In viaggio tra i vigneti del Roero: intervista a Carlo Casetta, titolare dell’azienda agricola Casetta

Articolo di Silvia Lago

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Durante il nostro viaggio nel Roero, abbiamo avuto la possibilità di visitare l’azienda agricola Carlo Casetta, a Montà d’Alba. 

Si tratta di una azienda produttrice di vino, da ben tre generazioni. È proprio Carlo, il titolare, a rappresentare la terza generazione e a gestire personalmente l’attività dal 2010. 

La filosofia di Carlo è quella della qualità e tipicità del prodotto: perciò ha scelto di puntare sulla vendemmia manuale, con trattamenti ridotti al minimo, per poter dare grande attenzione alla natura e al consumatore. Le uve migliori vengono vinificate separatamente, per ottenere vini che rappresentino appieno le caratteristiche dei vigneti e del territorio, esaltando le loro qualità e rispettandoli con le migliori cure.


Buonasera Carlo, è un piacere per noi essere qui e ti ringraziamo per esserti reso disponibile a questa intervista. Vuoi parlarci un po’ della storia della tua azienda?

L’azienda nasce negli anni ’60, grazie a mio nonno Carlo Casetta, il fondatore. In quegli anni il lavoro consisteva nella produzione e nella vendita di vino sfuso nei territori limitrofi. Il nostro mercato, quindi, era principalmente quello della provincia di Torino e della provincia di Cuneo. 


Successivamente, anche mio papà Beppe entra in azienda, portando avanti la tradizione di famiglia, iniziando la vendita del vino in bottiglia. 

Negli anni duemila inizio ad affacciarmi anche io in azienda, ma è verso il 2010 che inizio a lavorarci in modo stabile. In questi anni ho maturato esperienza prima con i corsi scolastici, poi con la facoltà di Viticoltura ed Enologia, e così ho preso consapevolezza di voler trasformare quello che era il nostro lavoro e il mercato di riferimento. È così che è nata questa nuova linea di vini, dal nome Raiz.


Dicci qualcosa di più di questa nuova linea, che sembra molto particolare. Cosa significa il nome Raiz?

Il nome Raiz (pronunciato “Rais”) in dialetto piemontese significa “radici”, ma è anche il suono del verbo inglese “to rise” che ha il significato di “sorgere”. Abbiamo giocato volutamente su questo accostamento che va a creare l’espressione “sorgere dalle radici”. Questa linea rappresenta il nostro prodotto di punta, infatti la realizziamo con le migliori uve dei nostri vigneti. 


Vuoi parlarcene più nel dettaglio?

Certamente. Ad oggi la linea Raiz è composta da sei vini e per ognuno di essi abbiamo creato un gioco di parole, per cui il nome scelto ha un significato sia in piemontese che in inglese.

Innanzitutto abbiamo il Roero Arneis, che abbiamo chiamato “Bel”. Questo è un vino bianco, tipico delle nostre zone e dal carattere cristallino e squillante, infatti il suo nome significa “bello” in italiano e “campanella” in inglese.


Poi abbiamo il vino rosato “Cit”, prodotto da uva Nebbiolo: in piemontese usiamo questa parola per indicare qualcosa di piccolo oppure un bambino. È il vino in cui cerchiamo di avere il grado alcolico più basso. Io il rosato lo vedo un po’ come un vino estivo, quindi deve avere un moderato tenore alcolico, dev’essere gradevole e facile da bere. In inglese “cit” indica un tranello, proprio come questo vino, il cui colore e profumo inganna chi lo beve: è ricavato da un’uva rossa, ma con gli aromi tipici di un bianco, vinificato come se fosse un’uva bianca. 


Poi c’è il vino rosso “San”, che non contiene solfiti: in piemontese infatti il suo nome significa “sano”, mentre in inglese si riferisce al sole, che è l’elemento fondamentale per far maturare i grappoli da cui si ottiene questo vino. 

Ovviamente non può mancare la Barbera d’Alba, chiamata “Nid”, che in piemontese indica il nido degli uccelli, mentre in inglese riprende la parola “need”, che significa “bisogno”. La Barbera è il vino tipico da pasto, in questa zona chiunque ha sempre pasteggiato a Barbera, quindi per noi è il vino del nido e di casa. 


Poi c’è il Langhe Nebbiolo, chiamato “Stil”: in piemontese il suo significato è “stile”, mentre in inglese il suono identifica la parola “acciaio”, che richiama il suo carattere deciso.

Infine abbiamo il Roero DOCG, che è il nostro vino di punta e si chiama “Fil”. In piemontese questa parola letteralmente significa “filo”, ma in realtà ha un significato più profondo: indica una vera e propria connessione. Lo stesso suono corrisponde al verbo inglese “to feel”, che indica la capacità di sentire, di provare emozioni. È il vino più caldo e suadente che abbiamo. 

Carlo Casetta

Questa è stata la seconda tappa delle api in viaggio. Noi di Italian Bees ringraziamo Carlo per la calorosa ospitalità e non vediamo l’ora di farvi conoscere tante altre piccole realtà italiane. 

La prossima tappa sarà tra le colline del Monferrato, nel regno delle nocciole… Seguiteci per conoscere un gruppo di coltivatori di nocciolo da sempre amici nella vita e collaboratori nel lavoro dei campi!


La prossima tappa sarà in una valle piemontese dal nome particolare, che si posiziona vicina ai confini con ben altre tre regioni: Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. Riuscite a indovinare quale? Se siete curiosi, seguiteci per scoprirlo!

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