Alla scoperta del Monferrato e dei suoi prodotti tipici: intervista a Gregorio Pic, titolare dell’Agriturismo Le Tère Ruse

Articolo di Silvia Lago

Durante la nostra visita all’Agriturismo Le Tère Ruse di Mombaruzzo (AT), di cui avrete certamente sentito parlare in questi giorni nel programma “Quattro Ristoranti” condotto dallo chef Alessandro Borghese, il titolare Gregorio ci ha concesso questa interessante intervista.


Tère Ruse è un’azienda agricola che ha fatto del biologico la sua missione. I vigneti vengono coltivati col metodo biologico, si predilige il lavoro manuale e gli interventi meccanizzati sono ridotti al minimo. La vinificazione, per alcune tipologie di vini, si svolge in anfore di terracotta e non è una scelta casuale: le anfore vengono utilizzate durante la fase di fermentazione alcolica, in modo da poter sviluppare in modo ottimale la delicatezza dei vini. 


La cucina dell’agriturismo è incentrata su pietanze della tradizione piemontese: è una cucina casalinga, ma allo stesso tempo moderna e curata nel dettaglio. Vengono utilizzati sia prodotti coltivati dalla stessa azienda agricola, sia prodotti di piccoli agricoltori che condividono la stessa filosofia.

Gregorio si è dimostrato molto disponibile e cordiale nel rispondere alle nostre domande. Gli abbiamo chiesto di parlarci un po’ della sua attività, ed ecco cosa ci ha raccontato.


Buonasera Gregorio, è un piacere per noi avere la possibilità di conoscerti di persona e di provare i tuoi piatti. Vuoi parlarci un po’ del tuo agriturismo?

Certamente, con molto piacere. Noi abbiamo rilevato l’azienda nel 2017, con il forte desiderio di condividere la nostra passione per il vino e il cibo piemontese, rivisitato in chiave moderna, con i clienti. 

Il vino che serviamo è prodotto da noi, così come altri prodotti, in special modo frutta e verdura. Per la preparazione del vino utilizziamo anfore in terracotta di Toscana e seguiamo i principi della biodinamica. In questo modo stiamo riuscendo a ottenere un’alta qualità del vino.

Agriturismo Le Tère Ruse

La nostra è un’azienda agricola biologica e biodinamica, e teniamo molto a questo aspetto. Cerchiamo di ridurre al minimo l’intervento meccanico, per favorire il lavoro manuale. Vogliamo dare maggior valore al lavoro agricolo e alle materie prime che abbiamo nelle nostre zone.


Quindi utilizzate solo prodotti a chilometro zero?

Secondo me, chilometro zero vuol dire tutto e niente. Per noi l’importante è che il prodotto sia fresco, biologico e proveniente dal nostro territorio. Ad esempio, riguardo ai formaggi, noi facciamo riferimento a tre caseifici nelle Langhe, nella zona di Mondovi, che è la zona un po’ più conosciuta. 


Noi serviamo frutta e verdura provenienti dal nostro orto e dal nostro frutteto. Poi ovviamente anche il vino. Dove non arriviamo a produrre noi, ci appoggiamo a piccole realtà agricole, caseifici e agrisalumerie delle nostre zone. La mia filosofia è collaborare con delle aziende agricole biologiche come noi, perché l’agriturismo per legge dovrebbe lavorare così, senza fare la spesa dal grossista o dal fornitore. 


A questo proposito, abbiamo notato che uno dei vostri piatti forti è l’antipasto di lumache… 

Sì, uno dei piatti tipici delle nostre zone è certamente l’antipasto a base di lumache. Noi le prepariamo con una crema del nostro vino Barbera montata al burro, così che risultino morbide e saporite. Per questa tipologia di piatto, utilizziamo le chiocciole allevate col metodo Cherasco. Inoltre adesso vendiamo anche prodotti cosmetici a base di bava di lumaca, che ho provato personalmente.


Avete qualche progetto per il futuro?

In futuro ci piacerebbe aprire a Milano un negozio, con dei soci solo agricoli, che seguano la nostra stessa filosofia. Non un semplice negozio, ma un locale che faccia ristorazione e allo stesso tempo sia un punto vendita dei nostri prodotti. Ci stiamo informando, al momento è ancora solo un progetto. 


Durante l’intera intervista, Gregorio ci ha mostrato il suo locale e ci ha parlato nel dettaglio dei piatti presenti nel menù, in special modo dei vini, di cui ha una forte passione. Ad un certo punto siamo stati interrotti dall’ingresso dei suoi due allegri pastori tedeschi: Nino e Nota. Allora Gregorio ne ha approfittato per raccontarci un interessante aneddoto. 


Nello specifico, ci ha spiegato che Nota prende il nome dal tappo di sughero che si usa per chiudere le bottiglie di vino: infatti, in dialetto astigiano, la parola “nàta” ha proprio questo significato. Ed è per questo motivo che Nota, la simpatica cagnolona, è la mascotte dell’Agriturismo.


Questa è stata la prima tappa delle api in viaggio. Noi di Italian Bees ringraziamo Gregorio per l’eccellente ospitalità e non vediamo l’ora di farvi conoscere tante altre piccole realtà italiane. Sempre al servizio degli artigiani italiani e alla ricerca del meglio che ha da offrire il nostro Made in Italy!

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Articolo di Silvia Lago