RanaBa

Articolo di Sonia Teti

A Milano, nel Laboratorio RanaBa vengono create ceramiche originali di terraglia, gres o porcellana, ma anche reinterpretazioni di oggetti tradizionali, in chiave contemporanea.

Claudia Barana piace molto a chi - come me - non ama troppo i convenevoli, “arriva al dunque”; è molto interessata a dialogare di storia e di avvenimenti importanti dell’età coloniale, dell’estetica e dell’identità delle donne del popolo Herero. Claudia ha preso tali donne come simbolo della ribellione contro il dominio dei vincitori e come simbolo del bisogno di farsi giustizia.  La terra di argilla odora di territorio, o meglio, della forza necessaria a farsi restituire il proprio territorio. Colti questi significati, la Ceramista ha scolpito le Donne Lanterne. Cos’è lo spazio senza tempo? Cos’è la storia senza geografia? Oltre al legame sottile con la Namibia, in queste risposte si evince un forte legame tra le ceramiche e i luoghi che hanno attraversato: il quartiere di Dergano dove si trova il Laboratorio RanaBa, la Valsessera e chissà quante strade e quanti sentieri. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Buongiorno Claudia. Ci parleresti di questi legami territoriali?

È davvero forte il legame con la Valsessera e tutta la Valsesia, sono le mie radici, vi è nata mia madre e vi ho trascorso molte vacanze. Lì sono nati molti oggetti, come un vassoio di legno che era stato fatto da dei falegnami locali con legni locali ed al quale io poi avevo aggiunto una foglia bianca che andava ad incastrarsi nel legno. Costituiva uno dei miei primi progetti "totali" perché includeva il disegno, la produzione ed una ricerca di qualcuno che si aggiungesse al mio lavoro. Sempre in Valsessera nasceva un altro mio progetto: stavo giocando con la creta, con le mie bambine, piano piano stavo costruendo una sorta di macchinina che diventava un portauovo, Anche quella era una ceramica con aggiunta di pezzi di legno. In me c’è sempre il desiderio di vedere il territorio intorno. 

Un altro legame territoriale forte in questo momento è quello con la Namibia, nella quale non sarei mai stata. Da un viaggio di mio fratello è nato un mio progetto. Lui mi ha semplicemente mandato delle foto raffiguranti donne con vestiti vittoriani molto grossi e mi sono chiesta come mai ci fosse questo posto nel deserto con persone vestite in modo così caldo, per via dei vestiti giganti. Da lì ho scoperto che c'era stato un genocidio tra il 1904 e il 1908 (per mano tedesca ndr). Mi sono informata ed aggiornata e ho preso contatti, così ho cominciato a costruire le Donne Lanterna, con l'intento di raccontare questa storia . 

Ho un legame molto forte anche con la Germania, ho studiato a Milano in una scuola tedesca fin dall'asilo e questo mi ha portato a conoscere in profondità la Germania, la cultura tedesca, le persone tedesche e le loro tradizioni. Ho sempre vissuto un contrasto interno siccome conosco la capacità altissima della cultura tedesca ma conosco anche quel che i tedeschi sono riusciti a fare, attraverso la politica di Hitler. Questo contrasto è sempre stato una sorta di violenza ma negli anni è stato in parte curato.



Entriamo nel dettaglio. Oltre all’indubbio lato creativo, qual è l'origine di Mister Banks?

Questo progetto nasce da un sogno che facevo da ragazza, sognavo di essere un'anarchica, di lanciare le classiche bombe nere contro una banca e di scappare. Questo sogno è ritornato fortissimo tre anni fa, quindi un bel po' di anni dopo. Ho pensato di fare delle ceramiche simili a bombe, che siano anche dei salvadanai.  Così dalle bombe nascono i Mr Banks, salvadanai a forma di differenti facce, che per me rappresentano varie tipologie di banchieri. Nelle loro bocche possono essere infilati i soldi, mentre il resto di tali oggetti è totalmente chiuso per poter davvero risparmiare, poiché se fosse aperto si tirerebbero fuori i soldi. Quando Mr Banks sarà pieno, verrà spaccato come una bomba. In alcune bombe ho fatto dei fori, in modo tale da poter spaccare da sotto per poter mantenere poi le facce perché una delle domande era <<Non riesco a rompere, non vorrei spaccare tutto>>. Il salvadanaio serve per poter “salvare i soldi”. Quando è bello pieno e pesante, si spacca con un gesto molto irriverente. Poi coi soldi si fa quello che si vuole.

Ci racconti degli Anelfossili?

Gli Anelfossili sono anelli che nascono dall'idea dei fossili di Munari. Cosa ci rimane di quello che è stato? Della contemporaneità cosa rimarrà ai posteri? Ho voluto fare degli anelli piccolissimi che in qualche modo raccontino delle piccole storie di animali, insetti e batteri proprio del passato. A questi anelli vengono fissate delle pietre. Gli Anelfossili diventano anche ciondoli o spille, sono composti sempre da  argilla ma di diversi tipi: rossa, marrone... Li realizza una collega nel mio laboratorio.

 Ci vorresti raccontare qualcosa dei processi produttivi delle ceramiche?

Tendenzialmente non vado sui fiumi, ma acquisto le terre. Ne uso tante e molto diverse: dalla terra bianca alla porcellana, alla terra nera. Uso terre ad alta temperatura e a bassa temperatura. Inizio la modellazione, uso diverse tecniche, ad esempio il pizzicato o il colombino oppure la lastra. Modello il mio oggetto, poi lo metto in pausa ad asciugare con calma e dopo lo cuocio, lo decoro, uso gli smalti. La smaltatura è la parte più difficile da gestire e da controllare. Devo capire quale smalto mettere e dove metterlo ed il suo spessore. Posso aggiungere più di un colore. Poi, inforno nuovamente la ceramica e la faccio uscire dopo due giorni e mezzo, perché deve raggiungere una bassa temperatura di 960/980 o un’alta temperatura fino a 1200/1260. Sono sempre sorpresa quando apro il forno perché prima di farlo non so come è venuto l’oggetto. Sorprendermi è sempre bellissimo. La cottura è un momento sempre molto delicato perché ti dice se hai lavorato davvero bene oppure no. Se l’oggetto scoppia hai lavorato male, mentre se hai lavorato bene l'oggetto rimane intatto. 



Sogni nel cassetto?

Tantissimi. Voglio sviluppare al meglio il mio progetto del Laboratorio. In più, voglio portare le Donne Lanterna in giro per il mondo e voglio sviluppare dei nuovi vasi. Vediamo cosa succederà!




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