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Il profumo dell’artigianato si respira da generazioni nella Casa del Rame. Lassù, sulla ringhiera dell’ultimo balcone, il segno lasciato dai nonni Pietro e Maria, che con estro pensarono di appendere utensili in rame. Un segno che, tra i verdeggianti colli di Poggio Bustone, contraddistingue la storica azienda il cui inizio è legato alla maestria artigiana del papà di Pietro: Giovanni Mostarda. Così ancor oggi, lassù, svettano le radici che hanno scavato a fondo, come quelle della grande quercia che, nonostante la tettoia, continua a crescere protetta. Figli e nipoti hanno lasciato tutto lì, un patrimonio vivo nella memoria che guarda al futuro. Gli insegnamenti tramandati continuano ad essere semi che danno
frutti perché Casa del Rame è innanzitutto famiglia. Una grande famiglia che comprende e accoglie anche coloro che da anni lavorano fianco a fianco dei maestri artigiani Mostarda.
Come quando la nonna preparava il pranzo per tutti: così nella pausa potevano riposarsi senza fare ritorno a Rieti o nei paesi limitrofi. Anche questa è arte, arte che nasce dall’amore e dalla cura, la stessa che si trova da sempre nelle lavorazioni artigianali che abbracciano rame, ferro, ottone e legno. La passione che diventa quotidiana, l'operosità che accende gli occhi di tutti gli artigiani incontrati nell’azienda, dove ognuno ha il suo prezioso ruolo. Anche Giancarlo, uno dei due figli di Pietro e Maria, è sempre molto impegnato, ma ha trovato un piccolo spazio per donarci una sua riflessione sulla storia della Casa Del Rame e sulla sua speranza.
Iniziamo dalle sue parole per poi continuare con quelle di Maria Grazia: sua nipote, figlia del fratello Gianfranco.
“Sono più generazioni che facciamo questi lavori. Nel percorso abbiamo dovuto cambiare per seguire un po' il mercato, quello che andava di più. Mio nonno Giovanni lavorava il rame, noi lo abbiamo fatto per i primi anni poi siamo passati, sempre mantenendo anche il rame, al lavoro del ferro battuto. Successivamente anche al lavoro del mobile. Oggi le stiamo curando un po’ tutte queste cose e, con l’ausilio dei giovani, siamo entrati sul mercato di internet. È un momento un po’ più difficile, dopo la pandemia sono aumentati i problemi. Stiamo cercando di resistere e cerchiamo di farcela. Io vorrei ricordare questa azienda sempre viva, con la speranza che continui ad esserlo anche quando non ci sarò più”
Così racconta Giancarlo Mostarda, esempio di forza, tenacia e resilienza.
Adesso diamo la parola a Maria Grazia che insieme a suo fratello Piersaturno e ai suoi cugini Maria Cristina e Gino Pietro, continua una tradizione che non passa mai di moda: capiamo il perché.
Partiamo dalla data di nascita della Casa del Rame?
L’azienda "Casa del Rame" a conduzione familiare nasce nel 1945, nell’immediato dopoguerra quando non c’era più niente, tutto era necessario e tutti volevano ricominciare. Così i miei nonni paterni, Pietro e Maria, appena sposi, ebbero la brillante idea di ricorrere allo scambio per poter iniziare a vendere qualcosa. Mia nonna, che aveva una notevole vena commerciale, scambiava il latte con un cucchiaio che poi avrebbe venduto, per fare un esempio.
Soprattutto i miei nonni iniziarono a commerciare i prodotti che realizzava il mio bisnonno Giovanni Mostarda che era uno stagnino, ossia lavorava il rame, lo stagnava, per poterlo utilizzare in cucina. Infatti nonno Pietro volle chiamare l’azienda Casa del rame in onore del padre. Peraltro anche il nonno aveva una grande abilità manuale e sapeva realizzare qualsiasi cosa. Così l’abilità artigianale unita alle grandi doti di vendita della nonna divennero un connubio perfetto. Poi sono nati papà Gianfranco e zio Giancarlo che da subito abbracciarono con amore e passione questo lavoro: pensa che a soli 13 – 14 anni andavano alle fiere da soli!
Poi nei primi anni Sessanta hanno ampliato l’officina dotandola dei macchinari che ancora oggi accompagnano il lavoro manuale dei diversi tipi di metallo ai quali, negli anni Ottanta, si è aggiunto quello del legno. Le imponenti dimensioni della nostra azienda sono il frutto dei piccoli passi quotidiani: iniziati nel 1945 e mai finiti.
Che tipo di materie prime lavorate?
Il nostro lavoro qui alla Casa del Rame si presta a lavorare quello che vogliamo perché siamo artigiani, quindi capaci di fare un po’ tutto attraverso la lavorazione dei metalli e anche del legno, soprattutto quello massello. Nello specifico realizziamo qualsiasi cosa in rame, in ottone e in ferro battuto: l’importante è che sia artigianale. Prediligiamo i lavori su misura, infatti ci confrontiamo sempre con il cliente per capire ciò che più desidera, ciò che più gli piace.
Che tipo di lavorazione utilizzate alla Casa del Rame per i metalli e quanto è cambiata nel tempo?
Tutto dipende da quello che si vuole realizzare. Fino a qualche anno fa si realizzavano prodotti prevalentemente forgiati. E penso che la forgiatura sia la lavorazione più bella perché mette in risalto il lavoro fatto dal maestro artigiano che scalda il metallo, l'ottone o il ferro, lo porta alla temperatura giusta, lo sagoma pezzetto per pezzetto, fino a renderlo l’oggetto che si vuole realizzare. Le mode sono cambiate e noi della Casa del Rame ci siamo adeguati. Oggi c’è il taglio laser, ci sono le lavorazioni per l’invecchiamento dei metalli perché è molto richiesto l’acciaio corten. Quindi è cambiato il colore e soprattutto la forma che ha uno stile più lineare e liscio, per cui non c’è la necessità della forgiatura che continuiamo a fare solo per alcuni clienti e per alcuni manufatti la cui lavorazione, precisa e puntuale, ci contraddistingue sul mercato.
Attraversando le diverse sale espositive, non passano inosservati mobili e oggetti che sono un po’ la fusione dei materiali che hai menzionato. Come li integrate?
La capacità di lavorare più materiali della Casa del Rame ci porta a realizzare manufatti nei quali ferro, rame, ottone e legno stanno benissimo insieme. Dopo un attento ascolto del cliente e dei suoi gusti, ci impegniamo a sposare con armonia i diversi materiali per dar vita all’oggetto desiderato. E’ importante l’ascolto, il dialogo e il confronto. Inoltre l’ottima riuscita del nostro lavoro dipende anche dagli artigiani che lavorano con noi da tanti anni: sono sempre gli stessi e sempre molto bravi. Dopo una lunga gavetta, hanno imparato a inventare e realizzare cose nuove solo con il pensiero!
Entriamo nel dettaglio – e i dettagli qui sono davvero tanti! – cosa si produce alla Casa del rame?
Tutto quello che ti viene in mente noi alla Casa del Rame lo realizziamo. Ci sono anche pezzi storici che teniamo nel magazzino perché non passano di moda: accessori per il camino, lampadari, animaletti in ferro battuto, appendiabiti, e poi le pentole in rame. Sempre in rame – che come ho già detto non è richiesto come un tempo – realizziamo fasce per impedire la fuoriuscita di fumo nei camini o anche inserti per i cancelli in ferro battuto.
Con il legno creiamo mobili per la casa: dalla cucina alla camera da letto, tutto sempre su misura. Ricordo il piacere provato nel realizzare una cucina nella quale ho potuto dare spazio alla mia fantasia, specialmente grazie alla signora che mi ha dato la fiducia per farlo! Una cucina in legno di castagno chiara con una lavorazione moderna però fatta artigianalmente da noi e per la quale ho ideato e realizzato dei boccioli di rosa utilizzando ferro battuto dipinto a mano e del vetro. Alla signora è piaciuto molto e lo abbiamo riportato su: manigliette, lampadari, bastoni delle tende, un paralume. Quindi è uscita fuori una cucina bellissima attraverso l’unione di legno, ferro, ottone, ceramica, vetro. E’ un pezzo unico che esprime la qualità del nostro artigianato.
Casa del rame ha una lunga storia alle spalle che l’ha portata a vivere le diverse trasformazioni socio-economiche degli ultimi ottant’anni. Dai tuoi ricordi cosa emerge?
Si, una lunga storia la nostra. E poi considerando che è un’azienda familiare, non c’è solo quello che ho visto ma anche quello che ho ascoltato attraverso i racconti dei nonni, di papà, di zio.
Essendo nata nel 1945, Casa del rame ha vissuto tante fasi storiche del mercato italiano: dalla fame del primo dopoguerra al benessere degli anni Ottanta, fino alle criticità dei nostri giorni. Dai racconti, posso immaginare mia nonna quando andava a vendere nelle fiere: era forte, energica e con la sua voce chiamava la gente! La invitava a comprare quella che in dialetto reatino chiamiamo ‘chiucchiara’ – un cucchiaio di legno che si usa per cucinare – oppure le pentole di alluminio poi sparite e oggi tornate sul mercato. Ricordo un aneddoto simpatico sulla nonna che invitava i passanti a comprare una pentola perché era ossidata. Sappiamo tutti che questo termine non indica una caratteristica positiva, al contrario può significare che il metallo in questione è arrugginito! A quel tempo non ne conoscevano il significato e quella parola sembrava una garanzia! Come ho già detto precedentemente siamo passati dal rame al legno grazie all’ingegno di papà e zio che hanno avuto l’intelligenza di cambiare con la volontà di fare sempre il meglio.
Le trasformazioni sono avvenute man mano: anche attraverso la relazione con i clienti. Per esempio quando abbiamo iniziato a costruire tavoli in legno con la base in ferro battuto, hanno iniziato a chiedere anche le sedie e poi i mobili da abbinare. Dalla cucina siamo passati a ogni tipo di arredamento, a tutto ciò che il cliente desidera. Le richieste cambiano nel tempo, ciò che si realizzava per i genitori non è lo stesso che vogliono i figli. Abbiamo seguito le mode, i gusti ma sempre attraverso un lavoro esclusivamente artigianale.
Sempre al passo con i tempi anche rispetto agli strumenti informatici. Parliamo di questo progetto che state collaudando
Insieme a mio fratello Piersaturno e i miei due cugini Maria Cristina e Gino Pietro, stiamo guardando avanti per capire come evolvere e quindi continuare la strada che hanno percorso i nostri genitori. Siamo nell’era di internet ed è necessario adeguarsi a questa evidente realtà. Il nostro prodotto, limitato nelle quantità, andrebbe adeguatamente spiegato per far capire cosa c’è dietro: lavorazione, passione e tempo. Nonostante reputi difficile la sua diffusione online, c’è la volontà di trovare una nostra linea per poter entrare in questo tipo di mercato. Come già i nostri nonni e i nostri genitori, troveremo una soluzione che guardi al futuro senza mai dimenticare le nostre radici.
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