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A Ollomont, un piccolo comune della Valle d’Aosta situato a 1.335 metri di altitudine nel territorio della Valpelline, è nato un progetto ambizioso che abbraccia arte, artigianato e cultura del territorio: è Casa Alpina, una realtà che unisce falegnameria, esposizioni artistiche e antiquariato di montagna. A parlarcene è Simona che, insieme al compagno Michele, si è trasferita in Valle d’Aosta da Genova, scegliendo questa preziosa e soleggiata conca come terreno fertile per far crescere le radici del loro importante progetto.
Ciao Simona, ti va di raccontarci come nasce il progetto Casa Alpina a Ollomont?
Casa Alpina è un progetto che è nato qualche anno fa dalla passione per il mio lavoro e quello del mio compagno Michele e dall’amore per questo territorio. Siamo originari di Genova, io mi sono sempre occupata di arte in diverse gallerie, ne avevo anche una mia. Michele, invece, è un restauratore da tutta la vita. Ha sempre restaurato mobili antichi a Genova, finché abbiamo deciso di trasferirci qui in Valle d’Aosta.
La nostra idea di spostarci in montagna è nata dal desiderio di trovare un luogo con una dimensione che fosse più vicina al nostro modo di vivere. Il progetto Casa Alpina è cresciuto mettendo insieme questi elementi.
Prima di tutto abbiamo acquistato uno spazio, ancora da ristrutturare, che è proprio la Casa Alpina: un antico edificio storico molto importante per la storia di Ollomont, che apparteneva alla comunità dei Padri Barnabiti. Nasceva come una casa vacanze e noi l’abbiamo acquistata per far crescere lì il nostro progetto. Vorremo che fosse un bellissimo contenitore con una grande storia alle spalle da raccontare e con nuove storie da raccogliere.
La prima idea è portare all’interno della Casa Alpina il concetto di antiquariato di montagna, strettamente legato al territorio. Esporremo, quindi, i mobili antichi che restaura e vende Michele e anche i nuovi progetti di falegnameria nati proprio qui in Valle d’Aosta, specialmente lampade e oggetti di arredamento disegnati e realizzati da noi, utilizzando legni antichi.
Il nostro progetto Casa Alpina, però, non si ferma qui. Vorremmo accogliere altri artigiani con i loro lavori, collegati dal fil rouge del mondo alpino, del saper-fare alpino. Stiamo già iniziando a coinvolgere diversi amici per proporre progetti di artigianato di qualità, artigianato delle Alpi.
La Casa Alpina diventerà uno spazio nel quale accogliere le mostre di diversi artisti, coinvolgendoli in modo attivo e chiedendo loro di lavorare in connessione col territorio di Ollomont.

Quindi arte e artigianato che si fondono dando vita a un punto di ritrovo per la comunità.
Sì, vorremmo che Casa Alpina diventasse un punto di ritrovo per persone che hanno voglia di incontrarsi, di parlare di artigianato, di arte e di cultura in maniera trasversale. Perché a volte è dalle cose più semplici che nascono le collaborazioni e i rapporti più importanti.
Accennavi che gli oggetti di artigianato che produci insieme a Michele sono realizzati con legno di recupero che andrebbe altrimenti buttato o bruciato.
Esatto, i legni che utilizziamo sono tutti di recupero, perché partiamo dall’impronta molto importante del lavoro di restauratore di Michele. Col tempo anche io mi sono appassionata a questo materiale, iniziando a creare oggetti di arredamento.
I nostri sono tutti i legni che provengono da vecchi tetti, assiti, travi. A volte mi trovo a intagliare un cuore, rendendomi conto che il legno che ho tra le mani è del 1400.
Questa storia che racchiude il legno dona un'energia in più ai nostri oggetti e più sperimento, più entro in connessione con questo materiale, con i suoi nodi, le sue venature, i suoi colori.
Mi è capitato di lavorare un legno che proveniva da una stalla e il calpestio delle mucche lo aveva levigato così tanto da farlo sembrare cuoio.
Tutto sta in quello che si riesce a vedere in un pezzo di legno: per noi può essere un cuore, una lampada, un nuovo mobile. Quello che leggiamo nelle venature ci porta a salvare assi e ciocchi che potrebbero aver retto il tetto di una baita chissà per quanti anni, proteggendo le persone sotto il peso delle nevicate invernali.
Il vostro è davvero un legame molto forte con questo territorio, che si esprime anche nell’ultimo progetto nato: la linea cosmetica. Come siete arrivati a creare la fragranza dei prati di Ollomont e gli altri prodotti?
Il progetto profumi e cosmetici nasce da un'idea che ho avuto ormai un anno e mezzo fa. La verità è che mi sono un po’ ingelosita nel vedere il profumo di Courmayeur, di Cervinia… insomma, dei luoghi famosi della Valle d’Aosta. Allora mi sono detta: “Anche noi non siamo da meno, abbiamo dei bellissimi profumi, dei bellissimi prati. Creiamo la fragranza di Ollomont!”
Ho contattato la dottoressa Cristina Portinari di Torino, con la quale ho avviato una bellissima collaborazione che è sfociata, come spesso accade, in amicizia. Abbiamo lavorato insieme a un amico del CAI di Chiavari, uno degli storici gestori del rifugio Franco Chiarella all'Amianthe, al quale siamo molto legati, che conosce perfettamente questo territorio.
Lui ci ha aiutato a stilare la lista di tutti i fiori con profumo di questi prati, partendo dalla quale abbiamo iniziato a realizzare le diverse prove di fragranze, fino ad arrivare alla composizione definitiva.
Ho lavorato così bene con la dottoressa Portinari che ho deciso di elaborare altre proposte cosmetiche.
Per l'inverno, ad esempio, ho voluto creare qualcosa che ricordasse una coperta calda, una protezione dal freddo, qualcosa che scaldasse cuore e corpo. È nata, così, la linea “Lana di Montagna” a base di cheratina, contenuta nello strato superficiale della pelle e nelle fibre della lana, che agisce da naturale schermo verso le intemperie, il freddo e il vento.
