Sono nata a Varese e cresciuta nel mondo, ma il mio legame con la mia città mi ha sempre portata a tornarci e ad amarla profondamente.
Tra gli anni '50 e '80, la mia Varese, era nota per un’importante attività nel settore calzaturiero, poi per l’industria elettrodomestica, per l’automotive e per l’industria farmaceutica.
In Europa è conosciuta come la città giardino, per via dei suoi enormi e stupendi spazi verdi bagnati da ben sette laghi e per il Sacro Monte, patrimonio UNESCO.
Ma solo recentemente ho scoperto che, un centinaio di anni fa, era caratterizzata da un territorio vocato alla produzione di vino.
Incuriosita e orgogliosa ho voluto intervistare chi, da oltre vent’anni, porta avanti questa tradizione con amore e grande impegno.
Sono andata a Golasecca, dove ho conosciuto Giuliana, un’imprenditrice al timone di Tenuta Tovaglieri, un’azienda vitivinicola stupenda, immersa nel verde della collina Monte Tabor.
Ciao Giuliana, parlami delle origini di Tenuta Tovaglieri
Tenuta Tovaglieri si trova a Golasecca, in provincia di Varese, a 300 m. sul livello del mare: precisamente sulla collina Monte Tabor, chiamata proprio come l’omonimo monte biblico.
Un nome probabilmente influenzato dalla presenza, sul territorio, del Sacro Monte, complesso devozionale, riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
È strano pensare che ancora, dopo tanti anni, le persone non sappiano che la nostra Varese e il suo territorio siano vocati alla produzione di vino.
A oggi siamo oltre 10 aziende impegnate a produrre vino IGT anche se purtroppo non possiamo attingere a una tradizione locale lunga e, soprattutto, continuativa.
Perché? Le prime coltivazioni pare risalgano a oltre 100 anni fa, periodo assai fiorente per la produzione del vino varesino.
L’arrivo della filossera - un insetto parassita che attacca le radici della vite causando gravi danni ai vigneti - ha devastato le coltivazioni, mentre l’industrializzazione ha portato all’abbandono delle campagne, spazzando via testimonianze e tradizioni.
Ma circa 25 anni fa mio padre e mio fratello, dottor agronomo, hanno deciso di investire sul potenziale della nostra terra piantando le primissime viti di Nebbiolo, Chardonnay, Pinot Nero e Merlot e dando motore a quella che, tuttora, è la nostra azienda.
Un’attività guidata da determinazione e da una grande passione, che caratterizzano le mie giornate qui, in Tenuta Tovaglieri.
Tra i filari di Chardonnay Giuliana mi ha raccontato delle diverse fasi di coltivazione di questo periodo dell’anno, Marzo, e delle varie tipologie di vigneti.

In questo periodo dell’anno, qui nelle vigne, hanno luogo diverse fasi di lavorazione, dalla potatura alla legatura, fino all’utilizzo dell’erpice, un macchinario che, lavorando a filari alternati, favorisce la penetrazione dell’aria negli strati più superficiali del terreno, consentendo un assorbimento ottimale di concime, acqua piovana e nutrienti.
La scelta della coltivazione a filari alterni permette, non solo un passaggio ottimale con la strumentazione, ma anche una fioritura stagionale, agevolando il lavoro delle preziose api e degli altri impollinatori e mantenendo una buona biodiversità.
La nostra produzione è basata sulla coltivazione di Nebbiolo, Chardonnay, Pinot Nero e Merlot e, ultimamente, abbiamo introdotto l’incrocio Manzoni, per la vinificazione in bianco.
Quali sono le etichette che meglio raccontano l’identità di Tenuta Tovaglieri?
Dai vitigni coltivati nascono le nostre principali etichette.
Dallo Chardonnay produciamo un bianco fermo, 100% Chardonnay, che fermenta e matura normalmente in acciaio inox, poiché solo annate particolari vengono messe in barrique.
Proponiamo un Merlot in purezza e un Pinot Nero che vinifichiamo in annate alterne: in alcune viene destinato alla produzione di vino rosso affinato in botte di rovere, in altre è utilizzato per la spumantizzazione con metodo classico, in assemblaggio con lo Chardonnay.
Il nostro fiore all’occhiello, che richiama molto le caratteristiche del nostro territorio, è il Nebbiolo, che abbiamo chiamato Monte Tabor in onore della collina lungo la quale si estendono i nostri vigneti.
Si tratta di un Nebbiolo quasi in purezza, con una percentuale minima di Barbera, che vede, in base alle annate, 20 mesi di affinamento in botte di rovere, per essere successivamente imbottigliato e riposare per un altro anno abbondante in bottiglia.
Parlami di Giulì…

Come anticipato, negli ultimi anni abbiamo osato producendo spumante metodo classico con Pinot Nero e Chardonnay, dando vita a Giulì, una bottiglia che prende il mio nome e in cui mi identifico molto, e che vede un affinamento sui lieviti di oltre 36 mesi.
Le bottiglie sulla pupitre attendono la fase della sboccatura, durante la quale un macchinario congela il collo della bottiglia, dove si sono depositati i residui dei lieviti.
Aprendo il tappo a corona, il deposito viene espulso grazie alla pressione interna.
A questo punto si procede con il rabbocco, utilizzando vino della stessa partita oppure una liqueur d’expédition, la cui ricetta è spesso un segreto custodito da ogni cantina.
Infine, si inserisce il tappo a fungo, fissato con la gabbietta metallica e completato dalla capsula. La bottiglia viene quindi lasciata riposare per alcuni mesi prima della commercializzazione.
Oltre 700 artigiani ci hanno giò scelti per raccontare la loro storia.
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Creme dalla vigna… è possibile?
Si è possibile… infatti oltre alla linea di vini abbiamo deciso di produrre una linea cosmetica.
Ci siamo affidati a un piccolo laboratorio farmaceutico per produrre queste creme viso e corpo, ottenute dalle nostre vinacce, in particolare da quelle del Nebbiolo, perché ricche di polifenoli, con effetto antiossidante, e quindi antiage.
Tenuta Tovaglieri non è solo vino: ci racconti il progetto di ospitalità e ristorazione?

Parallelamente all’attività vitivinicola, Tenuta Tovaglieri propone un ristorante che serve i frutti del nostro orto e, ovviamente, i nostri vini.
Io amo dire che “il vino qui nasce e qui muore”, perché la produzione viene impiegata prevalentemente in ristorante o riservata ai clienti.
La cucina rispetta la tradizione, la stagionalità, il territorio e ricette che si abbinino bene con i nostri vini, raccontando sempre, in questo modo, la profonda connessione tra agricoltura e ciò che portiamo in tavola.
Gli spazi interni ed esterni si prestano bene a ospitare cerimonie ed eventi vari, da quelli aziendali a quelli più simbolici, come matrimoni, cresime e comunioni.
Abbiamo inoltre quattro camere per la proposta bed&breakfast, ideali per chi desidera vivere un'esperienza immersiva tra i vigneti, rilassarsi nella quiete della campagna e assaporare i nostri vini direttamente in loco.
Quest’anno festeggiamo i primi 20 anni di attività, un periodo guidato da passione e grande determinazione. Caratteristiche, queste, che ci consentono un costante rinnovo, fattore essenziale nella viticoltura e nella ristorazione in generale, ambiti in cui i cambiamenti possono essere, talvolta, d’obbligo…
Sì perché il nostro settore presenta tante, tantissime incognite! Non tutte le annate sono uguali e, a volte, prevale la difficoltà di pensare a nuove soluzioni perché la natura stessa te lo impone.
Una difficoltà che in realtà funge da grande stimolo, da ispirazione per nuovi cambiamenti e direzioni.
ItalianBees è anche questo: passeggiare tra i filari di un vigneto, un pomeriggio di fine marzo, nella tua città scoprendone tesori che neppure immaginavi che esistessero.
Curiosare negli angoli più nascosti e trovare meraviglie inaspettate e sorprendenti, come Tenuta Tovaglieri che è molto più di una cantina, di un’azienda vitivinicola: è il riflesso di una grande amore per il territorio, del concetto più autentico di rinascita.