Zafferano Banino, l'oro rosso delle colline di San Colombano al Lambro

Articolo di Marco Spernicelli

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San Colombano al Lambro è un comune noto ai più per la sua rinomata tradizione vitivinicola; eredità questa che - forgiatasi in virtù della morfologia collinare del territorio - conferisce al paese il ruolo di baluardo dell'eccellenza enogastronomica del milanese. Da un po' di tempo a questa parte è diventato sinonimo di qualità anche per quel che concerne la sfera del cosiddetto oro rosso, grazie all'avvento di Massimo Fabbris e del suo "Zafferano Banino", vivace azienda agricola con tanto di marchio registrato che si è ritagliata uno spazio rilevante all'interno del distretto agroalimentare locale, ponendosi come mantra assoluto una coltivazione esclusivamente biologica di crocus italiani certificati. 

Lavorazione campi Zafferano Banino


Massimo cosa c'è a monte di questa tua visione imprenditoriale del tutto innovativa per un paese principalmente dedito alla viticoltura?


Premetto che sono un ingegnere e che non avevo alcuna formazione specifica nell'ambito della coltivazione. Ma ad un certo punto della mia vita nel 2019 mi sono chiesto cosa avrei fatto in seguito al pensionamento, sempre più imminente. Essendo di natura un progettista e possedendo un terreno agricolo che fino a qualche anno fa era più che altro una zavorra, presi la decisione di farlo fruttare. 


Il campo, non troppo grande, mi ha condotto alla ricerca di un prodotto che nonostante le piccole dimensioni potesse rappresentare un valore aggiunto.

La scelta è ricaduta sullo zafferano perché, oltre al suo potenziale qualitativo, è una spezia facilmente ottenibile con lavorazione manuale. 

Così, nel 2020 comprai da un'azienda certificata in Abruzzo un migliaio di fiori di crocus per dare il via alle sperimentazioni. 


La raccolta che ne conseguì non fu affatto malvagia e mi permise di creare all'incirca 160 confezioni che decisi di regalare non avendo ancora una società in ordine con tutte le autorizzazioni del caso. 

Fu un boom pazzesco: quando pubblicai l'annuncio sui social di San Colombano ottenni centinaia di richieste. 

Il progetto a quel punto decollò e nel 2021 feci degli investimenti importanti per la lavorazione del terreno, consolidando la filiera. 


Una domanda ci sorge spontanea: cosa spinge un ingegnere informatico ad intraprendere una strada totalmente sconnessa dal suo lungo trascorso professionale? Il richiamo della natura?


Per uno che ha lavorato molti anni con i numeri, convivendo con mal di testa ricorrenti, l'atto di sedersi su un trattore in mezzo ad un campo magari incontrando qualche fagiano o un leprotto è stata una lieta scoperta. 

Il solo atto di procedere lentamente è in grado di dissipare la frenesia che ormai accomuna la nostra quotidianità.  Anche la mente si distende adeguandosi al momento, permettendoci inoltre di osservare con sguardo sereno i contorni della pianura. 

Tutto questo mi rafforza nel portare avanti l'attività sempre con rinnovato entusiasmo. 


Una riflessione molto profonda della quale facciamo tesoro. Passando ora alle specifiche del tuo prodotto: cosa rende unico lo Zafferano Banino?


In tal senso sono molto felice che le persone abbiano recepito che si tratta di un prodotto di qualità esclusivamente italiano, in quanto i fiori di crocus utilizzati hanno una provenienza certificata. Inoltre sono orgoglioso di poter affermare che non uso alcun espediente chimico per diserbare o quant'altro: il tutto avviene manualmente. Per quanto riguarda la concimazione del terreno adopero letame in formato pellet essiccato di qualità. 

Essiccati sono anche i pistilli di zafferano che vendo all'interno di graziose confezioni in vetro con tappo in sughero che variano nelle dimensioni in base alla grammatura. Ovviamente sono riportate sulle etichette tutte le date di scadenze con utili consigli per la cottura a corredo. Il tutto sigillato da una cordicella di canapa che lega la garanzia. 

Massimo Fabbris di Zafferano Banino


Sapendo che fai parte del Cda del Consorzio agroalimentare del borgo immaginiamo si siano create anche partnership con gli esercenti locali…


Assolutamente sì. Le due rinomate aziende agricole "Nettare dei Santi" e "Poderi di San Pietro" rivendono i miei prodotti così come "L'Ortolano" di Cesari Alessandro, negozio di frutta e verdura in centro a San Colombano: per me quest'ultimo è un punto di riferimento importante in quanto si è prodigato per una rivendita continua. Sono molto soddisfatto di questi accordi di mercato. 


Accordi virtuosi che giovano al paese. Ci puoi dire di più sull'aspetto commerciale?


Senza dubbio la cerchia di sostenitori italiani è una colonna portante, ma devo aggiungere che grazie a mia moglie (di origini tedesche) ho radunato numerosi "proseliti" in Germania. Le sue sorelle hanno letteralmente divulgato il nostro prodotto. Attraverso la vendita online su  zafferanobanino.it ho cercato di agevolare gli acquisti dall'estero togliendo le spese dei trasporti al di sopra di una determinata cifra d'acquisto. La risposta è stata davvero importante. 

Particolarmente agguerriti sono anche i miei clienti siciliani: i loro ordini sono pressochè regolari. 

L'obiettivo è quello di crescere sempre di più. Le tariffe sono leggermente inferiori ai prezzi di mercato e fin quando sarà sostenibile terrò questa linea. 


Massimo dobbiamo ammettere che parlare di questo argomento suscita un certo languorino. In chiusura ci puoi consigliare qualche intrigante ricetta con il tuo Zafferano Banino?


Invito tutti i lettori di Italian Bees a visionare in tal senso il ricettario presente sul mio sito e attenzione: non è il classico zafferano in polvere che si compra al supermercato e si butta al momento nel risotto. Essendo essiccato e in pistilli va stemperato in acqua tiepida per almeno un'ora. Provatelo è un prodotto di qualità, non rimarrete delusi!

Mario Midali, lo scultore del legno della Val Brembana
Articolo di Marco Spernicelli