Energia, fervore creativo, passione. È questa l’atmosfera all’interno del laboratorio FG Art and Design di Francesco Faravelli, artista specializzato in sculture ed elementi di design in ceramica e ferro in provincia di Varese. FG Art and Design è cresciuto attraverso una costante sperimentazione di forme, materiali e finiture ed è divenuto nel tempo un punto di riferimento per l’artigianato Made in Italy locale.
Tutto ha avuto inizio all’interno del laboratorio di un artigiano del posto, nel quale per Francesco Faravelli, all’epoca commerciale di una nota azienda, è stato possibile apprendere tecniche e tempi di lavorazione e realizzazione dei prodotti di FG Art and Design. Da lì la scoperta dell’argilla e di un mondo che ha conosciuto “sporcandosi le mani”, come tradizione per i veri artigiani italiani.
Come è nata la passione di plasmare la materia?
“È come se avessi fin qui vissuto due vite. La precedente, in cui ero figura commerciale di una grande azienda, e l’attuale, quella che mi ha permesso di esprimermi, scoprirmi, ritrovarmi. Prima del grande cambiamento, cominciavo a percepire che le mie energie stavano soffocando.
Finché una sera mi trovo a modellare per gioco un piccolo pezzo di argilla offerto da un’amica scultrice. Un imprinting tanto forte da indurmi a dare le dimissioni il giorno seguente e cominciare a seguire la mia strada, quella che mi ha portato fino a qui e spero mi conduca ancora lontano”.
Quali sono stati i primi passi nel mondo dell’arte?

“Dapprima ho frequentato la bottega di un artigiano per imparare la tecnica, solo dopo comincio a produrre in autonomia le mie prime creazioni - perlopiù vasi e complementi d’arredo - allestendo la mia piccola cantina adibendola a laboratorio e dotandomi degli attrezzi necessari.
Qui conosco i materiali e le loro caratteristiche: la ceramica richiede tanta tecnica e precisione, soprattutto nelle fasi iniziali. Dopo poco, intraprendo il mio giro tra i mercatini d’Italia vendendo i miei lavori e cominciando a farmi conoscere.
Ben presto però mi accorgo che il valore dei miei prodotti, maggiormente estetico che funzionale, non viene percepito dal target di clienti che sto raggiungendo: devo guardare altrove”.
Oggi FG Art and Design si rivolge a una fascia alta

“Nel 2001 decido di posizionarmi in una fetta di mercato più alta, che comprenda una clientela in grado di riconoscere e apprezzare le mie creazioni. L’occasione arriva col Salone del Mobile, dove espongo insieme a un noto produttore di arredi di lusso, intuendo il buon connubio tra il suo prodotto e il mio.
La risposta è stata così positiva che di lì a poco decido di partecipare a Maison&Objet, la famosissima e prestigiosa fiera parigina. Il successo della manifestazione conferma che quella è la strada giusta.
Oggi lavoro con studi di architettura e di interior design e con i luxury show room, integrando la mia arte nei loro progetti. È una soddisfazione essere considerato un valore aggiunto quando si parla di progettazione e armonizzazione degli spazi. Lavoro anche per il privato e, ultimamente, anche per il pubblico: sculture destinate a rotatorie, per esempio, o ad altro tipo di istituzioni”.
Quali materiali utilizzi per le tue opere?
“Il mio colpo di fulmine è stata la creta, di cui mi ha affascinato molto la tecnica giapponese di cottura, la Raku, che ho da subito adottato e che utilizzo tuttora. Mi sono accorto ben presto però che la lavorazione della ceramica ha dei limiti dimensionali dovuti alla struttura del forno.
Complice la mia propensione alla sperimentazione, mi sono dedicato anche al ferro: due materiali agli antipodi. Così si sono aperte le porte a progetti di grandi dimensioni, installazioni architettoniche e complementi unici, destinati a spazi privati e pubblici di lusso”.
Come nasce una creazione di ceramica e in cosa consiste la tecnica Raku?

“In base all’ispirazione, alla commessa o al progetto, avviene dapprima la modellazione del pezzo, che viene in seguito sottoposto a una prima fase di essiccazione a temperatura ambiente per eliminare tutta l’umidità.
Dopodiché il semilavorato subisce una prima cottura a 1000° C, che trasforma l’argilla in ceramica (Biscotto), rendendola dura, resistente ma ancora porosa. A questo punto il pezzo viene rivestito con appositi smalti contenenti ossidi metallici e pigmenti speciali, specifici per questo tipo di lavorazione.
Una volta pronto per la seconda cottura, sempre alle stesse temperature della prima, il pezzo subisce una fase di shock termico e affumicatura: viene estratto dal forno ancora incandescente, con apposite attrezzature, e gettato nella segatura o in altro tipo di combustibile che crea fiamme e una conseguente riduzione dell’ossigeno.
Questo sbalzo termico, a volte esasperato come per la tecnica cracklè, permette la creazione di crepe e sfumature particolari che conferiscono unicità all’elemento. La tecnica Raku mi ha da subito incantato sia per le sue origini risalenti alla cultura giapponese del XVI e in particolare alla creazione di ciotole per la cerimonia del tè, sia per la sua particolare metodologia, grazie alla quale è possibile ottenere un pezzo unico, che esalta le imperfezioni della materia”.
Quali sono stati i progetti più significativi?
“Tra le opere che mi hanno dato maggior soddisfazione, cito sempre una scultura in acciaio da 700kg installata in una piscina sul tetto di un complesso residenziale di lusso di Lugano: due ovali incrociati a ricordare una farfalla.
Una bella sfida, considerati i complessi vincoli strutturali. Altri progetti includono interventi in nautica di lusso, collaborazioni con studi di architettura e showroom di design, sempre con un’attenzione estrema all’armonia e alla connessione tra opera e ambiente. Questo mi lega profondamente al Made in Italy e alla ricerca della perfezione”.