Pi Gioielli - Veronica Calcagno

Articolo di Sonia Teti

Ogni gioiello di Veronica Calcagno narra la sua vita ed al contempo ci parla di Grecia Antica, geometrie della neve, presunte “armi” innocue, piantagioni brasiliane, potenti siriani, letteratura e amore. 

Nell’Atelier Pi Gioielli, non sembrerebbero esserci nette separazioni tra l’artigiana del gioiello e il gioiello, tra il sé e l’ambiente, tra lo svolgimento di abitudini quotidiane e il tempo ricavato per ricordare gli apprendimenti culturali, tra il mantenimento del passato e la ricerca di evoluzione, tra il desiderio di semplicità e la produzione di creazioni molto articolate. Qui, una sorta di armonia sembrerebbe avvicinare le diversità, anziché dividerle. Non pensiate però che Veronica sappia soltanto teorizzare e progettare, poiché ci racconta anche di tecniche, procedimenti, attrezzature e lavorazioni.

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Buongiorno Veronica. Com'è avvenuta la decisione di aprire il laboratorio nel 2010?

Buongiorno. Grazie per questa opportunità. Lavorai in scantinati, in posti meno facili e comodi, poi avevo condiviso lo spazio con altri orafi ed infine, finalmente, è venuto il momento di dire <<Ok! Voglio provare a mettermi in proprio, ad avere uno spazio mio, dove sfogarmi e dedicarmi alla produzione e al disegno, dove sentirmi più libera di provare, di aumentare la produzione, di accogliere di più i clienti, dove poter fare anche esposizioni e muovermi in libertà nel mio lavoro>>.


Dalla passione per la simbologia greca alla creazione dei gioielli. Ci parleresti dello stile e dei  significati delle Collezioni Karshvar, Cristallo Cubico, Cajù e Seed?

Il mio modo di produrre e creare deriva sicuramente dall'influenza degli studi del liceo classico. Erano tutti stupiti che invece avessi scelto un lavoro pratico ed artistico. È un lavoro stupendo. La simbologia greca mi ha affascinato e assolutamente condizionato nel modo e nella volontà di comunicare sussurrando, non urlando. Per sussurrare utilizzo simboli ed elementi evocativi. Ogni mia Collezione riflette una mia fase di vita.

Il Cristallo Cubico è sicuramente la mia Collezione più iconica, che più mi caratterizza, quella da cui sono partita e che continua ad evolvere, fino a scomporsi. La sua simbologia è il fiocco di neve, che per me rappresenta la persona umana. Ho persino il tatuaggio di tre fiocchi di neve sulla schiena, per ricordarmi che la persona umana, come i fiocchi  di neve, deve essere strutturata, leggera, solidissima ed unica, poiché ogni fiocco è diverso.

In una fase della vita più rigida, sono passata ad altro. La Collezione Seed rappresenta un seme, dal quale tutto è partito. Seed è evoluzione, inizio, sviluppo, crescita. Per me è proprio la nascita, è stata una delle prime Collezioni di Cristallo, la rinnovo e la porto avanti con me. Alcuni ne definiscono i gioielli “armi”, invece sono assolutamente comodi, molto più indossabili di quello che uno si aspetterebbe guardandoli. Il metallo è molto lavorato ed ho giocato sulla texture e su forme il più possibile pulite e geometriche.  

Quando per via degli eventi, mi sono ammorbidita, sono arrivata al Cajù, che è una Collezione molto più morbida ed è il simbolo della vitalità e della gioia di vivere. Il Cajù è un frutto brasiliano, ho fatto un viaggio bellissimo in Brasile ed ero stata in questo cajùero, ossia in una piantagione enorme di questo frutto, che ha un ritmo di vita simile alla crescita, caduta e nuova crescita dei capelli. Per i brasiliani è un simbolo veramente vitale. Io ero in un ottima fase e ho prodotto questa Collezione, di cui ho declinazioni di anelli, collane lunghe, catene, orecchini...

Poi passai un periodo sicuramente difficile, in tanti ne hanno passati. In quel periodo era nata Karshvar. Nell’antica simbologia Siriana, Karshvar era colui che deteneva il potere delle 7 sfere celesti, infatti nella Collezione si vede una ruota rudimentale e primordiale, assolutamente storta, che simboleggia un altro genere di evoluzione. Fa intendere che ognuno di noi deve metterci del proprio se vuole andare avanti; infatti, per arrivare alla ruota tonda, prima si deve passare per un po' di “rotolamento”. La ruota ha 7 divisioni, non è una ruota asimmetrica con 8 divisioni. In quel momento molto difficile, ho deciso di compiere una svolta, perché ho capito di dovermi muovere ed è andata bene, per cui sono molto affezionata anche a questa Collezione. Karshvar è declinata in orecchini, anelli, collane, gemelli. Uso sempre metalli preziosi, di valore: oro, argento, pietre preziose o semipreziose. Oltre alla pietra, è importante il colore. Si deve continuare a vedere il gioco della ruota e si deve mantenere chiaro il simbolo col suo significato.

Dal Design alla selezione di gemme e metalli preziosi, dall'utlizzo degli attrezzi al prodotto finito, quali sono le fasi della produzione?

Idea, progetto e realizzazione sono le tre fasi principali della realizzazione dei miei gioielli. La fusione fa parte della realizzazione. Parto dall'idea che porta il cliente o dalla volontà di ideare Collezioni, devo mettere su carta il progetto e devo fare le prove per verificare che effettivamente la creatività corrisponda al risultato effettivo, da poter immettere nel mercato. Eseguo io il lavoro completo, ho un banchetto, un quartier generale, con le pinze, le pietre e i materiali selezionati (oro, argento), la fiamma per fondere, la micro-fiamma, le lime...

Qualche spiegazione ulteriore dell'attrezzatura tecnica?

Oltre agli attrezzi manuali del banchetto, ho anche attrezzature tecniche per l'affinamento del progetto: ho un macchinario per tirare il filo del metallo (devo sempre riscaldare, mettere l'acido, incrudire e poi tirare), ho il laminatoio per fare la lamina del metallo, ho le spazzole per la lucidatrice degli oggetti creati in lastra (dà il tocco finale!), ho le vasche dell'acido, quelle della radiatura e quelle del lavaggio finale ad ultrasuoni, ho il buratto per sgrossare le fusioni che magari mi arrivano e per togliere loro la prima parte più grezza prima della finitura... È importante ricordarsi tutti i passaggi ed eseguirli con una sequenza ben precisa: prima scaldo il metallo, poi lo faccio raffreddare, lo metto nell'acido, lo rielaboro, lo ritorno a saldare, lo lucido e lo metto alla fine in quella che chiamo “la lavatrice”, che lo rende splendente e pulito. Quando si asciuga, posso finalmente impacchettarlo. Anche il packaging ha la sua importanza.




Ultimamente viene presentata sui social la Collezione Odissea. Qual è il suo significato?

Odissea è la mia ultima collezione, la porto anche indosso. Nasce dalla storia di Ulisse e Penelope, la quale lo accoglie come si accoglie la perla. Nel gioiello ci sono la femmina e il maschio, l'incontro e l'amore. Il mono-orecchino viene paragonato a Calypso. La collana sarebbe proprio Odissea, è lunga un metro come se fossero i dieci anni della guerra. Questa Collezione include orecchini, bracciali e collane scomponibili, super versatili, che si possano avere sempre addosso. Ogni vita ha una storia lunga anni (che siano di guerra, vittoria, amore o fatiche) ed è bellissima la storia di ogni donna.




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Articolo di Sonia Teti