A trascinarci all’interno del mondo dell’Azienda Agricola La Casaccia è la passione della titolare Elena Maccaferri, che da 22 anni gestisce, insieme alla famiglia, il piccolo caseificio alle pendici del Corno alle Scale, in provincia di Bologna.
A fare da sfondo, lo splendido territorio dell’Appennino e una vasta distesa di verde, con gli animali liberi di pascolare all’aperto, in mezzo alla natura.
La Casaccia trasforma tutto il latte di capra, pecora e mucca in formaggio, mescolando sapientemente l’arte del casaro alla contagiosa simpatia di Elena. A completare la cornice, c’è poi il punto vendita realizzato 6 anni fa: il luogo ideale per scambiare due chiacchiere in tranquillità e assaggiare la grande varietà di prodotti dell’azienda. Tanto che prima di cominciare l’intervista, ho potuto apprezzare un delizioso gelato al gusto fior di capra con aggiunta di limone. Ecco come è iniziata la nostra chiacchierata.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Raccontaci un po’ delle origini della vostra attività
La nostra storia comincia 60 anni fa, quando i miei suoceri sono arrivati qui dalla Sardegna con le mucche, le pecore e i cavalli. Mio marito aveva solamente un anno, quando i suoi genitori hanno cominciato a mungere e fare i formaggi qui nell’Appennino Bolognese. Più tardi è entrato in azienda, anche se di fatto ha sempre dato una mano in stalla sin dall’infanzia. Io sono arrivata qui 22 anni fa, quando ho conosciuto mio marito.
Facevo l’estetista e la fisioterapista, ho dovuto cambiare totalmente lavoro. Fare i formaggi è una cosa che mi piace molto perché siamo su terreno biologico, perciò i nostri animali stanno sempre all’aperto.
Trasformiamo tutto il nostro latte in formaggio, in più d’estate produciamo anche il gelato con il latte di mucca o di capra. Un prodotto particolarmente gettonato tra i nostri clienti.
Una vasta gamma di prodotti a disposizione dei vostri clienti. Ce n’è uno in particolare che piace di più?
Il nostro cavallo di battaglia è assolutamente la ricotta, perché viene fatta secondo la ricetta dei miei suoceri: senza alcuna aggiunta di panna o di latte, ma solamente con il siero. Per questo è il prodotto che piace di più e spesso è necessario prenotarla, altrimenti non si trova!
Proponiamo ai nostri clienti anche nuove produzioni, come gli erborinati, i formaggi con il peperoncino, il pepe oppure aglio e cipolla. Tutti prodotti innovativi, questi, che piacciono molto.
Ci puoi svelare qualche segreto sul processo di produzione?
Fare il formaggio è un’arte: noi termizziamo il latte, non lo pastorizziamo. Lo portiamo a 66 gradi, lo raffreddiamo a 40 poi inseriamo i fermenti. In seguito viene aggiunto il caglio e lasciato 20 minuti, prima di tagliare la cagliata e preparare i cestelli per fare il formaggio. Naturalmente, con il siero produciamo la ricotta e quello in eccesso viene dato alle pecore da bere, così da non buttare niente del prodotto. Abbiamo poi mantenuto anche il formaggio a latte crudo a 38 gradi, che deve essere venduto a 60 giorni di distanza rispetto alla lavorazione. Per questo tipo di prodotto, i fermenti lattici sono naturali e non aggiunti.
Come immagini il futuro della vostra attività da qui a dieci anni?
Cerchiamo di tenere duro, la nostra priorità è che le persone continuino a mangiare in modo naturale e salutare. Una battaglia che da sempre conduciamo insieme a mio marito.
Questo vale anche per gli animali, che qui possiamo lasciare all’aperto per tutto il giorno, facendoli rientrare solo per la mungitura.
Speriamo di esserci ancora tra 10 anni, perché ci stanno dando parecchio battaglia! Vogliamo resistere affinché che i nostri clienti mangino bene e possano continuare ad apprezzare i nostri prodotti.
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