Azienda Agricola Parodi Alessandro: agrumi di Liguria e coltivazione di nicchia

Articolo di Andrea Gonnelli

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Oggi le Api sono volate in Liguria nelle campagne di Finalborgo, paese di stampo medievale in provincia di Savona e cittadina ricca di luoghi interessanti come Castel San Giovanni forte che domina la valle e il borgo murato sottostante.

Finalborgo è un luogo vivo e stimolante, frequentato da molti stranieri. Nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento per gli amanti degli sport outdoor come arrampicata, mountainbike e nordic walking, grazie anche alla presenza di numerosi itinerari che si snodano fra palestre di roccia, boschi e macchia mediterranea. L'area rurale di Finalborgo è un luogo magico da scoprire: qui il tempo sembra essersi fermato, l'occhio si perde fra muretti a secco, agrumeti, piante e fiori che crescono rigogliosi e il clima è quasi sempre mite.

Oggi andiamo in Via Aquila a scoprire l'Azienda Agricola Parodi Alessandro, dove il signor Giacomo ci parla di questa bella realtà.

Buongiorno signor Parodi ci racconti come nasce questa attività.

Questa azienda è nata da nonno Lorenzo nel 1930. Fin dalle origini, qui sono sempre stati coltivati agrumi di diverso tipo come il chinotto, l'arancio, il mandarino e tante altre varietà. Quando nonno è mancato, ha preso le redini dell'impresa mio figlio che ha imparato da mio padre il sapere e la passione per la campagna. Con mio figlio abbiamo piantato delle nuove piante e abbiamo rimesso in sesto le quelle vecchie. Mi è stato chiesto se avessi nuove idee per il futuro: l'importante è poter ancora coltivare, perché con il cambiamento climatico la nostra attività risulta un lavoro sempre più difficile da attuare. Quest'anno siamo rimasti un mese senza acqua; è stato un delirio, ma siamo andati avanti.

Ogni vostro prodotto è raccolto in base alla stagione?

Io avendo una certa età ho sempre privilegiato la stagionalità dei prodotti. Purtroppo la modernità non tiene conto di questo, ma io mi sto battendo per coltivare frutti e prodotti orticoli che seguano la stagionalità.

Per il nostro organismo è importante mangiare prodotti di stagione; io pianto tuberi e orticoli di stagione, non forzo mai con serre e quant'altro.

Quali prodotti vengono coltivati in questa azienda?

La nostra azienda ha sempre dato importanza a prodotti antichi che col tempo rischiavano di andare perduti. Negli anni avevamo tre o quattro varietà di agrumi come il limone, l'arancio Pernambucco e il famoso Chinotto di Savona e noi abbiamo ripreso a coltivare queste eccellenze che col tempo rischiavano di scomparire. Quando ero ragazzo ho sempre avuto in mente la varietà di pesca Impero bianca e rossa che è molto buona; è un frutto antico e noi la coltiviamo ancora oggi, seppur in piccole quantità. Le pesche Impero sono molto apprezzate dai nostri clienti perché sono molto gustose. Abbiamo anche una produzione orticola variegata e uno dei miei prodotti preferiti è la scorzonera, un tubero dolciastro molto buono. Un altro nostro fiore all'occhiello è la cipolla bianca, dolce e piatta. Le nostre coltivazioni sono molteplici, ma sempre prodotte in piccole quantità.


Nella vostra impresa coltivate anche il famoso Chinotto di Savona?

Nel 2004 siamo nati come presidio Slow Food. Ho partecipato a diverse rassegne e con altre persone ho sviluppato la mappatura di tutti i chinotti presenti; gli alberi di chinotto erano circa seicento, neanche un migliaio. Le piante più vecchie le avevamo noi e un signore di Pietra Ligure che tutt'oggi ha circa ottantotto piante. Slow Food ha creato un perimetro che va da Varazze a Pietra Ligure, dove il chinotto è controllato; il presidio è stato creato e organizzato a Savona, ma l'area di maggior produzione è stato il finalese.

Sono orgoglioso del mio lavoro perché dopo vent'anni molti giovani coltivano il chinotto, che era diventato un frutto perduto. Inoltre, grazie ad alcune imprese come la Lurisia, il chinotto è stato conosciuto in tutto il mondo.

Ci tengo a dire questa cosa: il nostro chinotto è una varietà particolare, perché dentro non ha semi. Ha la buccia molto fine e si presta principalmente per la canditura.

Avete anche una piccola coltivazione di frutti tropicali?

Noi ci divertiamo ad avere qualche frutto tropicale, visto il particolare clima sia dal punto di vista di temperatura e sia dal punto di vista di quantità d'acqua. Per questo, riusciamo a coltivare frutti tropicali come la Feijoa, che è un frutto simile al kiwi e una pianta sempreverde. Un giorno è venuto un signore che è stato in Nuova Zelanda, dove questo frutto viene coltivato, e mi ha chiesto i fiori della Feijoa, perché da quelle parti utilizzano i fiori in insalata. Con questo particolare frutto prepariamo anche le marmellate, che sono molto gustose.

Producete anche gustose marmellate?

Mio figlio ha coinvolto mia nuora in azienda e con mia moglie trasformano i nostri prodotti in buonissime marmellate utilizzando frutti come il chinotto, l'arancia, la pesca, la pera e la prugna. Tutto questo viene preparato come una volta, ovvero cotte in pentola come faceva la nonna. Le quantità sono quelle che sono, i tempi sono lunghi, ma la qualità è ottima e non usiamo assolutamente pectina e addensanti. I nostri clienti tornano ad acquistarle e anche senza tanta pubblicità sono molto apprezzate.

Voi controllate anche lo stato di dolcezza dei vostri prodotti?

Sì, è una cosa che ci tengo a precisare e mi diverte molto, soprattutto sugli agrumi: per noi non è importante vedere se la buccia è rossa, gialla o verde, ma controllare il grado zuccherino del frutto. A mia nuora ho lasciato alcune piante, solo ad esclusivo utilizzo trasformativo, e lei ha deciso che se alcuni frutti non raggiungono un certo grado zuccherino non me li fa neanche raccogliere. Sono sempre impegnato, ma è una procedura che mi diverte e mi gratifica.

Per esempio i kiwi non vengono importati e commercializzati dalla grande distribuzione se hanno meno di 7/8 gradi Brix. I nostri hanno 13/14 gradi Brix e alcune volte sono arrivati a 17 gradi Brix. Tutto questo attesta che i nostri prodotti sono molto dolci e gustosi.

Qual è il prodotto che le ha dato più soddisfazione?

Io e un frantoiano di Quiliano abbiamo unito il Chinotto di Savona con le olive taggiasche ed è nato un condimento agrumato che non si può chiamare olio, ma l'abbiamo chiamato Chin'Oro. Questo è un prodotto molto particolare, un gustoso condimento che ha avuto un discreto successo anche al di fuori della Liguria.


Il Birrificio di Savona: bianche, bionde, rosse e nere... artigianali.
Articolo di Andrea Gonnelli