Alisea: quando “lo scarto” diventa risorsa, innovazione e design
Articolo di Alberto Sanavia

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Qualcuno potrebbe pensare che sia esagerato utilizzare le parole del chimico e fisico francese Antoine-Laurent Lavoisier per descrivere Alisea. Eppure questa azienda per prima incarna lo spirito con cui tali parole – pronunciate nel ‘700 – siano in realtà la chiave vincente per affrontare il futuro. Un futuro fatto di sfide, in cui le parole “sostenibilità”, “ambiente” e “riciclo” sono imprescindibili per tracciare la strada dell’umanità all’interno di un mondo che, dall’essere umano stesso, è stato troppo spesso sfruttato, depredato e non rispettato.

Era il 1994 quando Susanna Martucci, origliando la conversazione di due professori in viaggio in treno da Bologna a Vicenza, scoprì quale sarebbe stato il problema del futuro: la gestione dei rifiuti. Da uno scarto destinato alla discarica, Alisea non solo realizza nuovi oggetti, ma li trasforma in oggetti di design, in pezzi unici che divengono quell’unicum che le aziende stesse ricercano, valorizzando la fantasia che rende il “made in Italy” riconoscibile ed eccellente in tutto il pianeta. Oggi con orgoglio Alisea può riportare la famosa frase di Lavoisier sulla home page del suo sito, perché ha vinto la sfida di trasformare l’ideale nel concreto. 


Cos’è Alisea e come nasce la vostra avventura?

Il nostro lavoro è quello di pensare, progettare, produrre e commercializzare oggetti di design che partono utilizzando gli scarti inevitabili della produzione, sia industriale che artigianale. I nostri sono oggetti pensati per la comunicazione aziendale. Chi ci fornisce lo scarto è la stessa azienda che diventa il cliente che ci commissione l’oggetto di comunicazione da realizzare. Lo facciamo quotidianamente da quasi trent’anni, dandoci così la possibilità di poter conoscere i più disparati materiali di scarto. La nostra sfida è quella dell’innovazione, perché non sappiamo quale nuovo tipo di scarto ci verrà proposto domani. 

Ci spiega cos’è Perpetua? 

Nel 2013 ci venne proposto uno scarto col quale ci confrontavamo per la prima volta: la grafite. Era un materiale recuperato dagli impianti di aerazione di una fabbrica hi-tech primeontese. La richiesta fu quella di produrre matite e scoprimmo incredibilmente che non esisteva nessun produttore di matite in Italia.

Con il know how di un’azienda con vent’anni di esperienza, nacque così Perpetua, l’unica matita prodotta nella nostra nazione utilizzando scarti, ma senza averne durante il processo di produzione della stessa. Il suo design unico gli consente di vincere da subito il premio dell’innovazione del Corriere della Sera e la menzione al Compasso d’oro nel giro di due anni. 

Da quel momento il processo innovativo non si fermerà più… 

Partendo dagli scarti della grafite, sperimentiamo nuovi processi. Dopo due anni, depositiamo infatti un altro brevetto di prodotto e di processo produttivo sulla tintura dei tessuti. Questa volta è rivolto al settore della moda, che purtroppo è uno dei più inquinanti al mondo. Grazie a una start up del settore fashion, si trova il modo di poter dialogare coi giovani, dando loro la possibilità di cercare soluzioni innovative nel rispetto dell’ambiente, perché la grafite utilizzata, viene tolta di fatto dalla discarica. Nel 2022 depositiamo un ulteriore brevetto nel mondo dell’edilizia.

Per Alisea lo scarto diventa così una miniera, una fonte preziosa per avere una chiave d’accesso inedita all’utilizzo dei materiali. Adesso ne progettiamo anche di nuovi, come vernici innovative per i parquet, per il settore delle cucine o mettendoci a disposizione per l’occhialeria di lusso. L’idea delle aziende è quella di avere un materiale che le distingua da tutte le altre, creando così un oggetto fortemente identificativo del brand. 


Siete stati davvero i primi a pensare all’economia circolare. Ora dove punta Alisea? 

E’ miracoloso sapere da dove siamo partiti. La prima normativa sull’economia circolare in Italia fu del 1997, ossia dopo tre anni dalla nostra nascita. Abbiamo superato qualsiasi tipo di tempesta però ora sentiamo di saper maneggiare bene la materia. Dopo anni vissuti “da soli”, adesso il tema ambientale è centrale per tutti.

Ora cerchiamo di incontrare altre aziende italiane con le quali condividere un dna imprenditoriale, pensando davvero a come si possono cambiare le cose. Come degli esseri viventi che devono progredire migliorando tutto ciò che li circonda, ecco che si può essere positivi per l’ambiente. Grazie all’incontro di linguaggi comuni, interconnessioni e collaborazioni, si persegue non solo la sostenibilità ambientale ma pure quella economica.

Il nostro futuro è quello di lavorare in sinergia con altre aziende, scambiandoci conoscenze e condividendole, perché solo così si potranno creare impatti positivi nei confronti del territorio e delle persone. 


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