Le mele friulane: andiamo a conoscere insieme Borgo delle Mele

Articolo di Manuela Miotto

Nella zona della Val d’Arzino esistono delle piccole realtà aziendali dove i prodotti agricoli di un tempo non hanno mai perso il loro valore. Una di queste realtà è Borgo Delle Mele, andiamo a scoprirla insieme.


Ciao Christian, ci racconti com’è nata la tua azienda?

Ciao Manuela, certamente. L’idea è nata nel 2008, insieme con la mia compagna Serena, in coincidenza con la nascita di nostra figlia. Insieme abbiamo piantato i primi meli a Costa Beorchia, il nostro paese, che è diventato anche il nostro marchio. Si tratta di un piccolo borgo di venti persone, dove fino ad alcuni anni fa venivano coltivati vigneti e meleti che poi sono stati abbandonati. 

Io e Serena, pur provenendo da mondi completamente diversi (edilizia e fotografia) avevamo il desiderio di ripristinare il territorio e questo ci ha portati ad interessarci sempre più al settore agricolo e anche a conoscere delle persone che ci hanno aiutati a recuperare le varietà di mele friulane. Da quel momento, nella zona che per definizione permette di fare prove a costo zero, ovvero il garage, abbiamo iniziato a fare le nostre prime trasformazioni dei succhi.

Dai primi risultati ci siamo evoluti e perfezionati progressivamente, fino a raggiungere quello che era il nostro obiettivo: creare la nostra azienda comprando un capannone dismesso situato nei pressi di casa, dove dalla trasformazione siamo arrivati alla produzione di mele autoctone friulane, che sono presidio slow food e dove abbiamo iniziato anche la coltivazione della cipolla di Cavasso e della Val Cosa, anche questa presidio slow food.

Christian di Borgo delle Mele

Cosa vi caratterizza?

La nostra attività è nell’ambito prettamente agricolo e l’80% dei prodotti è di nostra produzione. Ci stiamo organizzando per arrivare al 100% di produzione attraverso lo studio del prodotto e delle tecniche di lavorazione.


Qual è il prodotto di punta?

Il prodotto di punta in questo momento, in riferimento al prodotto trasformato, è sicuramente la mela con il succo di mela, spaziando dalla varietà classica alla mela antica.

Per quanto riguarda la cipolla il prodotto trasformato più richiesto attualmente è la cipolla in agrodolce, che distribuiamo anche a ristoranti, negozi oltre che usarli nel nostro agriturismo.


Quali lavorazioni usate per trasformare i vostri prodotti?

Per il succo di mela facciamo una spremitura a freddo, con un macchinario sempre in funzione, dove le mele vengono pressate e spremute: da un alato esce il succo, dall’altra esce la polpa spremuta.

A freddo viene fatta anche l’essicazione, dove non vengono superati i 38-40 gradi. A finire, nel produrre verdure sott’olio e in agrodolce lavoriamo tutti i prodotti sotto vuoto.


Avete progetti futuri?

Il nostro obiettivo è vendere direttamente al cliente attraverso l’e-commerce che stiamo sviluppando. Altro progetto è sviluppare il nostro agriturismo dove, in estate nel giardino, prepariamo piatti freddi con salumi e con i nostri preparati per le visite che riceviamo soprattutto dal turismo di fuori regione.


Ci puoi raccontare qualcosa di più sull’agriturismo che conduci con Serena?

Certo! Facciamo piatti freddi di formaggi e salumi accompagnati dalle nostre salse, sia agrodolce che sott’oli, che verdure di stagione e li abbiniamo ai nostri succhi e alla birra agricola e al vino locale.

Siamo aperti principalmente di sabato o su prenotazione anche durante la settimana.

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