Emanuele D’Alò ha fondato Shank Instruments e successivamente ne ha ideato la filiera Ground Custom. In Ground Custom il musicista trova gli strumenti creati da Emanuele, ma trova anche quelli costruiti da Rossella Canzi (di Ross Liuteria e Riparazioni) e da Fabio Molinelli (di Molinelli Guitars). Di Ground Custom fa parte anche un’altra società di Emanuele e Rossella: DrumMa Italy.
Dopo aver giustamente capito il funzionamento della loro relazione lavorativa, si passa ad una percezione molto meno intricata, una percezione di genuinità, dove la genuinità si vede nel gusto dell’estetica degli strumenti e degli arredi presenti nel laboratorio ed al contempo si evince dai dialoghi, spontaneamente sinergici, informali ma sostanziosi. Averli di fronte dà l’idea che sappiano come appagare le richieste sia degli intenditori che dei musicisti alle prime armi e che dunque sappiano distinguere interlocutori e contesti ed abbinarli alla chitarra o al basso che faccia al caso.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Buongiorno. Come avete imparato il mestiere?
Emanuele: Come penso accada a molti, ho iniziato per hobby. Facevo tutt'altro mestiere quando mi sono appassionato alla materia. Ho iniziato a costruire le chitarre per divertimento ed ho attinto alla rete per carpire le informazioni. Sono rimasto così soddisfatto dei risultati che ho deciso di farlo diventare “un hobby serio”, di conseguenza questo lentamente è diventato un mestiere, tant'è che ho lasciato il mio precedente lavoro e ho iniziato a costruire chitarre in modo regolare.
Rossella: Ho imparato il mestiere della Liuteria venendo dalla musica, perché da quando ero bambina, ragazzina, ho sempre studiato chitarra e ad un certo punto ne ho costruita una per me. Mi è sempre piaciuto costruire. Preferivo fare i giochi di costruzione piuttosto che giocare con le bambole. Quando avevo circa 17-18 anni ho iniziato l’esperimento, successivamente l'attività produttiva è diventata sempre più seria perché andavo in giro da diversi liutai a “rubare i segreti” e passavo nottate su YouTube o a leggere; poi ho fatto esperienza sul campo, ho messo le mani in pasta e ho cominciato ad essere soddisfatta degli strumenti che creavo, quindi poi è diventato un mestiere.
Fabio: Non mi ritengo un liutaio ma un artigiano costruttore di chitarre elettriche. Arrivo dalla Falegnameria e dal restauro di mobili antichi, ero quindi già appassionato della lavorazione del legno. In più suonavo la chitarra, così mi sono appassionato anche alla costruzione degli strumenti musicali. Ho cominciato a distruggere i miei e quelli degli amici (ndr dice ridendo) ma poi ho imparato. Nel ‘97/’98 lavoravo presso un negozio di strumenti musicali, nel quale ho cominciato a masticare il mondo della chitarra elettrica. Dal ‘99 ad oggi è passato un po' di tempo, mi sono perfezionato negli anni. Ho principalmente puntato molto su finitura dello strumento, verniciature e aerografie.
Ground Custom è una collaborazione tra Shank Instruments, Ross Liuteria e Riparazioni, DrumMa Italy e Molinelli Guitars. In che modo collaborate? In quali termini il vostro laboratorio si definisce innovativo e non convenzionale?
Emanuele: Ho sentito - ed immagino che abbiano sentito anche loro - l’esigenza di fornire al cliente un'esperienza diversa dal solito, cioè quella di poter accedere ad un luogo d’incontro. Ground Custom risponde a questa necessità. Qui forniamo al cliente l'esperienza più coinvolgente possibile. Riteniamo che Ground Custom possa avere le potenzialità per offrire un ventaglio di prodotti come pochi altri, infatti proponiamo e costruiamo strumenti di tutti i tipi. L’esperienza è ancora più coinvolgente perché facciamo anche spettacoli live dove si suona.
Fabio: Circa sette anni fa, lavoravo in un altro laboratorio, Emanuele aveva un problema con uno strumento e me lo aveva portato per la riparazione. Ci siamo conosciuti e siamo entrati in sintonia, così lui aveva incominciato a parlarmi di questo progetto, che stava ideando insieme a Rossella. Conobbi però Rossella solo qualche tempo dopo, anche con lei ci siamo trovati subito bene, si è creata questa alchimia particolare, dovuta anche al fatto che la direzione delle idee mie, di Rossella e di Emanuele era la stessa ma permetteva anche ad ognuno di mantenere la propria personalità e il proprio stile. L'idea partita da Emanuele si incastrava benissimo. Siamo insieme tutti e tre da 6 anni, vuol dire che l'idea funziona. Questo laboratorio non è troppo convenzionale perché, appunto, all'interno creiamo degli eventi e delle situazioni musicali, in collaborazione con band di musicisti. Portiamo avanti anche degli altri eventi in cui spieghiamo particolari e determinate fasi di creazione o di riparazione degli strumenti musicali.
Rossella: Secondo me la collaborazione all'interno di Ground Custom poggia le basi sulla diversità, perché ognuno di noi ha una propria specializzazione a livello costruttivo, lo trovo interessante. Ci permette di offrire al cliente un'esperienza a 360° e soprattutto di offrirla ad ogni tipo di cliente: chi preferisce avere una chitarra metallara con le fiamme va da Fabio, chi preferisce una chitarra archtop jazz oppure delle chitarre un po' più classiche o repliche di strumenti esistenti va da Emanuele.
Io ultimamente mi sto specializzando nelle acustiche, ma produco un po' di tutto. Ognuno ha il proprio stampo.
Quali sono le differenze di lavorazione? Quali sono quindi gli attrezzi del mestiere e il ciclo produttivo?
Emanuele: La lavorazione ha una durata mediamente compresa tra le 8/10 settimane e i 4/5 mesi, o anche 6. Dipende dalla tipologia di chitarra che si va a realizzare. Uno strumento elettronico a corpo pieno e tradizionale, cosiddetto solid body, non necessita più di 2 mesi di lavorazione, viceversa una chitarra jazz, tecnicamente definita archtop, necessita di una lavorazione molto più elaborata e complessa, richiede un minimo di quattro mesi di lavorazione. La differenza è sostanziale.
Fabio: Siamo degli artigiani, significa che lavoriamo con le mani. Qua dentro non si usa nessun macchinario tipo CNC (ndr macchine a controllo numerico) né altra strumentazione tecnologica. Dal taglio del legno sino alla verniciatura viene fatto tutto completamente a mano. Svolgiamo a mano la configurazione dei top (ndr tavola armonica), ad esempio quelli bombati. Usiamo attrezzi manuali, ad esempio sgorbie o piallettini molto piccoli. Fare tutto a mano secondo me è la scelta migliore. Man mano che si lavora, si accarezza il risultato finale del proprio strumento, manualmente si riesce a capire quel che si sta facendo e ne si ha la sensazione.
Colorazioni strepitose. Come fate?
Rossella: La verniciatura dello strumento è una parte fondamentale della personalizzazione di uno strumento, quindi a tutti noi tre piace darle molta importanza, anche se in maniera diversa. Fabio preferisce delle verniciature più particolari e più custom, usa aerografie, crea figurazioni geometriche, come le fiamme. A me ed a Emanuele invece piace di più giocare sulle venature preesistenti ed andare a fare delle mordenzature e delle colorazioni sul legno grezzo, in modo da tirar fuori la venatura del legno e far sì che il legno e il colore giochino insieme
Quali sogni ulteriori vorreste realizzare?
Emanuele: Abbiamo già realizzato tanti sogni, un mio altro sogno potrebbe essere quello di affermarmi definitivamente nei mercati esteri tramite la vendita di chitarre jazz o archtop. Ci sono vicino, mancherebbe ancora qualche metro al traguardo.
Fabio: Credo che il pubblico italiano abbia perso un po’ il gusto dell'artigianato italiano e stia privilegiando quello che arriva dall'estero. La cosa positiva è che invece all'estero l'artigianato italiano viene valorizzato molto, Emanuele ne è una prova. Il mio sogno è che l'artigianato italiano torni ad essere acquistato anche in Italia. Ha un valore molto alto, e non solo nel settore degli strumenti musicali.
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