Koikoi: La maternità come un’opportunità per ripartire

Articolo di Bernadette Melis

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Giorgia Ghetti è la fondatrice di Koikoi, ed era una consulente di marketing a Milano, con un bagaglio accademico e culturale forte e ben definito. Quando ha scoperto di aspettare la sua prima figlia ha capito che era giunta l’ora di nutrire la sua anima creativa che, dietro la scrivania di un ufficio, si stava affievolendo. Ha deciso, così, di seguire il suo cuore e grazie alla sua bambina, ai tempi lenti della maternità e alla sua bella famiglia che l’ha sostenuta e aiutata nella sua scelta, ha cambiato vita. Rimboccandosi le maniche, con fatica e dedizione, ha creato il suo progetto creativo: Koikoi. Da gennaio 2024 Giorgia ha reso il suo sogno ancora più tangibile, aprendo il suo negozio laboratorio in via Girolamo Rossi a Ravenna. Un piccolo atelier dove realizza capi d’abbigliamento bellissimi e unici, sia per donne che per bambini, con entusiasmo e passione, con un senso di gratitudine verso i suoi figli per averle permesso di scegliere e credere nel suo sogno.  

Ciao Giorgia, raccontaci un po’ di te e di Koikoi

Io sono Giorgia e Koikoi è il mio progetto creativo nato nel 2017, dopo la nascita della mia prima bimba Sofia. Prima di Koikoi io facevo tutt’altro: vivevo a Milano e lavoravo come consulente e analista in ambito marketing per una società di Londra, con ritmi molto frenetici e un tipo di lavoro che, anno dopo anno, mi stava spegnendo sempre di più. Grazie alla nascita della mia prima bimba e alla maternità, con i suoi tempi lenti, ho avuto l’opportunità di sfruttare i momenti in cui la bambina riposava per imparare a cucire. Mi sono fatta regalare da mio marito la prima macchina da cucire e ho iniziato a creare le prime cose che non erano per nulla belle, ma per me quel momento è stato come un colpo di fulmine. Mi sono accorta che in quella situazione, in quel contesto con la macchina da cucire e la libertà di poter dare sfogo alla mia creatività, io stavo bene e quello era il mio posto. 

Utensili da lavoro di Giorgia di Koikoi

Perché il tuo progetto artistico si chiama “Koikoi”?

Koikoi è stata la prima parola di mia figlia ed è a lei che ho dedicato questo progetto creativo, perché devo effettivamente a lei la forza, il coraggio e la motivazione che sono riuscita a trovare per chiudere con la vita precedente e buttarmi in una nuova avventura, anche se un po’ rischiosa. Koikoi all’inizio era composto esclusivamente da prodotti baby: bavaglini, porta ciucci, fasciatoi da viaggio, cubotti e tappeti sensoriali. Il progetto poi si è ampliato e, dopo aver fatto un corso per imparare i carta modelli e creare la mia prima linea di abbigliamento donna, a oggi l’80% del fatturato arriva proprio da questa.

Come nascono i tuoi capi?

Io realizzo principalmente capi di abbigliamento da donna e uno degli aspetti principali e più belli nella creazione di questi vestiti femminili è la ricerca dei tessuti. Giro tantissimo, faccio ogni settimana una visita a tutti i miei fornitori che ho conosciuto e raccolto negli anni. Ognuno degli stessi è specifico per determinate tipologie di tessuto, visto che mi occupo sia di abbigliamento donna, che mondo baby e utilizzo tanti materiali diversi. Molto spesso acquisto scampoli di tessuti per andare a creare dei pezzi unici. Uso, quindi, metrature molto piccole per garantire sia l’esclusività del capo, sia perché amo farmi guidare nella creazione del modello dallo stesso scampolo di tessuto. Faccio più fatica a creare da rotoli di tessuto e metrature importanti che non a partire dalle costrizioni e dai limiti di uno scampolo. 

Vestito Koikoi

Questo "limite" è una parte che mi piace molto e che ritrovo fra i vari frangenti della mia vita come in cucina, dove riesco a cucinare meglio con gli avanzi che ci sono in frigorifero che non andare a fare la spesa ad hoc. Tutto quello che faccio è 100% handmade. Le etichette, ad esempio, non sono create da me ma da un'altra artigiana e sono tutte fatte a mano in argilla polimerica. Mi piace molto che anche questi piccoli dettagli siano fatti in modo artigianale. 

Hai un prodotto principale nella tua linea e uno al quale sei più affezionata?

Il prodotto di punta dell’abbigliamento Koikoi è sicuramente il Kimono Mia, di cui io ora indosso uno dei tanti. È il prodotto che è stato più amato, apprezzato, più venduto e realizzato in tutti i tessuti possibili e immaginabili: dagli strutturati, da tappezzeria, alle lane pesanti, alle viscose leggerissime, cotoni, mussoline. In base alle tipologie di tessuto svolge delle funzioni diverse: si trasforma da cappottino a capospalla, a blazer leggero ed è un capo molto versatile che è stato tanto apprezzato e che io amo. Il prodotto, però, al quale sono più legata è sicuramente il pantalone Norma, che ha preso il nome dalla mia nonna Norma, con la quale ho creato il mio primo cartamodello. Inoltre i primi pantaloni Norma li abbiamo proprio cuciti e creati insieme. Per questo motivo, posso considerarlo il prodotto al quale sono emotivamente più legata. 

Sei attenta all’ambiente nelle tue lavorazioni? 

Nel mio laboratorio Koikoi faccio attenzione anche all’aspetto ambientale, quindi in generale cerco di sprecare il meno possibile i miei tessuti. Questo aspetto fa si che io non butti via niente e recuperi anche i ritagli più piccoli, perché con ogni cosa si può creare qualcosa di nuovo. Tutti i ritagli li utilizzo per infiocchettare e impacchettare i prodotti che devono partire o che consegno. Anche a monte, nella scelta dei tessuti, opto spesso per piccoli pezzi che diversamente non verrebbero utilizzati, ma verrebbero smaltiti, buttati o le rimanenze e i fine stock, fine rotoli che le grandi aziende non utilizzano e che quindi rimangono lì.

Pacchetti Koikoi artigianali

Cosa sogni per il tuo Koikoi?

Per quanto riguarda i progetti futuri, nell’immediato, mi piacerebbe provare a creare una piccola linea Koikoi mini per i più piccoli. Ci sono alcuni capi, quelli più iconici di casa Koikoi che, con le giuste accortezze, potrebbero vestire bimbe con vestiti che durino e coprano diversi anni, cosa che nell’abbigliamento per bimbi e difficile da realizzare. Per il tipo di vestibilità che hanno i miei capi, con le cinturine integrate, sto pensando a dei pantaloni o degli abitini che possano arrivare a vestire delle bimbe dai sei agli otto/nove, anche dieci anni, rendendo più durevole il capo.   

In cantiere c’è anche la creazione di un sito e-commerce, poiché a oggi il grosso del mio lavoro avviene tramite spedizione, quindi con gli acquisti online che, al momento passano tutti da Instagram.

Mi piacerebbe creare anche una piccola linea di capi riciclati, di recupero. Partire da abiti vintage, quindi di seconda mano e andare a rivisitarli per donarli una seconda vita. Adesso, piccolo spoiler, sto lavorando su alcune camice da uomo e vediamo come andrà…  

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