A un passo dal capoluogo sabino, nella rigogliosa piana reatina, troviamo la Fattoria di Alice. Un nome che non rimane attraente parola, ma diventa concreta realtà. Quella che si sveglia presto e continua fino a sera un lavoro che mai pesa. Quella che ha il sapore di una famiglia numerosa, con le figlie di Alice (Veronica, Sara, Chiara) e i figli di Alberto (Marco, Andrea, Rita) che possono sempre contare sull’amore di una mamma e di un papà che li abbracciano tutti.
E poi c’è la piccola Nicol, nata quattro anni fa: arrivata come quel sole che ha accesso i colori sbiaditi dalla pandemia.
“Anche se qui ci siamo sentiti sempre liberi e sicuri” ricorda Chiara mentre percorriamo la strada che dalla Fattoria porta alla tartufaia: sulle colline che circondano l’incantevole Valle Santa.
Per capire e soprattutto respirare tutto quello che si lavora e si mangia qui, è necessario entrare nel più intimo tessuto familiare: perché da lì nasce la consapevolezza di dover produrre all’insegna della genuinità, della salute, del rispetto della natura; da lì nasce lo sguardo d’amore che è cura, premura.
Dalla terra che si concima solo con prodotti naturali alla produzione di bontà realizzate solo con i prodotti restituiti da quella stessa terra. Un ciclo di vita che si compie nel pieno rispetto dei tempi: senza mai forzare. “Noi curiamo le piante con fondi di caffè, bucce di uova e cenere: se vengono, bene! Se non vengono: le lasciamo al loro destino. Ci rifiutiamo di utilizzare concimi e fertilizzanti che non siano naturali” spiega Alice mentre mescola con le mani fondi di caffè e gusci delle uova che alla Fattoria di Alice sono sempre fresche.
Consapevoli dell’importanza di mangiare sano, Alice e Alberto trasmettono con amore e passione la cultura che soggiace ad ogni loro “creazione”. Alice porta con sé anche le tradizioni siciliane con cui è cresciuta e che ha miscelato con i sapori incontrati sul cammino divenendo artefice di piatti unici e pronti da mangiare. Alberto continua il lavoro intrapreso con il suo Luigi oltre trent’anni fa, quando una tartufaia sembrava una chimera. Ed oggi con una lunga esperienza che lo vede sempre pronto ad aggiornarsi, ne raccoglie i frutti e li racconta.
“La nostra tartufaia nasce nei primi anni Novanta con me e mio padre. Il primo passo fu quello di far analizzare il terreno per vedere se fosse idoneo e anche quello di verificare il suo habitat ossia le diverse specie di alberi presenti. Dopo tutti i gli accertamenti, siamo riusciti, tramite il Corpo Forestale dello Stato, ad avere piantine micorizzate di tartufo estivo di roverella e di carpino nero. Così abbiamo iniziato il nostro percorso che è sempre stato in evoluzione: soprattutto in quegli anni che era tutto un po’ empirico e quindi una continua scoperta. Tra gli aspetti che hanno richiesto tempo e attenzione affinché ci fossero dei risultati, quello della riproduzione di un certo tipo di habitat legato al pascolo: infatti oggi i tartufi non si trovano così facilmente proprio perché sono notevolmente diminuiti i pascoli che puliscono ed aprono il sottobosco. Tutto nasce e rimane legato ad un processo naturale, ma non sono mancati interventi necessari per il suo mantenimento: con sistemi di irrigazione e con il dissodamento del terreno a fine stagione per avere degli esemplari più belli” spiega Alberto tra gli alberi che ha visto sempre più crescere insieme ai suoi cani addestrati ma soprattutto amati.
Sono tante le sfumature che si possono cogliere in questo “laboratorio” di sapori, idee, e tanta voglia di fare! Anche i bimbi e i ragazzi delle scuole ne rimangono affascinati ogni qual volta che arrivano per studiare la vita: piante, frutti della terra, animali, mani che impastano.
Ecco, alla Fattoria di Alice c’è vita e tutto ciò che aiuta la vita a stare bene.
Siamo con Alice, Alberto, Chiara, la piccola Nicole - che preferisce farle le domande! - e con il profumo delle loro salse spalmate sul pane fresco: quello che finirà presto!
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Bentrovati ai microfoni di Italian Bees. Come nasce la Fattoria di Alice?
Io sono Alice: da qui la Fattoria di Alice. Nasce diverse generazioni fa: lo facevano i miei suoceri, i loro genitori e anche mio marito che purtroppo è morto. Ma non ci siamo arrese e abbiamo continuato il lavoro. Poi ho incontrato Alberto Gregori che aveva la mia stessa filosofia di vita: ci siamo riaccompagnati portando avanti una realtà che sta man mano scomparendo. Cosa facciamo? Portiamo sulla tavola i sapori, quelli che si trovano di rado. Se oggi andiamo al reparto di ortofrutta di un qualsiasi supermercato e compriamo un anguria: non sa di niente! Parliamoci chiaro: sa solamente di chimica. Fortunatamente esistono ancora aziende che lavorano in modo serio e responsabile sulla sicurezza dei prodotti.
E’ quello che facciamo anche noi partendo dalla coltivazione delle materie prime che andiamo poi a trasformare in prodotti privi di conservanti e coloranti. In poche parole: apri il barattolo e li mangi.
Cosa producete?
Alberto: Nella nostra azienda ci sono due fasi di produzione: quella del fresco e quella della trasformazione dei prodotti. La prima fase riguarda le produzioni orticole (pomodori, zucchine, peperoni, melanzane, meloni e cocomeri e tanti altri) che in parte vendiamo nel nostro negozio, interno alla fattoria; e in parte le andiamo a trasformare insieme ai nostri tartufi.
La seconda fase, appunto, è legata alla trasformazione delle materie prime: come i pomodori per fare i diversi sughi; o anche le cipolle, le carote e il sedano per i soffritti che sono alla base delle nostre zuppe. Ogni piatto pronto ha una sua storia e viene ampiamente sperimentato prima di proporlo ai clienti. Una
menzione particolare la dedico alle zuppe, gran parte delle quali sono nate dallo studio di un trattato rinascimentale - “Libro de Arte Coquinaria” - del Maestro Martino. Ovviamente le abbiamo rivisitate un po’, adattandole ai nostri giorni: al posto del lardo, di cui all’epoca si faceva ampio uso, utilizziamo un ottimo olio extravergine di oliva della Sabina. Per fare alcuni nomi, ricordo la zuppa di ceci, ortiche e porcini; oppure la zuppa rustica con erbe selvatiche raccolte nella nostra provincia; o ancora quella ai borlotti e cavolo nero che si coltiva qui in azienda. Noi cerchiamo di dare esclusivamente qualità: poi può piacere o non piacere.
Andiamo dietro le quinte: come si produce alla Fattoria di Alice?
Alberto: Raccolti i prodotti freschi nell’orto e nella tartufaia, li portiamo in laboratorio dove si fa la prima scelta. Un lavoro accurato specialmente per il tartufo: si dividono i più belli da quelli più piccoli o rotti. I primi li mandiamo direttamente alla vendita, i secondi vengono lavorati. Come? Prima di tutto li selezioniamo per vedere e togliere i difetti e, in alcuni casi, gettarli via. Poi si lavano, asciugano e si passano nell’abbattitore. Il resto dipende da cosa vogliamo realizzare: per esempio per un macinato di tartufo lo andiamo a tritare per poi mescolarlo con olio extravergine o di semi – a seconda delle esigenze – sale e pepe senza aggiunta di conservanti, coloranti e aromi chimici. Dopodiché, versato nei vasetti, messo nello sterilizzatore, è pronto per la vendita.
Per gli ortaggi il procedimento è più o meno lo stesso. Sempre in laboratorio effettuiamo una prima scelta, il lavaggio e, a seconda del prodotto che vogliamo realizzare, li andremo a sminuzzare o frullare. Gli altri saranno disposti nelle ceste per essere venduti nel nostro punto vendita.
Parlando di ortaggi, andiamo nel vostro grande orto per capire le tecniche di coltivazione che danno poi questi bei frutti…
Alice: Frutti naturali! Innanzitutto facciamo molta attenzione alla scelta della piantina. La maggior parte delle volte piantiamo noi i semi per poi scegliere la piantina buona da mettere nel terreno. Il passaggio successivo è quello di proteggere le piantine da parassiti e animali. Anche in questo caso cerco di provvedere con rimedi naturali, quelli che mi ha insegnato mia nonna e che oggi trovi pure su internet. Per esempio: i fondi di caffè con la buccia delle uova e la cenere allontanano le lumache; l’ortica messa a bagno per una settimana e filtrata le protegge da alcuni parassiti. Sono tecniche che richiedono pazienza perché devono essere costantemente ripetute: almeno dopo una settimana, soprattutto se piove! Ma si fa volentieri perché solo così questi figli non mangiano roba chimica. Solo così possiamo garantire la qualità a chi ci sceglie.
Dove e come si acquistano i prodotti della Fattoria di Alice?
Alberto: La vendita dei prodotti avviene in diversi modi e in diversi luoghi: direttamente al negozio; attraverso i nostri addetti alle vendite che li propongono nella ristorazione, nei mercati e nelle fiere; infine sul nostro sito e-commerce che è di recente apertura.
Negli ultimi anni abbiamo ampliato il raggio di vendita ma sempre entro i limiti che garantiscono un prodotto genuino: quello che ci contraddistingue e che rimane alla base del nostro lavoro.
Non solo vendita. Alla Fattoria di Alice c’è anche la volontà di far conoscere la cultura contadina…
Alice: Si, lo facciamo con le scuole. Ma vorremmo accogliere i piccini anche nel pomeriggio per fare e mangiare insieme il ciambellone o i biscotti. Proprio come si faceva una volta! Fargli vedere come funziona la campagna, la terra, fargli sporcare le mani, farli sporcare tutti per la gioia delle mamme! Il nostro sogno è anche quello di far scoprire veramente la cultura contadina.
Progetti all’orizzonte?
Sono Chiara e sono la figlia di Alice. Di progetti ce ne sono tanti e pian piano si faranno tutti. Soprattutto c’è il desiderio che i sapori naturali rimangano intatti anche in futuro, che non si perdano le tradizioni della famiglia.
I sogni che avevo da piccola si stanno avverando: come la scelta della scuola che mi sta insegnando tanto sulle piante, sulla coltivazione, sulla trasformazione dei prodotti.
I miei studi, insieme all’esperienza di mamma Alice e di Alberto, sono una solida base per alimentare sogni e fiducia.
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