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Di notte Cinzia sogna i colori e le forme dei vestiti che vorrebbe realizzare, e di giorno li crea. “Lacibi” è il suo negozio e laboratorio di sartoria a Pordenone in cui regnano sovrani colori e tessuti. La passione di Cinzia e del suo staff è quella di vestire le donne e di consegnare loro accessori e capi artigianali, spesso realizzati con materiali avanzati delle produzioni di alta qualità.
Cinzia, presentati brevemente
Ciao, io sono Cinzia Cibin, ma tutti mi hanno sempre chiamata “la Cibi” o “Cibi” e di questo soprannome ne ho fatto un marchio. Ho aperto la mia attività 5 anni fa, creando una linea di moda da donna molto particolare con tagli abbastanza semplici, ma sempre con un tocco di originalità, seguendo soprattutto la qualità del tessuto.
Come avviene il processo di produzione dei tuoi abiti?
Si inizia sempre dalla scelta del tessuto che faccio io personalmente perché il gusto della stampa e della qualità del tessuto è una cosa che deve partire da me. Da lì si crea un bozzetto per capire se con un certo tipo di tessuto si potrebbe creare un pantalone, una gonna o altro: solitamente se sono cose un po’ particolari me le sogno di notte! Con il mio staff si comincia a fare il prototipo: si fa il cartamodello, si taglia, si confeziona e si sistema perché il primo prototipo è sempre da rivedere. Infine, la fotografa scatta le foto alla modella che indossa i miei vestiti.
A cosa ti ispiri nella creazione dei tuoi abiti?
È un po’ difficile da dire: a parte i viaggi e tutto quello che posso vedere in giro, anche il semplice parco qui vicino può ispirarmi. Una giornata particolare, una semplice parola, un racconto di un mio cliente mi fanno sempre venire dei piccoli flash da cui poi traggo ispirazione. Da lì faccio dei bozzetti e mi vengono delle idee.
Da chi è composta la tua clientela?
Per il novanta percento sono delle donne. Poi mi è capitato di fare qualche abito da bimba, così come dei capi da uomo. Preferisco però concentrarmi sulla donna, proprio perché è qualcosa che sento nelle mie corde.
C’è una tecnica in cui sei specializzata?
Ho iniziato a lavorare in sartoria, quindi ho imparato la tecnica sartoriale vera e propria di una volta e nella quale si imbastisce molto. Nella mia carriera lavorativa ho lavorato per diverse aziende dell’abbigliamento, andando spesso anche in Romania, in Cina ed in Mongolia. È all’estero che ho riscontrato una velocità nella produzione dei capi, sempre però con cura e con qualità: per questo motivo io faccio un mix tra la sartoria e la confezione dell’abbigliamento industriale di alta qualità.
Le tue clienti hanno delle richieste particolari per quanto riguarda la creazione di un capo?
Sì, ci sono due cose che mi chiedono. La prima è personalizzare gli abiti che faccio quando creo un capo: non sempre la fantasia può piacere, quindi propongo diversi tipi di tessuto di colori diversi per rifare lo stesso identico capo, che può essere di varie misure. Un’altra delle cose che mi chiedono molto è quella di ripetere un capo meraviglioso – come un pantalone, una giacca o un abito – che le persone hanno nell’armadio e adorano ma che ormai ha il tessuto logoro. Perciò ripeto perfettamente il cartamodello del capo che mi portano e lo rifaccio con i tessuti uguali.
Qual è il capo di abbigliamento che preferisci creare?
Il mio capo preferito è il pantalone: più strano è, meglio è. Più fantasia c’è, meglio è. Il pantalone è sicuramente il capo che mi piace di più.
Quanto conta la sostenibilità nel tuo lavoro?
La sostenibilità è sicuramente il punto focale del negozio, dell’artigianato locale, soprattutto in questo momento in cui l’abbigliamento che viene creato in diverse parti del mondo viene poi gettato via. Io il tessuto lo acquisto anche da stocchisti: sono loro che vanno a recuperare i tessuti avanzati dalle produzioni di alta qualità. Ad esempio, ho utilizzato splendidi tessuti avanzati di Gucci e Vivienne Westwood: è un modo per ridare vita a dei materiali che andrebbero buttati via. La sostenibilità è essenziale, soprattutto in questo momento in cui comprare quello che costa poco è sicuramente sbagliato: ve lo dico perché andando in giro per aziende di abbigliamento, soprattutto in Asia, so perfettamente che prodotto di scarsa qualità arriva qui. Dovete stare attenti a non acquistare un prodotto troppo cheap, perché dietro sicuramente c’è uno sfruttamento e una qualità molto bassa. Bisognerebbe fare un passo indietro quando si vedono certe cose: acquistate meno e acquistate meglio.