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Pommes de Claire è un piccolo atelier di abbigliamento femminile sartoriale e sostenibile incuneato nel dedalo di vicoli del centro storico di Mantova, a pochi passi dalle rive del lago. Qui, Chiara Salvioli, sotto l’attenta sorveglianza della sua gatta Lilla, disegna e cuce personalmente abiti e accessori a partire da tessuti recuperati dalla produzione industriale dell’alta moda.
Com’è nata la tua attività slow fashion Pommes de Claire?
Pommes de Claire è un brand di abbigliamento sartoriale Made in Italy, slow fashion, fatto a mano, nato nel 2009. Prima ho studiato e lavorato per un periodo come grafica, finché non ho deciso di fare un corso serale di taglio, cucito e modello per creare qualcosa di bello per me. Quello che vedevo nelle vetrine non mi piaceva e volevo mettere a frutto le mie competenze grafiche anche con forme, colori e tessuti. Gradualmente, i miei capi hanno cominciato ad attirare l’attenzione di altre persone. Poi, nel 2009, una mia amica ha indossato una camicia che avevo cucito per lei durante un viaggio in Egitto. Lì, ha conosciuto una ragazza di Modena che voleva aprire un negozio di abbigliamento, quella camicia l’ha colpita a tal punto che ha deciso di venire a Mantova a conoscermi. È stato allora che ho deciso di trasformare la mia passione in lavoro, collaborando prima con i negozi e poi aprendo il mio atelier nel centro di Mantova.
Che cosa caratterizza i tuoi capi slow fashion?
Tante persone mi dicono che quando vedono le foto o i video che pubblico sui social capiscono che si tratta di Pommes de Claire, prima ancora di leggere il nome dell’account. Per me è molto importante che si colga l’idea dietro alle mie creazioni, che è rimasta invariata negli anni nonostante cambino i modelli, i tessuti e anche un po’ il gusto. Io mi definisco un brand slow fashion che non ha tempo. Ci sono clienti che indossano i miei capi dopo dieci anni e mi dicono che le altre persone ancora gli chiedono dove li abbiano acquistati. Il prodotto che più mi piace fare è il capospalla, è il pezzo più difficile in sartoria, però è anche quello che mi dà più soddisfazione, perché mi permette di creare quelle rigidità, forme e volumi che caratterizzano lo stile Pommes de Claire.
Da dove trai ispirazione per le tue creazioni marcate Pommes de Claire?
L’ispirazione arriva da dentro. A volte è un’evoluzione di quello che ho già fatto: forme che mi sono piaciute in modo particolare, che sono venute particolarmente bene e hanno riscosso successo tra le mie clienti. In questi casi cerco di riproporle con alcuni accorgimenti e modifiche, spesso dettati dal tessuto. Ecco, di solito l’ispirazione arriva proprio dal tessuto: vado a vedere che cosa è rimasto sul mercato, quali sono già presenti e aspettano di essere utilizzati, da lì capisco cosa posso realizzare.
Quali materiali utilizzi prevalentemente?
I tessuti che scelgo sono principalmente naturali. Come accennavo prima, utilizzo qui a Pommes de Claire solo quelli che arrivano da fine lavorazione, utilizzati dai grandi marchi. Capita spesso che un’azienda porti in passerella un determinato tessuto e si ritrovi poi l’anno seguente con rimanenze di dimensioni troppo piccole perché possa rimetterle in produzione. Io sono riuscita a instaurare una collaborazione con chi ritira questi tessuti dalle grandi aziende, che mi avvisa quando ci sono buone composizioni, tessuti particolari, lavorazioni speciali, che normalmente avrebbero costi di produzione molto elevati. Li considero dei piccoli tesori dormienti, perché hanno un grande potenziale e possono trasformarsi in qualcosa di speciale. Per l’estate ricerco pizzo, cotone, seta, mentre per l’inverno punto sulla lana, soprattutto per i cappotti. Il mio obiettivo è realizzare capi che durino di più e facciano stare bene chi li indossa, a differenza dei prodotti del fast fashion, che magari sono belli esteticamente ma durano una sola stagione e non proteggono adeguatamente dal caldo o dal freddo.
Perché il tuo approccio slow fashion qui a Pommes de Claire è sostenibile?
Ricercare i tessuti fra le rimanenze è una pratica slow fashion perché mi permette di averne pochi metri a disposizione e quindi di produrre in quantità limitate. I miei capi sono quasi dei pezzi unici. A volte riesco a proporre più taglie per lo stesso modello, altre la porzione di tessuto è così ridotta da bastare per un esemplare soltanto. Chi lo acquisterà avrà, dunque, un capo unico al mondo. Per alcuni modelli basici, invece, scelgo volutamente tessuti più semplici così da potergli dare una continuità. In questi casi si tratta di prodotti che non puntano tanto sulla grafica quanto sulla forma per da essere sempre e comunque ben riconoscibili come Pommes de Claire.
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