La Liuteria Coppola è molto più di un semplice laboratorio: è un luogo dove la passione per la musica e la tradizione artigianale si fondono per creare e restaurare strumenti musicali a corda di altissima qualità. Situata a Lecce, in Via Oberdan 95, questa bottega rappresenta un punto di riferimento per musicisti, collezionisti e appassionati di musica.
Il cuore pulsante della Liuteria Coppola è il suo laboratorio, in cui Silvia, musicista e liutaia specializzata nella costruzione, riparazione e restauro di strumenti a corda, siano essi antichi, classici o moderni, mette tutta la sua arte e la sua passione.
Ogni strumento, che si tratti di un violino, una chitarra o un mandolino, viene lavorato con estrema cura e precisione, rispettando le tecniche tradizionali della liuteria italiana.
La qualità artigianale è garantita dalla maestria acquisita negli anni dalla giovane liutaia e dall’uso di materiali di primissima scelta, che assicurano agli strumenti un suono unico e inconfondibile.
Ogni pezzo prodotto o restaurato dalla Liuteria Coppola racconta una storia di dedizione e amore per la musica.
Situata in una delle vie centrali della città, la Liuteria Coppola è diventata una tappa obbligata per chiunque sia alla ricerca di uno strumento musicale artigianale o di alta qualità.
L'indirizzo in Via Oberdan 95 è ormai noto a musicisti professionisti e dilettanti, nonché a collezionisti che desiderano restaurare o acquistare strumenti di pregio.
La bottega è anche un punto di incontro per appassionati e curiosi, che possono osservare il processo di costruzione degli strumenti e dialogare con Silvia, immergendosi in un mondo fatto di musica, tradizione e innovazione.
Ciao Silvia, grazie per averci ospitato nel tuo laboratorio, Liuteria Coppola. Ci racconti qualcosa di te e di come nasce la tua attività?
La mia attività nasce nel 2015, ma io nasco come violinista. Ho studiato in Conservatorio per cinque anni e violino per dieci.
Poi a un certo punto mi sono avvicinata alla liuteria perché, anche quando studiavo, mi sono resa conto che cercavo di riparare il mio strumento da sola senza avere l'ausilio dei liutai.
Così, man mano, ho iniziato prima apprendendo l'utilizzo degli utensili e lavorando sul legno come falegnameria e poi, piano piano ho cominciato a fare delle piccole cose di liuteria e da lì è partito tutto.
Ti occupi della costruzione, riparazione e restauro di strumenti musicali a corda: come ti sei avvicinata a questo mondo, affascinante ma complesso?
Appena ho visto per la prima volta un vero liutaio, mi sono innamorata di questo mestiere e mi sono detta che volevo fare questo da grande!
È vero che da piccola ho sempre avuto molta familiarità con gli utensili di mio padre. Ho fatto dei piccoli corsi di restauro, oggetti per bambini con la cartapesta, ricamo, tutto ciò che riguarda la manualità.
Sono quindi tutti gesti che ho appreso da bambina ma poi, nel diventare grande ed essendomi affacciata a questa realtà, ho potuto mettere in pratica tutte le cose che avevo imparato da bambina.
In questo momento mi occupo principalmente di restauro, perché credo che sia una cosa molto divertente e credo anche che esistono così tanti strumenti nel mondo, che è un peccato non poter riparare quelli che si rompono.
Faccio anche costruzione ma purtroppo dopo il Covid la cosa che mi consente di mandare avanti il laboratorio in questo momento e avere un riscontro immediato a livello economico è la riparazione, anche perché ho tantissima clientela che mi chiede questo.
Ho tantissimo lavoro perché mi occupo, a differenza di alcuni miei colleghi, non di strumenti a livello settoriale ma tratto tutti gli strumenti a corda, che siano: mandolini, chitarre, chitarre elettriche, classiche, violini, strumenti antichi. Qualsiasi cosa che riguarda lo strumento a corda, pizzicata, a plettro e strofinata.
Ci descrivi le fasi e/o le tecniche del tuo lavoro? Da dove parte la costruzione di un nuovo strumento o le fasi del restauro?

Il restauro o la riparazione per certi versi sono più impegnativi della costruzione perché è sempre un lavoro imprevedibile.
Le problematiche che si presentano da strumento a strumento sono ovviamente differenti poiché ognuno si rompe o si rovina in punti diversi e occorre trovare soluzioni ad hoc: è un lavoro molto dinamico.
Invece, la costruzione è un’attività più metodica e parte dalla scelta dei legni e dalla voglia di vedere realizzato qualcosa che tu vedi in quel legno: questo è tipico di tutti gli artigiani, che vedono già in quel pezzo grezzo lo strumento che vogliono costruire.
Ci sono tantissime fasi che è impossibile poter descrivere perché la costruzione di uno strumento comporta delle tempistiche molto lunghe.
Si parte dalla scelta del legname, poi si va a sgrossare piano piano fino ad arrivare alle forme.
Ovviamente gli strumenti ad arco sono quelli che ti permettono la maggiore espressione artistica perché sono ricavati dal pieno e si hanno più dettagli a livello di decorazioni. Io poi vengo dal violino, sono di parte.
Oltre 700 artigiani ci hanno giò scelti per raccontare la loro storia.
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Quali materiali prediligi?
La scelta dei materiali dipende da quello che devo fare.
Ci sono dei legni che mi piacciono particolarmente per l’odore, come ad esempio il cipresso.
Anticamente venivano utilizzati i legni da frutto - il ciliegio, il pero, il melo -, che oggi vengono sostituiti con il più comune acero dei Balcani e con l'abete della Val di Fiemme.
In tutti gli strumenti musicali a corda la parte risonante, chiamata tavola, viene costruita con l'abete della Val di Fiemme, mentre tutti gli inserti che vengono inseriti sono quasi sempre in ebano, legni un po' più duri, resistenti all'usura e anche belli da vedere.
Ogni legno ha la sua particolarità, le sue striature e i suoi colori a seconda di come viene verniciato. I legni sono tutti molto belli, anche se alcuni un po' puzzolenti (ride, ndr).
Quando lavori il legno non hai una preferenza in particolare. Ci sono quelli più difficili da lavorare ma il risultato finale ti ripaga di tutto il lavoro che hai fatto.
Ricordi - se c’è stato - il restauro più difficile che hai dovuto realizzare?
Sono passati così tanti strumenti da qui, di valore e non, che mi viene difficile da ricordare.
Ci sono stati strumenti di valore e altri che hanno un grande valore affettivo: per me ogni strumento ha la sua dignità. Indipendentemente dal suo valore economico, è il valore che gli attribuisce la persona che lo utilizza.
Quindi se è un bimbo che va a scuola e rompe lo strumento e poi lo rivuole perché gli si è rotto, per me quello strumento deve essere riparato con la stessa dignità di uno strumento che costa migliaia di euro.
Credi che la crescita dei grandi colossi dell’e-commerce abbia penalizzato il tuo settore? E in che modo è possibile, secondo te, sostenere il Made in Italy e l’artigianato locale?

Io penso che i colossi abbiano in un certo senso penalizzato la parte che riguarda la costruzione dello strumento, perché hanno inflazionato i costi ed essendo degli strumenti a pochissimi euro, si è perso il valore di un oggetto unico costruito manualmente, soprattutto in Italia.
All'estero si conserva ancora il mito del manufatto italiano. Mentre, per quanto riguarda la riparazione e il restauro c'è stata una crescita esponenziale: esistono tanti strumenti dal valore economico basso, realizzati con materiali scadenti e soggetti a usura quindi si rompono molto più facilmente e ciò ha fatto crescere la riparazione.
Ci sono delle riparazioni standard e molto frequenti che faccio sulle chitarre - i ponti che saltano e le palette che si rompono: ne faccio un centinaio all'anno di questi lavori.
Ciò che indebolisce questo lavoro che ormai è raro, è che non viene più visto, o viene visto raramente o solo dalle persone che suonano. Ma per il resto noi liutai in Italia possiamo dire che non esistiamo.
Per finire, parliamo di futuro: hai un progetto o un sogno nel cassetto legato alla tua attività che ti piacerebbe realizzare?
Di sogni nel cassetto ce ne sono tanti, come ogni essere umano che intraprende una strada e vuole vederla crescere.
Io spero presto di potermi trasferire in un luogo più ampio perché ho bisogno di spazio e di avere una casa a fianco per poter fare come si faceva una volta, casa e bottega. Questo è il mio sogno: non è molto grande, si può realizzare, però ci sono anche tanti sacrifici da fare. A volte gli spazi ci limitano molto e non riusciamo a fare tutto quello che vorremmo. Lo spazio fisico che abbiamo è il nostro spazio mentale, e a volte lo spazio fisico non riesce a contenere tutto quello che noi abbiamo in testa. Quindi, il mio augurio è che io riesca ad avere un posto più grande e possibilmente con un po' di sole!
Il laboratorio di Silvia è un luogo magico, dove gli strumenti nascono e rinascono grazie alla passione e alla maestria di questa giovane artigiana.