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Si respira il profumo dei boschi, entrando nel laboratorio “Legno e Resina” di Davide Samadelli. Attualmente la sua azienda è situata all’interno di un capannone vicino a Castel d’Azzano, nell’immediata provincia di Verona sud. Ma per il futuro, il giovane Davide sogna BIG, e l’attuale start-up potrà trovarsi in un contesto più boschivo, magari nelle prime colline attorno a Verona, o addirittura nella più alta Lessinia e si trasformerà in una segheria declinata alla sostenibilità: dalla stagionatura degli alberi caduti naturalmente o per eventi atmosferici avversi, fino alla trasformazione in pellet per utilizzare ogni parte – anche la più piccola – di tutto il legname a disposizione. Niente sarà scartato.
Come nasce Legno e Resina?
L’azienda nasce da una mancata opportunità: avevo seguito un corso per diventare saldatore, ma poi per problemi personali, non ho potuto praticare il mestiere che avevo scelto. E così ho dovuto invertire la rotta… Ed eccomi qui, in mezzo al legno.
Che cosa producete?
Il laboratorio dà vita a piccoli oggetti d’arredamento come i vasi da fiori o gli orologi, fino a complementi d’arredo un po’ più importanti come i tavoli, le panche, le scaffalature. Per la terra vocata alla vitivinicoltura, quale è quella veronese, adesso abbiamo progettato anche dei portabottiglie – singoli e multipli – che potranno trovare spazio nelle cantine dei nostri produttori locali.
Quindi producete sia su commessa, sia in libera ispirazione?
Certamente. Quando riceviamo un ordine da un cliente, lo progettiamo in 3D, ma nel frattempo proponiamo anche dei complementi alternativi, in modo che il tavolo non resti un tavolo da solo, ma sia accompagnato anche da una serie di altri oggetti che vestono e arricchiscono l’ambiente.
Qual è la filiera di Legno e Resina, cioè… come nasce un oggetto?
Prima di tutto veniamo contattati da chi ha legna da smaltire: si tratta di alberi caduti spontaneamente o in seguito a tempeste o eventi climatici che ne hanno decretato la fine naturale. Andiamo a prendere la legna, la trasportiamo in laboratorio e la mettiamo a stagionare all’aperto. La nostra attuale location garantisce un flusso di corrente ideale per la stagionatura; il rovescio della medaglia è invece l’umidità che non favorisce il buon mantenimento della materia prima. Quindi nella stagione invernale il legno deve trovare un ricovero diverso.
A stagionatura avvenuta, insieme al cliente, scegliamo il legno che meglio si adatta alla realizzazione del prodotto richiesto. La venatura, il colore, l’eventuale trattamento o la scelta di lasciarlo al naturale, sono tutte variabili che discutiamo insieme al committente, per avvicinarci quanto più possibile ai suoi desideri. Il tocco finale è la combinazione con la resina, materiale davvero innovativo.
Cosa le suggerisce la parola “sostenibilità”?
Nel nostro caso è un faro: il concetto di sostenibilità per noi si traduce nel completo utilizzo di ogni singola parte della pianta caduta, anche la più piccola. Quest’anno – complice la crisi energetica – abbiamo provato ad ipotizzare la riconversione in pellet delle parti di scarto. Abbiamo fatto qualche esperimento e ci ha convinto. L’anno prossimo abbiamo intenzione di approfondire il tema per essere pronti ad offrire un prodotto serio: la nuova frontiera sarà il pellet, per un’energia sempre più rispettosa dell’ambiente e sempre meno legata alle fonti combustibili tradizionali.
Come si posiziona Legno e Resina nel vasto mercato dei mobili prodotti dalla grande industria?
Inutile negarlo: la concorrenza è forte. Tuttavia noi puntiamo ad offrire un prodotto artigianale unico, poiché ogni pezzo realizzato è diverso da un altro e ha una sua singolarità specifica, perché proviene da un albero, che non è uguale a nessun altro.
Come vede la sua azienda tra una decina d’anni?
Mi piacerebbe che anche parte della mia famiglia fosse coinvolta in questa avventura imprenditoriale. C’è già mio padre che ogni tanto mi aiuta, ma nei miei desideri prende vita la realtà della conduzione familiare. Poi vorrei che diventasse una vera e propria segheria all’insegna della sostenibilità: dal tronco caduto alla produzione di mobili e oggetti di arredamento fino al risultato dello scarto zero, con la produzione di pellet o altro che non lasci nemmeno un truciolo di legno a terra.
Ipotizziamo che domani mattina si presenti da lei un potenziale cliente con una commessa di 500 pezzi di portabottiglie… Legno e Resina sarà in grado di soddisfare l’ordine?
Non si è mai abbastanza pronti per la larga scala! Tuttavia credo di poter guardare al futuro delle grandi commesse con fiducia e ottimismo, se l’imprenditore committente sarà talmente illuminato da non aspettarsi che la produzione gli consegni 500 pezzi tutti uguali. Per quel tipo di commessa, ci sono le grandi aziende che producono in serie. Noi siamo altro.
Qual è quindi il plus di Legno e Resina?
Direi che è l’artigianalità: ogni pezzo racconta una storia a sé, di un singolo albero, di una sua specifica parte che si trasforma in un oggetto d’arredo altrettanto unico.
Il potenziale cliente interessato alla vostra produzione dove vi può trovare?
Siamo sui social – Instagram e Facebook – e abbiamo un sito appena nato: Legnoeresina.it
Vi aspettiamo virtualmente, ma anche di persona!