Da oltre un secolo, Rossignoli è sinonimo di biciclette a Milano. L’officina di Corso Garibaldi non è solo un negozio ma un pezzo di storia della città, un punto di riferimento per chi vive e ama le due ruote. Nata e cresciuta nelle mani della famiglia Rossignoli, è oggi alla quarta generazione con Renato, Giorgio e Giovanna alla guida, affiancati dai figli Matteo e Matia.
Ma Rossignoli non è solo tradizione: è artigianalità, innovazione e attenzione al dettaglio. L’officina non si limita a selezionare e rivendere i migliori marchi, ma realizza biciclette su misura, personalizzabili in ogni elemento, dal telaio alle gomme, fino alla scelta dei colori. Tra i modelli di punta spicca la Garibaldi 71, omaggio alla storica sede e perfetta espressione dello stile milanese.
Oltre alla produzione, Rossignoli collabora con altre aziende per la realizzazione di biciclette esclusive e fornisce mezzi per film, spot pubblicitari, servizi fotografici e persino per sfilate e allestimenti di design. Tra i brand che si sono affidati alla sua esperienza figurano nomi come Moncler e Tod’s.
Ad accoglierci è Matia, che ci racconta la storia della sua famiglia e ci offre una prospettiva inedita sulla città: quella di chi la vive dal sellino di una bici.
A Milano, dire bicicletta significa dire Rossignoli. Quali sono i valori che vi hanno permesso di restare un punto di riferimento per oltre un secolo?
Rossignoli è un'azienda storica di Milano e incarna perfettamente il percorso tipico dell'imprenditoria milanese: una lunga avventura iniziata prima della Seconda Guerra Mondiale, che ha poi vissuto una svolta significativa nel dopoguerra, grazie alla crescita dell’economia e all’esplosione dell’uso della bicicletta. Un momento cruciale nella nostra storia è stato segnato da Sergio Rossignoli, esponente della terza generazione della famiglia, che ha contribuito all’evoluzione dell’azienda.
Quali sono i valori che ci hanno accompagnato in questi 125 anni di attività? Per me, il primo è sempre stato pensare alla bicicletta non solo come mezzo sportivo, ma come vero strumento di mobilità. È stato così fin dalle origini, nei primi anni del Novecento, passando per la Milano distrutta dalla guerra, fino ad arrivare alla città post-pandemia. Questa visione ha sempre guidato il nostro lavoro.
Un altro valore fondamentale, che si è tramandato di generazione in generazione, è la ricerca della qualità. Una volta, un amico designer ci ha detto che le nostre biciclette rispondono ai principi del design italiano. Noi non studiamo design, costruiamo biciclette, quindi gli abbiamo chiesto di spiegarsi meglio. E lui ci ha detto: le vostre bici sono belle, funzionali e accessibili.
Non basta che siano esteticamente piacevoli, devono essere anche pratiche, fatte per essere usate. E, soprattutto, devono restare accessibili: non sono biciclette da 10.000 euro, né prodotti da primo prezzo, ma puntiamo sempre al miglior equilibrio tra bellezza, funzionalità e accessibilità.
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Le bici Rossignoli uniscono tradizione e innovazione. Come bilanciate l'artigianalità, le tecnologie moderne?

Tradizione e innovazione sono due pilastri fondamentali del nostro lavoro, anche nel nostro piccolo. La tradizione, come abbiamo detto, è parte della nostra identità: siamo un’azienda familiare con 125 anni di storia, e queste radici sono essenziali. Senza radici, un albero non cresce. Ma per svilupparsi ha bisogno anche di sole, acqua, nutrimento. Ecco perché alla tradizione dobbiamo affiancare aggiornamento e innovazione.
L’aggiornamento riguarda soprattutto i nostri meccanici, che seguono costantemente corsi di formazione per lavorare su biciclette di altissima gamma. Rossignoli, pur avendo un’impronta storica, ha sempre avuto meccanici capaci di intervenire su modelli all’avanguardia. L’innovazione, nel mondo della bicicletta, è un aspetto cruciale e va seguito con attenzione.
Ma non ci fermiamo qui. Questo spazio in cui ci troviamo è il nostro laboratorio di biomeccanica: abbiamo investito in strumentazioni e software per offrire servizi di bike fit, ovvero l’analisi biomeccanica del ciclista. Grazie a un approccio scientifico basato sui dati, possiamo posizionare ogni persona correttamente in sella, ottimizzando il comfort e la performance.
Ed è importante sottolineare che non è un servizio riservato solo ai professionisti o agli agonisti. Anzi, è pensato per chiunque utilizzi la bici per viaggi o sport, pedalando per più di due o tre ore e accusando magari formicolio alle mani, mal di schiena, dolori cervicali. La giusta posizione in sella è fondamentale, perché nella vita quotidiana non siamo sempre in assetto sportivo, e quando finalmente saliamo in bici dobbiamo farlo nel modo più corretto. Anche in questo campo, i nostri specialisti, i fitter, sono in continuo aggiornamento per offrire il miglior supporto possibile.
La mobilità urbana sta vivendo una vera e propria rivoluzione. Come Rossignoli interpreta questa trasformazione e quale ruolo gioca nel promuovere una mobilità più sostenibile?

Per noi la bicicletta è uno strumento di mobilità fondamentale, non solo per spostarsi in città, ma anche per trasformarle. Siamo nel 2025 e molte città europee – non solo nel Nord Europa, ma anche in Spagna, per esempio – hanno ripensato lo spazio pubblico mettendo al centro le persone. Penso al caso straordinario di Valencia: quando si riprogettano le città per le persone, le biciclette arrivano di conseguenza. Non si tratta solo di costruire piste ciclabili, ma di ripensare la vivibilità urbana.
Non ci limitiamo a costruire biciclette da città: le usiamo ogni giorno per muoverci a Milano. E vediamo quanto ancora ci sia da fare. Certo, sono stati fatti passi avanti, ma una città davvero a misura di persona – come dicono molti urbanisti, una città progettata per anziani e bambini – è automaticamente una città a misura di bicicletta. E i benefici sarebbero enormi.
La pandemia, che ormai risale a cinque anni fa, ha dato una spinta in questa direzione, anche se in alcuni casi ci sono stati passi indietro. Sono convinto che Milano saprà prendere la strada giusta per cambiare il modo in cui ci muoviamo. E in questo scenario la bicicletta è uno strumento straordinario: veloce, economico, accessibile a tutti.
Nel tempo, intorno a Rossignoli si è creata una vera e propria community di persone che pedalano insieme. Come è nata questa rete?
Quando si va in bicicletta mettendo al centro la persona, succede una cosa bellissima: tante altre persone – che magari non si definirebbero mai "ciclisti" – iniziano a pedalare con te.
Non parlo solo delle pedalate in città, che sono bellissime, ma anche di quelle fuori Milano, fino ad arrivare persino in altre regioni. I dintorni di Milano, in particolare la zona del Lago di Como, offrono percorsi splendidi.
Nel tempo si è creata una vera e propria community – oggi la chiamiamo così – fatta di persone con esperienze, velocità e preparazioni atletiche diverse, che si uniscono a noi per pedalare. Mi viene in mente il nostro evento principale, che organizziamo ogni anno, ma anche un appuntamento più informale che tra noi chiamiamo Coppa Rossignoli. Nato come un semplice momento per stare insieme tra noi e i nostri meccanici, nel tempo ha coinvolto sempre più persone: prima un cliente, poi un amico, poi qualcuno incontrato durante una pedalata...
Oggi è diventata una rete di persone che usa la bicicletta come pretesto per vedersi, stare insieme, vivere la natura, che sia su strada o su sterrato. Ed è sempre un'esperienza incredibilmente appagante.