Creare arte utilizzando la luce richiede necessariamente l'aiuto delle ombre: come un'eterna danza dove due figure, così opposte tra loro, riescono ad intrecciarsi perfettamente. Oggi vi portiamo nello "Studio Ferdi Giardini", che progetta e realizza opere di design senza tempo.
Le luci e le ombre sono indubbiamente gli elementi che lo ispirano di più, ma non sono gli unici. Così, nel suo studio può capitare di imbattersi in un gioiello o in porta profumi in legno.
Negli ultimi anni Ferdi si è dedicato soprattutto alle sculture luminose,
Come nasce lo Studio Ferdi Giardini?
La mia Ferdi Giardini non è un'attività, quindi non posso dire che sia nata. È una necessità, una passione predestinata. Forse può essere intesa anche come una forma di sopravvivenza: uno strumento per dare valore alla vita, che altrimenti non ne avrebbe.
A quali clienti sono rivolte le sue opere e le sue creazioni?
Le mie creazioni firmate Ferdi Giardini sono rivolte a tutti, non c'è un target definito. Io creo, o almeno spero di creare, delle opere uniche e universali. Poi possono piacere o no, ma spero riescano ad arrivare all'anima delle persone.
Cosa la rende più orgoglioso del suo lavoro?
Orgoglio non è una parola che mi piace più di tanto. Ciò che mi fa piacere è vedere le mie opere finite nelle case delle persone. Anche dopo tanto tempo mi parlano e mi raccontano il loro viaggio, il loro vivere in queste case. Mi trasmettono nuove emozioni: come un figlio che ritrovi dopo tanto tempo o al termine di un lungo viaggio, non solo fisico ma anche introspettivo.
Quali sono le fasi principali della sua attività qui allo Studio Ferdi Giardini?
Prima di dare vita ad un'opera, mi appare quasi un'immagine oleografica. È come se vedessi una forma nella mia testa che poi riesco, in qualche modo, a realizzare graficamente. Io, infatti, disegno molto e faccio spesso degli schizzi delle mie idee. Una volta concretizzata su carta, l'idea si trasforma in una sorta di lista della spesa: devo fare l'elenco di tutti i materiali che mi servono per realizzarla qui allo Studio Ferdi Giardini. In questa fase devo capire cosa mi serve, le quantità e anche dove andare a comprare le cose. Quest'ultimo aspetto fa parte del gioco, perché ci sono alcuni dettagli delle sculture luminose che necessitano anche di una conoscenza approfondita dei materiali. Poi mi metto a l'opera, fin quando non vedo l'oggetto finito davanti a me.
Cosa si augura per il futuro?
Per il futuro dello Studio Ferdi Giardini mi auguro qualcosa che inevitabilmente coinvolge anche le altre persone: continuare a possedere sempre la curiosità, verso tutto e verso tutti. Ritengo che la curiosità è sana quando la usi per conoscere e migliorare te stesso. A quel punto puoi usarla per creare qualunque cosa, in qualunque campo. La curiosità non è una prerogativa solo delle persone artistiche e creative, ma è un elemento fondamentale che serve a creare un libro, una musica, un libro, una danza, un amore...
Quando la curiosità non è associata alla creatività diventa solo una sterile forma di indagine, ed è molto pericolosa.
Vorrei aggiungere un’ultima cosa: da un po' di anni a questa parte, io creo principalmente oggetti luminosi. Io uso la luce come un elemento di costruzione spaziale. La luce non serve ad illuminare, ma a costruire spazi evocativi e forme suggestive. Se con un oggetto o con una forma che ho inventato, con diversi tipi di tecnologie, riesco a costruire uno spazio dove la fonte luminosa, anche da spenta, parla, allora credo di aver costruito uno spazio quasi perfetto.
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