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All’interno del parco naturale di Montevecchia si trova una piccola comunità di persone, dedita al lavoro nel mondo agricolo. Questo parco regionale lecchese è noto in particolare per la produzione di vini e per il forte legame con il Consorzio Terre Lariane.
L’azienda agricola di Francesco Maggioni si trova in questa zona, immersa nel verde, con una posizione che permette di ammirare il terreno collinare e il santuario di Montevecchia, che spicca luminoso in cima al punto più alto del parco.
Buongiorno Francesco, di cosa si occupa la tua azienda?
Noi nasciamo qui a Montevecchia, come azienda che si occupa di realizzazioni di aree verdi e manutenzioni, con relative potature, movimento terra e impianti di irrigazioni. Svolgiamo questo lavoro da quarant’anni. Dall’anno duemila abbiamo iniziato il recupero di un terreno, costruendo un vigneto e una piccola cantina e producendo il vino proprio a “metri zero”. Quindi noi abbiamo l’uva, produciamo il vino e cerchiamo di essere anche più ecologici possibili.
Com’è nata l’attività?
Inizialmente lavoravo in un’azienda come dipendente, però già come secondo lavoro mi occupavo del verde. La passione per questo secondo lavoro era così tanta che mi sono licenziato e ho iniziato da zero, con una piccola tagliaerba, un piccolo motocoltivatore e un trattore. Così ho iniziato ad occuparmi di manutenzione del verde. Il lavoro ha iniziato a ingranare e ho potuto costruire un primo capannone, e poi un secondo. Adesso ho dei dipendenti da tanti anni e siamo davvero una bella squadra.
Col passare degli anni, i miei figli hanno scelto di dedicarsi all’attività di manutenzione del verde, mentre io ho deciso di recuperare il terreno in cui ci troviamo ora, che all’epoca era abbandonato. Ho piantato la vigna, costruito la cantina e ho iniziato a produrre vino.
Una storia veramente interessante. Ora quali vini produce nella sua cantina?
Nelle mie cantine produco Merlot e Chardonnay. Riguardo al Merlot, una parte viene vinificato nel silos, mentre la parte migliore fa un passaggio di otto mesi in barrique francese. Lo Chardonnay invece è in purezza.
Come produzione arriviamo a circa seimila bottiglie. Abbiamo provato ad arrivare a diecimila, ma solo negli anni particolarmente produttivi.
Quali canali utilizzate per la vendita?
Attualmente vendiamo il nostro vino ai mercatini. Alla domenica andiamo in alto a Montevecchia, montiamo un gazebo nel parcheggio, oppure andiamo al mercato degli agricoltori. Tanti ci conoscono anche grazie al passaparola.
Avete progetti per il futuro?
In estate, fuori dalla cantina abbiamo una pergola con un gazebo di uva americana che utilizziamo per fare delle degustazioni di vino. Lo affittiamo anche per l’intera giornata. Un progetto che abbiamo in mente è di costruire un locale al chiuso, per poter fare le degustazioni anche nei mesi invernali e in tutte le occasioni in cui il tempo non permette di stare all’aperto.