Stefano Demetrio Melograna si è diplomato nel 2018, è uno dei due vincitori del bando "Incubatore per mettersi in moto" ed è specializzato in chitarre acustiche e chitarre archtop, lavora nel quartiere di Dergano (Milano) al LiutaiLab, ossia in un arricchente spazio condiviso da liutai diplomati. Stefano è un liutaio poliedrico, entusiasta nel provare a creare strumenti nuovi, ma anche nel costruire chitarre classiche, bassi e mandolini napoletani, lombardi e genovesi; oltre a costruire, ripara strumenti moderni ed anche strumenti antichi, per mettere mano a questi ultimi utilizza tecniche tradizionali delicate e non invasive. Nel cortile di LiutaiLab realizza eventi, ad esempio concerti di musicisti che suonano strumenti creati da lui. Si può dire che, quando c’è l’esperienza, un liutaio trentenne possa essere più curioso e adattivo davanti alle richieste del cliente, rispetto a coloro che lavorano nel settore da decenni, il cui stile potrebbe essere a volte più rigido.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Buongiorno Stefano. Com'è stato imparare dai Maestri Fabio Bonardi e Lorenzo Lippi (alla Scuola Civica di Liuteria)?
Buongiorno. Sì, ho studiato alla Scuola di Liuteria di Milano con Maestri quali Fabio Bonardi e Lorenzo Lippi. Quello tra me e Bonardi è il rapporto più importante che ho portato a casa da quella Scuola, è proprio il mio maestro, collaboro ancora con lui. Da lui ho imparato praticamente tutto quello che so di questo lavoro, soprattutto le tecniche di restauro in generale e di restauro di mandolini in particolare: mandolini napoletani, ma anche mandolini lombardi e barocchi.
È stato detto da te che durante l'ideazione è necessario capire quale setup (configurazione ndr) sia adatto e quale sia inadatto al musicista che ordina uno strumento, al fine di costruire lo strumento migliore. Quali sono i metodi per sviluppare questa capacità?
Quando si sistemano gli strumenti per i musicisti è particolarmente importante avere riguardo per le loro esigenze specifiche e questo si ripercuote su come lo strumento verrà settato; ciò significa che, in base allo stile di suono del musicista, si procederà in un senso o nell'altro, magari scegliendo delle corde leggermente più alte o più basse, più grosse o più sottili. È importante, quindi, sia nel setup sia nella costruzione avere bene in mente le esigenze del musicista che vuole suonare quello strumento.
Quali sono i procedimenti produttivi delle chitarre acustiche?
Quando costruisco una chitarra acustica, il progetto parte sempre dal rapporto col cliente. Una volta decisi insieme alcuni dettagli estetici e sonori, si parte con la lavorazione vera e propria, dove la prima fase è la costruzione della cassa armonica, nella quale il fondo e la tavola vengono giuntati in due pezzi per poi procedere all'incatenatura, alla costruzione delle fasce e così via fino ad ottenere la cassa armonica. La tavola è la parte più importante dello strumento perché riproduce il suono.
Chiarite le esigenze sonore del cliente, lo sviluppo del progetto sul singolo strumento viene fatto da me. Ragiono sulle caratteristiche dei materiali che utilizzerò e che sono stati selezionati. Hanno delle differenze di natura, quindi sviluppo gli spessori oppure le forme delle catene con l'idea di ottenere il suono richiestomi.
Crei anche archtop? Quali sono le differenze tra le chitarre acustiche e le chitarre archtop?
Sì, creo anche chitarre archtop, che sono chitarre da jazz e sono strutturalmente diverse dalle chitarre acustiche, si costruiscono in una maniera simile a quella della creazione di violini perché i pezzi di legno vengono scavati mentre sulle chitarre acustiche sono pezzi piatti.
Per me è importante conoscere la tradizione liutaria ma anche aprirmi alle nuove tecnologie, infatti nel mio processo produttivo spesso integro la lavorazione a mano con quella a macchina, utilizzando le macchine a controllo numerico. Questo avviene per esempio nella produzione del ponticello, per il quale uso le macchine a controllo numerico per risparmiare tempo di lavorazione ma soprattutto per avere un grado di precisione che sul ponticello non avrei a mano.
Ci racconti di uno strumento già realizzato per il quale hai provato molta soddisfazione e di qualcosa che vorresti realizzare?
Un progetto che mi ha dato molta soddisfazione è stato poter finalmente realizzare un tipo di chitarra che avrei voluto sviluppare: la chitarra Parlor. L’ho realizzata lavorando con un ottimo musicista, abbiamo creato insieme il progetto ed è nata una cosa nuova che mi ha dato molta soddisfazione.
Uno degli obiettivi per il futuro lavorativo è continuare a sviluppare un ambiente come quello dove sono adesso, dove oltre alla liuteria si creano anche momenti di condivisione ed eventi, come i concerti che realizziamo qui in laboratorio.
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