alberto: Fino al 2020 avevo portato avanti il sistema aziendale classico ereditato da mio padre, dal 2020 stiamo sperimentando queste collaborazioni a gestione orizzontale: i vari artigiani ed artisti inseriscono le loro competenze all'interno dell'arredamento, da qui nascono delle contaminazioni interessanti. Per il futuro l'intenzione è quella di aprire sempre più questa collaborazione.
Marco: Sì, sì. Una maggiore sinergia tra i vari mestieri: c’è chi si occupa di illuminotecnica, chi si occupa di arte e chi di altro. Il nostro campo di intervento sull'abitare è ampio, ci piace progettare a 360°. Per questo dicevamo che lavoriamo molto anche insieme ad architetti ed esperti. Ci piacerebbe proprio creare una sinergia in misura ancora maggiore.
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