Scopri Apicoltura Lycia: miele, curiosità e passione per il mondo delle api

Articolo di  Kelly Di Blas

Jessica, dell’Azienda Lycia Apicoltura, con sede a Cuccana, frazione del Comune di Bicinicco (UD) in Friuli Venezia Giulia, racconta la storia del loro miele. 

L’azienda è a conduzione familiare, Jessica insieme al compagno Filippo, è proprietaria di 500 alveari in regione. Ad aiutarli costantemente nell’attività sono i genitori, che non mancano mai di fornire il loro supporto. Il nome dell’Azienda, infatti, è proprio quello della madre di Filippo, Lycia.  

Oltre al miele, l’attività produce anche propoli, polline, pappa reale e altri prodotti partendo dalla lavorazione delle preziose materie prime disponibili. 

L’ingrediente segreto? Passione e rispetto per la loro terra, ma anche curiosità, desiderio di apprendere e, soprattutto, un forte spirito di iniziativa che, fin dalle sue radici, caratterizza questa realtà giovane e pronta a crescere sempre di più!

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube: 



Il vostro prodotto di punta è il miele: come viene prodotto all’interno dell’alveare? 

Le api operaie, dette bottinatrici, escono dalla loro casa, l’alveare, per raccogliere il nettare e riportarlo nell’arnia. Una volta giunte a destinazione, iniziano a passarsi il nettare di bocca in bocca, secondo un procedimento che si chiama “trofallassi”. È qui che avviene la trasformazione in miele; lo stesso verrà poi inserito all’interno di alcune piccole celle e fungerà da nutrimento per l’intero alveare. 

Tuttavia, durante la bella stagione, non avendo il senso della misura, le api continuano a produrre miele fintanto che la pianta dà nettare dunque, avendone in abbondanza lo spostano al livello superiore all’interno dell’arnia. Questa sezione si chiama melario, ed è proprio qui che l’apicoltore raccoglie il surplus delle api, ovvero il miele in eccesso. 

Tra l’arnia e il melario viene inserita una rete che prende il nome di “escludi regina”. In questo modo solo le api operaie potranno accedervi in quanto, sia la regina che i maschi, saranno esclusi. 



Visto da vicino come si presenta il melario? 

Il telaio da melario è grande circa la metà rispetto a quelli contenuti nell’arnia. Inoltre, al suo interno è stoccato unicamente il miele in eccesso. Infatti, se con un coltello a punta arrotondata provassimo a premere su una delle celle, uscirà unicamente il miele prodotto dalle api. 

Anche chi conosce ben poco sul mondo delle api sa che non sono tutte uguali. Come si individua l’ape regina all’interno di un’arnia? 

Per iniziare la ricerca dell’ape regina è bene partire dai telai più esterni, detti “di scorta”. Infatti, è proprio qui che le api operaie conservano le riserve di miele inoltre, all’interno delle celle più scure, risiede la covata, dalla quale nasceranno i nuovi membri della famiglia dell’arnia. 

Sebbene vi siano delle tecniche che facilitano l’individuazione della regina da parte dell’apicoltore, anche a occhio nudo, prestando attenzione ai dettagli, è possibile individuarla. Essa, infatti, presenta una corporatura diversa rispetto alle altre: gode di un addome più sviluppato e risulta essere più lunga rispetto alle sue compagne. 

In aggiunta, nell’alveare non sono presenti sempre solo esemplari femmina, ma anche alcuni fuchi. Tuttavia, con l’arrivo del freddo, gli stessi vengono spesso cacciati dalla colonia in quanto rappresenterebbero un peso per i membri della famiglia poiché non servirebbero più a nulla. 

Come è possibile recuperare l’ape regina dall’arnia senza nuocerle? 

È possibile utilizzare uno strumento detto “cogli regina” che, con delicatezza, permette a noi apicoltori di recuperarla per svolgere eventuali controlli.Quali sono le tecniche che possono aiutare il lavoro dell’apicoltore qualora avesse la necessità di individuare la regina nel minor tempo possibile. 

Di cosa si tratta?

Esiste un trucchetto, quello della marcatura. L’ape regina viene marcata con un piccolo pennello dopo essere stata individuata. Ogni anno viene scelto un colore diverso, quest’anno è il verde! In questo modo è possibile riconoscerla immediatamente e, grazie al colore, sapremo anche l’età della nostra regina. 

Per marcarla si libera la regina all’interno di un tampone. Qui, grazie a uno stantuffo di cotone, sarà possibile spingerla verso il fondo traforato del contenitore dove verrà marcata con il pallino del colore corrispondente all’anno in corso. 

L’apposito smalto viene applicato dolcemente, senza esercitare pressione, sulla schiena della regina che, dopo un breve tempo di asciugatura, potrà essere nuovamente liberata all’interno dell’arnia. 

Come nasce un’ape regina e cosa la rende diversa dalle altre api presenti nell’arnia? 

L’uovo fecondo, di femmina, viene nutrito in modo diverso rispetto alle altre larve presenti nell’arnia. Nello specifico, mentre tutte le altre api si nutrono di pappa reale solo per i primi tre giorni, e poi continuano a polline e nettare, l’ape regina mangerà unicamente pappa reale per tutta la sua vita. 

Quando nasce è vergine e, una volta pronta, lascerà l’alveare per compiere il suo volo nuziale ed essere fecondata da più fuchi. 

Al suo rientro nell’arnia depone le uova e decide autonomamente il sesso dell’uovo, poiché possiede sia gli ovuli che la sacca sperminatrice. La sua decisione dipenderà solo, ed esclusivamente, dalle effettive necessità della sua famiglia. Se deporrà un uovo di femmina sarà fecondo, in caso contrario, l’uovo non fecondo genererà un fuco. 

A cosa serve il polline? Può essere recuperato anche dall’uomo?

Le api tengono sulle zampette il polline che raccolgono dai fiori. In pratica, quando si appoggiano sui fiori, avendo una peluria, si sporcano di polline. Le api compongono quindi delle palline che portano nell’alveare come fonte proteica di nutrimento per la famiglia. 

Quando l’apicoltore vuole recuperare il polline, inserisce delle trappole all’ingresso dell’alveare in modo che l’ape debba stringersi per entrarvi e, così facendo, faccia cadere il polline che verrà poi raccolto dall’apicoltore all’interno di apposite cestelle. 

Come funziona la linea di smielatura?

La linea di smielatura inizia con una serie di telai pieni di miele e cera percolata. Il meccanismo permette di liberare le cellette dalla cera attraverso un meccanismo di rotazione e grazie all’azione di una serie di coltelli scaldati. La cera viene infine scaricata all’interno di un fusore per essere poi recuperata. 

Una volta che il tappo di cera è stato eliminato, i telai procedono sulla piattaforma e vengono poi spinti all’interno di uno smielatore. Vengono caricati pieni di miele all’interno dello smielatore che, una volta chiuso, al suo interno permette la raccolta del miele, che fuoriesce dalle celle grazie a una speciale azione centrifuga. 

Alla fine del procedimento spesso, oltre al miele, si ottiene anche una forma rotonda, simile a quella del formaggio, ma fatta invece di sola cera, da destinare ad altre lavorazioni. 

Una volta centrifugato il miele, attraverso delle pompe, viene raccolto all’interno di un fusto. Qui viene lasciato a decantare: l’aria al suo interno porta a galla tutte le impurità. Spesso l’aspetto del miele in questa fase non è molto invitante a causa dei cumuli di prodotto e ai rimasugli di cera in superficie. Tuttavia, proprio come quando si prepara il brodo, togliendo le impurità raccolte in superficie, si ottiene un miele perfetto e della giusta consistenza che, prima di essere invasato, verrà debitamente filtrato. 

Si deve prestare attenzione al livello di umidità quando si conserva il miele?

Sì! L’umidità va controllata regolarmente con il rifrattometro. Se è troppo levata si deve deumidificare il miele con un deumidificatore a dischi. Questa precauzione serve per scongiurare la fermentazione alcolica che, qualora si verificasse, potrebbe compromettere le qualità del miele rendendolo invendibile.



Quante varietà di miele producete?

Produciamo diverse qualità di miele in diversi formati. Dal vasetto da chilo, ai 250 grammi e, su richiesta anche da 125 o 40 grammi, il formato ideale per confezioni, personalizzazioni e bomboniere. 

In aggiunta troviamo anche il polline, lo stick labbra, la crema mani e i prodotti a base di cera come, ad esempio, le candele ed eventuali composizioni per festività o ricorrenze.

Tutti i nostri prodotti si possono acquistare in azienda previa appuntamento telefonico o via messaggio oppure, da ottobre a marzo presso i mercati di Campagna Amica, a Udine il sabato mattina e a Gradisca d’Isonzo, in piazza, il martedì mattina. 

Tutti gli eventi occasionali a cui parteciperemo con il nostro banchetto, invece, sono indicati sui nostri social! 

Non ci dimentichiamo poi, dei più piccoli! Vorremmo infatti aprire una fattoria didattica proprio qui, a Cuccana.

Inoltre, collaboriamo con diverse realtà del territorio e anche con Apicoltura Urbana. 

Potrete trovare tutte le informazioni utili sui social. 

Ci piacerebbe condividere anche con voi la nostra passione per le api e per il loro mondo! 






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